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B.T. era stato solo un bambino quando Delanna era andata via, ma dubitava che sarebbe servito ricordarlo a Cadiz. Invece le chiese,»Di solito ti avverte se sta per andare a fare un giro?»

Cadiz rifletté un istante. «Non penso che sia mai andato a fare un giro, non senza Sonny, almeno.» Aggrottò la fronte e annuì. «Sarà meglio che vada a chiederlo.»

«Chiederlo a chi?»

«A Sonny. Gli chiederò se B.T. sia mai andato a farsi un giro da solo.» Cadiz si infilò le scarpe, uscì dal solaris e si avviò verso l’inizio della carovana. «Tu vieni?» gridò a Delanna da sopra la spalla.

Delanna scosse la testa. «Rimarrò qui per vedere se chiama qualcuno,» rispose. O forse chiamerò Maggie Barlow, pensò. Ormai l’avvocato aveva avuto molti giorni per lavorare sugli appigli legali che sosteneva di aver trovato. Delanna passò sul sedile di guida e poggiò Cleo su quello del passeggero. Le membrane nittitanti dello scarabeo si aprirono di scatto e rimase a fissare Delanna mentre prendeva il microfono e alzava il volume.

«Deve bollire a fuoco lento tutto il pomeriggio, poi appena prima di…» Delanna cambiò frequenza a malincuore, poiché ricordava che, il giorno precedente, Cadiz aveva trovato tutte le frequenze occupate. Senza dubbio avrebbe avuto lo stesso problema: era improbabile che Mrs. Siddons o qualcuno come lei le cedesse la frequenza come aveva fatto per Sonny.

«Nonno Maitz sta chiamando per…»

Continuò a ruotare la manopola.

«…ma quel simpatico Sonny Tanner le ha strappato il microfono di mano prima che Cadiz potesse dire…»

«…a Spencer’s Wagon, e tu sai cosa è successo lì quella volta che gli O’Hara hanno fatto il viaggio. Jay Madog portò Ingrid O’Hara nel suo solaris e…»

«…dritta nel ruscello di sale, ma Nagle dice che le ha parlato e che lei non somiglia per nulla alla madre.»

«Be’, grazie a Dio, allora!»

«…se avessi una moglie, di sicuro non viaggerei con la carovana di Madog…»

«…ha detto a Cadiz di chiamare, dunque è probabile che sua moglie non sappia neppure come…»

Delanna ruotò di nuovo la manopola e, sorprendentemente, trovò una frequenza libera: Cadiz non doveva ancora avere avuto il tempo di collegarsi e di riferire la storia dell’avventura di Delanna con i cespugli reddsie. Era sicura che la storiella avrebbe attirato maggiore attenzione di Sonny che cercava B.T., ma, almeno per quel giorno, il pettegolezzo peggiore che avrebbero potuto diffondere era che lei non sapeva far funzionare la radio.

Ma si sbagliavano: sapeva come usarla, e anche bene. Pulì il frontalino sudicio del trasmettitore con le dita fino a quando non riuscì a leggere i codici di chiamata che sapeva dovevano trovarsi lì. «Qui nove-bravo-X-ray chiama Grassedge alfa-dog-zulu. Mi sentite?»

«È il solaris di Sonny, ma non sembra lui, oppure Cadiz,» commentò una voce di donna. Fortunatamente non era quella di Mrs. Siddons.

«Chi è alfa-dog-zulu a Grassedge?» chiese un’altra voce.

«Maggie Barlow,» rispose Delanna.

«Tu non sembri Maggie,» replicò la prima voce di donna.

«Io non sono Maggie, ma sto tentando di mettermi in contatto con lei,» spiegò Delanna, ormai esasperata. Al diavolo il protocollo!

«Ah, ma perché non l’hai detto subito?» chiese la seconda voce.

«Oggi Maggie è andata alle miniere,» annunciò la prima voce. «Frank Fuller si è fatto beccare mentre tentava di fare un altro imbroglio dei suoi. Se quel tizio passasse a lavorare metà del tempo che spreca progettando piani per arricchirsi in fretta, avrebbe abbastanza soldi per andarsene in pensione su Rebe Terzo.»

Le oche avevano iniziato a starnazzare e Cleo si estese parzialmente per voltarsi a guardarle.

«Ma chi userebbe la uno-zero-sette per chiamare Grassedge?» chiese la seconda donna.

Lo scarabeo poggiò una zampa sulla carrozzeria del solaris. Delanna si sporse per afferrarla, ma Cleo ritrasse tutte e tre le zampe su quel lato del corpo e si aggrappò alla carrozzeria solo con una coppia di zampe laterali, sembrando una palla sbalzata di gioielli appesa lì senza alcun valido motivo.

«Deve essere la sposa novella di Sonny Tanner. Solo lei sarebbe capace di fare una cosa del genere. Deve interrompere subito la comunicazione, Mrs. Tanner. Questa è una conversazione privata; abbiamo prenotato in anticipo l’uso di questa frequenza.»

«Io non…» Ma Delanna sentì il click del microfono prima di riuscire a pronunciare «Mrs. Tanner!» e seppe di essere stata tagliata fuori.

«Subito, per favore. Siamo su una frequenza medica e questa discussione deve rimanere tra me e la mia paziente.»

«Mi dispiace,» mormorò Delanna. Si chiese se il dottore e la sua paziente fossero davvero le uniche due persone sintonizzate su quella frequenza, o se anche altre persone stessero origliando, ma, fino a quando sarebbero rimaste in silenzio, nessuno avrebbe mai potuto saperlo. Probabilmente alcuni origliavano davvero: persone come Mrs. Siddons e quelli come lei e, probabilmente, tutti sapevano esattamente chi fossero. E anche l’identità di quelli che non avrebbero mai origliato era ben nota. Delanna si sorprese a sperare che il dottore e la sua paziente fossero abbastanza simili a Sonny da perdonare la sua interruzione. Non voleva metterlo in imbarazzo più di quanto non avesse già fatto. Il che significava che avrebbe fatto meglio a non discutere via radio della vendita della proprietà con Maggie, a meno di non parlare in codice.

Poggiò il microfono sulla forcella e afferrò Cleo per il carapace proprio mentre stava per sgattaiolare fuori dal finestrino. «Oggi niente uova d’oca per te,» affermò. Si mise Cleo in testa, poggiò il cappello sformato di Cadiz sullo scarabeo e uscì dal solaris.

Non c’era neppure un filo di vento e l’aria era perfino più soffocante di prima. Delanna seguì la linea sinuosa di solaris e rimorchi che si snodava lungo i bordi delle numerose doline. La strada era in salita e più ripida di quanto si fosse aspettata, ma almeno poteva vedere il veicolo di Jay e tutti gli altri in cima alla collina. Continuò a camminare mentre i suoi passi sollevavano sbuffi di polvere intorno alle caviglie.

Quando ebbe aggirato l’ultimo fosso e si fu avvicinata alla cresta della collina, la prima cosa che notò fu che la linea di nuvole scure sembrava più lontana, ma sembrava estendersi lungo l’intero panorama: il temporale stava acquistando forza. La seconda cosa che notò fu che il paesaggio sfavillante sotto di lei era trafitto da ombre profonde e crepacci rocciosi: le pianure di sale erano tutt’altro che piatte. Erano state erose dall’acqua fino a formare ripide colline e profondi burroni e Delanna non riuscì a capire in che modo sarebbero riusciti ad attraversarle, mappa o non mappa.

Trascorsero tre giorni prima che giungesse il loro turno di essere calati con l’argano fino a Spencer’s Wagon. Il pomeriggio del terzo giorno, Delanna salì sulla collina per vedere come stesse procedendo il trasporto. Proprio sotto la bandiera gialla del solaris di Jay, gli uomini avevano assicurato un solaris azzurro a una catena, che stava fuoriuscendo dall’argano con una rapidità che allarmò Delanna. Circa trenta metri più in basso, Delanna vide un altro solaris, già in attesa all’inizio di quello che poteva essere al massimo un sentiero da percorrere a piedi e che passava tra un paio di collinette di sale. Ma senza dubbio non avrebbero imboccato quel sentiero.

«Vuoi un po’ di succo di scimmia?»

Delanna sussultò. Non aveva sentito Sonny avvicinarsi alle spalle.

«Mi dispiace,» si scusò lui. «Non volevo spaventarti. Stavo solo tornando a vedere se volevi un po’ di succo, invece dell’acqua tiepida della nostra borraccia, ma poi ti ho visto qui.»

Le stava tendendo una tazza di porcellana dotata di un coperchio svitabile. Era dello stesso colore dei piatti azzurri con il bordo dorato che Delanna aveva visto nel solaris di Jay. Accettò con gratitudine. Anche se si limitava a rimanere seduta nel solaris, beveva più di quanto facessero Sonny e Cadiz, e inerpicarsi lungo il fianco della collina le aveva fatto venire ancora più sete. Tolse il coperchio della tazza e iniziò a bere; il sapore di rosa dell’acqua le diede una sensazione meravigliosa. Stava sollevando la testa per bere fino all’ultima goccia quando sentì Cleo muoversi sotto il cappello. Restituì frettolosamente la tazza e il coperchio a Sonny in modo da potere prendere Cleo, mise lo scarabeo nell’incavo del braccio e lo coprì di nuovo con il cappello.