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Maggie riempì la sua tazza d’ambrosia fino all’orlo e la vuotò d’un fiato. «Permettimi di darti qualche spiegazione su Keramos e Milleflores,» esordì. «I coloni di prima generazione di Keramos erano nella maggior parte dei casi coloni insoddisfatti provenienti da New Heaven e da Starbuck. Avevano visto le terre di quei pianeti venire comprate da grandi megacorporazioni e da speculatori, ed erano decisi a non permettere che una cosa del genere accadesse anche su Keramos. Io stessa vengo da Starbuck e lascia che ti dica che il primo raccolto era appena stato messo nei granai che gli speculatori erano già sul posto, per comprare terre che non valevano ancora nulla da persone che si erano stufate o scoraggiate, oppure che non riuscivano a ricavarci da vivere.»

Si aggiustò gli occhiali. «I coloni di prima generazione sapevano che se avessero reso difficile vendere la terra, gli speculatori avrebbero semplicemente aumentato il prezzo che erano disposti a pagare, e così fecero in modo che la terra non potesse essere venduta. Poteva essere trasmessa in eredità, oppure essere acquisita in seguito a un matrimonio, ma era impossibile venderla. Se qualcuno voleva andarsene, doveva farlo senza portare con sé alcun frutto del suo duro lavoro e per evitare che la gente si facesse venire delle idee brillanti, tipo costringere i propri vicini ad andarsene per poi comprare la loro terra, la terra abbandonata non poteva essere lavorata per dieci anni dopo che il proprietario vi aveva rinunciato.»

Questo spiegava perché la madre di Delanna fosse rimasta su Keramos tutti quegli anni, anche se aveva odiato il pianeta con tutto il cuore, ma non spiegava perché Maggie avesse sentito il bisogno di farle quel lungo preambolo, oppure perché Sonny avesse un’aria tanto infelice. «Mia madre rimase sulla sua terra, vero?» chiese Delanna, quasi in preda al panico per quello che Maggie le avrebbe potuto rispondere.

«Sì, Serena rimase sulla sua terra,» confermò Maggie. «Morì nel suo letto, a Milleflores.» Prese il testamento, ne sfiorò l’orlo, poi lo depose di nuovo sul tavolo. «Le leggi stabilite dai coloni di prima generazione funzionarono molto bene per le fattorie interne, ma non altrettanto bene per la regione dei lanzye, che avevano bisogno di una superficie di terra dieci volte superiore per produrre profitti. Non funzionò per nulla per i frutteti.

«Vedi, c’è bisogno di un numero sufficiente di boschi di alberi di palle di cannone che forniscano alberelli da trapiantare nei frutteti; è impossibile entrare in un bosco di palle di cannone con l’equipaggiamento per raccoglierne i frutti a causa del modo in cui i rami degli alberi si intrecciano quando sono troppo vicini uno all’altro e c’è bisogno di una foresta adulta che fornisca una quantità sufficiente di assi per costruire le botti in cui fare invecchiare l’ambrosia. E ovviamente c’è bisogno di una riserva d’acqua che non si prosciughi negli anni di siccità e di qualche tratto di terreno pianeggiante per le coltivazioni destinate alla vendita fino a quando i frutteti non iniziano a produrre a sufficienza. Tuo padre e Douglas Tanner avevano stretto un accordo che assicurava la presenza di tutti questi fattori. Ma, ovviamente, non si trattava di un accordo riconosciuto in modo legale e, se uno dei due fosse morto, potevano solo sperare che l’erede, chiunque fosse, avrebbe deciso di mantenere in vigore l’accordo. Quanti anni aveva quando morì suo padre, Miz Milleflores?»

«Cinque,» rispose Delanna.

«Dunque non è abbastanza vecchia da ricordare molto sulla febbre delle scimmie, vero?»

«No.» In effetti, dopo che Maggie ebbe menzionato quel nome, Delanna ricordò qualcosa sulla malattia: sua madre a letto in una stanza in cui non permettevano a Delanna di entrare, qualcuno che faceva un commento sulle scimmie. L’avevano portata a stare a casa dei Tanner e lei ne era stata felice: le piaceva molto giocare con Tarleton. «So che entrambi i miei genitori la contrassero e che uccise mio padre.»

«Tua madre la prese per prima,» spiegò Sonny, sollevando lo sguardo per la prima volta. «Erano tutti sicuri che sarebbe morta. Tuo padre la ebbe in forma molto più leggera.»

«Non esisteva un vaccino contro la febbre delle scimmie e le persone morivano come mosche,» aggiunse Maggie. «Colpiva solo gli adulti; i bambini erano immuni. Tuo padre temeva che, se lui e sua moglie fossero morti, i tuoi parenti che non vivevano sul pianeta avrebbero potuto portarti via dalla tua terra e allora non saresti stata in grado di riceverla in eredità. Su Keramos non avevi parenti. Se fossi andata a vivere con i tuoi parenti su un altro pianeta, il lanzye sarebbe stato confiscato, i Tanner non avrebbero potuto lavorarlo per dieci anni e Milleflores avrebbe cessato di esistere. La stessa cosa sarebbe successa se i Tanner fossero morti di febbre e avessero lasciato Sonny e i suoi fratelli.»

Delanna aveva tentato di seguire attentamente la spiegazione, ma non riusciva a capire dove volesse arrivare Maggie. Sua madre non era morta di febbre e i Tanner non l’avevano certo contratta. Si aggrappò a qualcosa che Maggie aveva detto sui suoi parenti. «Ha detto che se i miei parenti mi avessero portato a vivere lontano da questa pianeta, avrei perso Milleflores. Non mi sta dicendo che, visto che sono andata a scuola su un altro pianeta, non ho diritto all’eredità, giusto?» Nonostante i suoi sforzi, la sua voce si incrinò in una nota di spavento alla fine della domanda. Sua madre le aveva detto che aveva diritto all’eredità. Non l’avrebbe mai mandata via dal pianeta, se questo avesse significato farle perdere l’eredità a cui aveva diritto.

«No, ovviamente no,» la rassicurò Maggie. «Tua madre era la proprietaria del lanzye. Era lei quella che doveva occupare la terra, cosa che ha fatto. Non c’è alcun dubbio che tu abbia diritto all’eredità.»

«Allora a cosa servono tutte queste spiegazioni?» le chiese Delanna, incapace di sopportare la tensione più a lungo. Il suo sguardo corse da Sonny a Maggie: il primo stava fissando il tavolo con aria cupa, la seconda fissava il testamento con aria altrettanto tetra. «Ovviamente c’è qualcosa che non va. Di cosa si tratta? La mia metà non può essere venduta?»

«Può essere venduta,» replicò Maggie. «Le leggi sono state profondamente emendate, soprattutto grazie alle pressioni degli Stranieri. Un proprietario di lanzye può vendere la propria terra, se vi risiede fino a quando la vendita non venga conclusa.»

Ecco qual era il problema: Delanna avrebbe dovuto rimanere su Keramos per una settimana, o per due settimane, oppure perfino per un mese, fino a quando la vendita non sarebbe stata perfezionata. Provò una profonda sensazione di sollievo, nonostante avesse sperato di partire l’indomani e nonostante fosse stata convinta che non sarebbe riuscita a sopportare di rimanere su Keramos un altro secondo in più. Dall’aria assunta da Sonny e da Maggie e dagli accenni malaugurati che avevano lasciato cadere, aveva pensato che si trattasse di qualcosa di davvero catastrofico, invece che di un semplice ritardo. Non aveva denaro sufficiente per rimanere due settimane sul pianeta, ma senza dubbio sarebbe riuscita a farsi versare un anticipo dall’avvocato.

«Se un lanzye è in comproprietà, come nel caso di un matrimonio,» proseguì Maggie, «e uno dei soci vuole vendere, il socio rimanente ha la prima opzione sulla terra; ha a disposizione fino a un anno per rilevare la terra del socio, dopodiché essa può essere venduta liberamente. Il socio che vuole vendere deve occupare la terra fino a quando la vendita non sia stata completata.»

Un anno! «Ma la mia terra non è in comproprietà,» obiettò Delanna. «Lei ha detto che mia madre ha lasciato Milleflores solo a me.»

«All’epoca dell’epidemia di febbre delle scimmie, tuo padre e il padre di Sonny decisero di assicurare la sopravvivenza del lanzye di Milleflores unendo i due lanzye. Alla morte di tutti i genitori, i due lanzye sarebbero diventati uno solo dal punto di vista legale.»