Выбрать главу

«Se Jay Madog ti ha invitato, perché non vai a tenergli compagnia?» chiese Sonny.

«In modo che tu possa parlare alla tua timida sposina? ‘Delanna, devo parlarti!’» lo imitò Cadiz in tono svenevolmente romantico. «In effetti Jay mi ha confessato che non sopporta di rimanere senza di me neppure un minuto, ma immagino che dovrà farlo. Voglio vedere questo ‘equipaggiamento’ che non ti sei fidato di fare caricare sul treno a Grassedge. Però ti fidi di farlo caricare a Bismuth. Come mai?» Uscì rabbiosamente dallo scompartimento.

Sonny esitò accanto alla porta, guardandola andare via. «Delanna, senti, devo parlarti, ma…» Il treno sussultò di nuovo. «Devo andare a controllare il mio equipaggiamento. Cadiz è capace di… Comunque, non preoccuparti,» aggiunse in modo criptico, poi andò via.

Non preoccuparti, pensò Delanna. Ma certo, era ovvio che non c’era nulla di cui preoccuparsi: era semplicemente bloccata su uno strano pianeta senza il becco di un quattrino e, se il suo orologio andava bene, tra cinque minuti avrebbe perso la navetta che l’avrebbe ricondotta sulla nave, dopodiché sarebbe rimasta davvero bloccata. E stava dividendo lo scompartimento con la fidanzata gelosa di suo «marito,» su un treno apparentemente diretto il più lontano possibile da quella che passava per civiltà su quel pianeta dimenticato da Dio.

I campi invasi dalla vegetazione divennero chiazze marroni e poi scomparvero del tutto. Perfino gli arbusti iniziarono a sembrare più piccoli e più radi nel paesaggio polveroso.

Delanna si chiese di cosa volesse parlare Sonny. Era troppo sperare che fosse riuscito a trovare una scappatoia in quel ridicolo testamento; probabilmente era riuscito soltanto a trovare un modo per anticipare la decisione della Corte Itinerante a quattro settimane da quel momento, e non cinque.

La porta dello scompartimento si aprì. Delanna sollevò lo sguardo con speranza, ma non era Sonny. Era Jay Madog.

«Sonny è sul treno,» la informò.

«Lo so,» rispose Delanna. «L’ho visto.»

«Dov’è Cadiz?»

«Ha detto che sarebbe venuta a cercarti. Ha anche detto che non potevi stare senza di lei neppure un istante.»

«Oh,» mormorò Jay, come se non avesse sentito Delanna, poi uscì di nuovo, ma tornò quasi immediatamente, portando una grossa busta di carta con l’orlo superiore ripiegato. «Philo mi ha detto di darti questo,» spiegò e andò via senza aspettare che Delanna aprisse la busta.

Maggie doveva averle inviato dei vestiti dopo tutto, anche se con lei Delanna si era comportata peggio di Cadiz. Iniziò ad aprire il sacchetto.

Cadiz entrò nello scompartimento, prese un panino e un frutto verde-giallo da uno degli zaini e si sedette. «Hai fame? Ceneremo a Last Chance, ma manca ancora un’ora. Cos’è? Sonny ti ha portato un regalo di nozze?»

«No, me lo ha dato Jay,» rispose Delanna. Venne colpita da un pensiero improvviso. Jay aveva detto che era stato Philo a dargli il sacchetto, ma se era così, perché aveva aspettato tanto tempo per darglielo? E perché aveva aspettato fino a quando aveva visto che nello scompartimento non c’era nessuno tranne lei? Farò tutto il possibile per riportarle Cleo, aveva detto. Tutto il possibile.

«Ah, un regalo da parte di Jay,» commentò Cadiz in tono sarcastico. «Me l’ero dimenticato: tu hai un marito e un fidanzato.» Prese un temperino e cominciò a sbucciare il frutto. «Be’, cos’è?»

«Vestiti,» rispose Delanna, chiudendo frettolosamente l’orlo della busta. «Il mio baule è ancora a bordo della Scoville. Avevo bisogno di qualche vestito di ricambio.» Si alzò e mise la busta sulla reticella, spingendola verso il fondo e mettendo davanti la sacca.

«Vestiti, eh?» commentò Cadiz, togliendo un pezzo della buccia verde-gialla. «È la prima volta che sento parlare di Jay Madog che dà dei vestiti a una donna. Ho sempre sentito dire che preferiva toglierglieli, bada bene. A sentire Sally Jane Parkiner, non aveva più un solo filo di tessuto addosso quando attraversò le Pianure di Sale con Mad Dog. Lui le strappò i vestiti direttamente dalla schiena.» Tolse un altro pezzo di buccia e riuscì a estrarre un pezzo di polpa della grandezza di un noce. «Ovviamente, posso anche capire perché tu ci tenga tanto a coprirti.» Si infilò il pezzo di frutto in bocca. «Cosa ti ha portato? Un’acconciatura e un velo?»

Delanna non la stava ascoltando. Si stava chiedendo cosa avrebbe potuto dire a Cadiz per farla andare via. Ovviamente era impossibile riuscirci senza insultarla. Stava chiedendosi se dirle che Jay la stava cercando, quando Cadiz si alzò di nuovo, prese un altro frutto dal sacco e uscì sbattendo la porta.

Delanna aspettò fino a quando non udì chiudersi la porta esterna, poi attese un altro paio di minuti, che le sembrarono infiniti, prima di alzarsi e di togliere la busta dalla rastrelliera. La poggiò delicatamente sul sedile, poi uscì nel corridoio e controllò in entrambe le direzioni: non c’era nessuno in vista, ma Cadiz aveva la sconcertante abitudine di apparire dal nulla. Tentò di chiudere a chiave lo scompartimento, ma non riuscì a inserire il chiavistello. Dal finestrino filtravano i raggi obliqui del sole del tardo pomeriggio. Non c’erano ombre.

Si sedette, si mise la busta in grembo e la aprì. «Cleo?» sussurrò, poi infilò dentro una mano. Trovò una camicia a fiori simile a quelle indossate dai minatori, un paio di pantaloni stazzonati e un maglione di lana. Delanna li tirò fuori dalla busta frettolosamente. Sul fondo della busta c’era una pesante scatola di cartone. Delanna lanciò di nuovo un’occhiata ansiosa al corridoio, poi, con il cuore che le batteva forte, aprì la scatola.

Maggie le aveva mandato un pranzo: alcuni panini, un contenitore di latte, tre frutti simili a quello che stava mangiando Cadiz e un biglietto. «So che per te tutto questo è stato molto difficile, ma andrà tutto per il meglio. Sonny è uno degli uomini migliori che conosca.»

«Bella camicia,» commentò Cadiz, entrando nello scompartimento nel suo tipico modo. «Quando la indosserai, somiglierai a Frank Fuller. Stiamo arrivando a Last Chance.»

«Davvero?» replicò Delanna, tentando di evitare che le lacrime le arrochissero la voce. Tutto il possibile, aveva detto Jay Madog, ma non aveva avuto alcuna intenzione di salvare Cleo. Aveva una carovana da guidare e, in ogni caso, Cadiz l’aveva avvertita di non fidarsi mai di quello che diceva. Evidentemente aveva ragione.

«Di cosa ti crucci?» chiese Cadiz, togliendo gli zaini dalla rastrelliera. «Quella camicia non è poi così brutta, però i pantaloni sono addirittura orrendi.»

Delanna chiuse la scatola e ammucchiò i vestiti su di essa. «Per quanto tempo ci fermeremo qui?»

Cadiz le rivolse un’occhiata inespressiva. «Fino a quando non saremo pronti a partire, immagino.»

«Posso lasciare le mie cose sul treno?»

«No, a meno che tu non voglia che tornino a Grassedge. Questo è il capolinea.» Riuscì ad aprire la porta e vi fece passare gli zaini.

«Ma…» fece Delanna.

«Last Chance, signorine,» annunciò Jay, sporgendosi oltre gli zaini per affacciarsi nello scompartimento. «Avete fatto un bel viaggio?»

«È qui che prenderemo la coincidenza?» gli chiese Delanna, ma ricevette la stessa occhiata inespressiva rivoltale pochi istanti prima da Cadiz. «Il treno arriva davvero solo fin qui?»

«Certo. Dovremo coprire il resto del percorso viaggiando in carovana.»

«Carovana? Vuoi dire in autobus o qualcosa del genere?»

«No, viaggeremo nei solaris. Maggie non te lo ha spiegato?»

Maggie non le aveva spiegato un bel po’ di cose. E quante avrebbe dovuto scoprirne nel modo peggiore? «Nei solaris,» ripeté Delanna. «E quanto sarebbe lungo questo resto del percorso?»