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«È lì dentro,» replicò Sonny in tono tranquillo.

Cadiz si piegò di nuovo sul bagagliaio, scomparendo fino alla vita mentre sacchi, scatolette vuote, frammenti di ceramica e scatole di dolci volavano in aria. Una delle padelle sfiorò il naso di Delanna, mettendola sul chi vive e permettendole di schivare una scarpa vecchia. Allora si avviò verso il muso del solaris per aiutare Sonny a montare l’albero, in modo da potervi fissare i pannelli solari per catturare gli ultimi raggi del sole. Le sembrava un incarico meno rischioso.

Sonny avvitò il supporto dell’albero, poi iniziò a inserire i paterazzi. Delanna preparò il rotolo di cellule solari e insieme lo fissarono al picco e lo tesero sulle asticelle. Avevano appena finito quando vennero raggiunti da Jay.

«Come va il motore?» chiese a Sonny.

«In quest’ultimo tratto non ha dato troppi problemi,» replicò lui.

E Delanna si rese improvvisamente conto che era stato davvero così. Da quando erano scesi a Spencer’s Wagon, il motore aveva funzionato perfettamente, senza mandare più gemiti, e l’albero di trasmissione non aveva più rischiato di ustionarle la gamba.

«È un vero sollievo,» commentò Jay. «Pensavo che domani sarei stato costretto a trainarvi.» Non stava guardando Sonny, ma Delanna, però la sua espressione era tutt’altro che sollevata. Delanna si chiese quale altra scusa avrebbe potuto escogitare per fare viaggiare Sonny e Cadiz nel solaris mentre Delanna viaggiava nel suo veicolo. E adesso stava forse per chiederle di andare da lui per preparare un’altra mappa?

«Mi farebbe davvero piacere se stanotte usassi il mio programma,» disse a Delanna. «Dopo cena, è ovvio.»

Quando cala la sera e l’atmosfera diventa romantica? si chiese Delanna. «Hai ricevuto nuovi dati rispetto a stamattina, altri sondaggi di Pierce e Nagle?»

«No, ma penso che il temporale si sia spostato,» rispose Jay. «Avremo bisogno di sapere se sulla tua mappa è cambiato qualcosa.»

«È più ragionevole controllare domani mattina,» gli fece notare Delanna. «In questo modo potremo rilevare qualsiasi cambiamento verificatosi durante la notte.»

Jay annuì senza insistere troppo, ma era chiaro che era rimasto deluso. Delanna si chiese che tipo di esca avesse usato per Ingrid O’Hara; sperò che fosse più interessante di un programma di calcolo delle probabilità.

«Be’, adesso me ne vado,» annunciò Jay, anche se non si girò e non sembrò voler fare nulla tranne rubare un po’ d’ombra alla vela del solaris. «Volevo solo assicurarmi che qui dietro tutto fosse a posto.»

Sonny allungò la mano nel solaris e prese la tazza di ceramica con il coperchio, che lanciò a Jay. «Portati dietro questa,» disse quando Jay afferrò al volo la tazza. «E grazie per avermela lasciata usare.»

«Prego,» rispose Jay, poi finalmente si raddrizzò, come se avesse davvero deciso di andare via. In effetti fece tre passi, ma poi si voltò e tornò indietro. Lasciò la tazza sulla carrozzeria del solaris e vi poggiò le mani, scuotendo la testa. «Quasi me ne dimenticavo,» esclamò. «C’è una chiamata per voi sulla frequenza novantasette.»

«È B.T.?» chiese Cadiz, alzandosi tanto in fretta che fece versare del combustibile dal fornello da campo.

«No, è per Delanna. Maggie Barlow sta tentando di mettersi in contatto con te.» Rivolse un sorriso a Delanna. «Se riguarda il tuo baule, fammelo solo sapere e incaricherò qualcuno a Grassedge di occuparsene.» Li salutò con un elegante gesto della mano e andò via, lasciando Sonny che scuoteva la testa mentre andava ad aiutare Cadiz con il fornello da campo.

Delanna aprì la portiera del solaris, si sedette e sollevò il microfono. «Qui è Delanna con una richiesta di chiamata per Maggie Barlow,» dichiarò, poi fece scattare l’interruttore per ascoltare. Il microfono emise alcuni crepitii. Delanna raccolse distrattamente alcuni granelli di sale e li strofinò sui codici di chiamata del frontalino della radio. Alcuni granelli rimasero attaccati.

«Delanna, finalmente sei tu? Mi dispiace di non avere potuto rispondere alla tua chiamata, ma uno dei ragazzi si era cacciato nei guai alle miniere. Se non fossi andata lì, avrebbe rischiato di trascorrere la notte in prigione. Probabilmente se lo meritava, ma forse ha imparato la lezione.»

«Hai qualche notizia da darmi?» le chiese Delanna, quasi certa che non ne avesse nessuna. Se non fosse stato così, Maggie avrebbe chiamato per avvertirla.

«Sì, ho delle notizie. Ti ricordi la faccenda di cui abbiamo discusso prima che tu partissi?»

«Sì, la…»

«Non hai bisogno di dire di più via radio,» la avvertì Maggie. «Se capisci cosa voglio dire.»

«Ricordo,» rispose Delanna. E così aveva avuto ragione sul canale privato: le persone origliavano davvero. «Sì. Quella faccenda di cui abbiamo discusso.»

«Bene, ho lavorato il più in fretta possibile e la faccenda sembra promettere bene, ma per queste cose ci vuole tempo.»

«Quanto tempo?» le chiese Delanna.

«Dovremo solo aspettare che la Corte Itinerante arrivi qui. Senti, so che deve sembrarti un’eternità, ma so anche che se userai questo lasso di tempo per dare a Sonny una mezza possibilità, scoprirai che…»

«Lo farò,» la interruppe Delanna. Non sapeva con certezza quello che Maggie avrebbe detto, ma era fin troppo consapevole che, probabilmente, metà della popolazione di Keramos era in ascolto e pensava che neppure Sonny avrebbe apprezzato le loro illazioni su quello di cui stava parlando Maggie.

«Davvero?» La sorpresa nella voce di Maggie fu genuina. «Pensavo che saresti tornata in te una volta che l’avessi conosciuto di nuovo,» commentò in tono soddisfatto. «Penso che neppure una Straniera potrebbe prendere sotto gamba tutti i sacrifici che ha fatto.»

Quali sacrifici? si chiese Delanna.

«Un giorno, quando avrò più tempo, dovrai proprio raccontarmi di quella scuola esclusiva che hai frequentato,» proseguì Maggie. «Senza dubbio sembra averti fornito un’educazione molto solida, almeno per quanto riguarda il calcolo delle probabilità. Jay è rimasto davvero molto impressionato dalle tue capacità. Sonny deve essere molto fiero. Ti piace il viaggio in carovana? Scommetto che non hai mai visto un territorio del genere a Gay Paree, vero?»

Delanna rivolse un’occhiata alle lunghe ombre che minacciavano di raggiungere i pannelli solari. «No, non avevo mai visto un posto come Spencer’s Wagon,» ammise. «Su Rebe Primo di solito il paesaggio è molto meno movimentato.» Osservò Sonny accendere il fornello da campo e poi arretrare mentre Cadiz vi poneva sopra la pentola. Aprì dei pacchetti e vuotò il loro contenuto nella pentola, poi allungò la mano verso la brocca dell’acqua e praticamente la rovesciò sulla pentola. Sonny le disse qualcosa e Cadiz gli schiaffò la brocca tra le mani, senza dubbio esigendo che fosse lui a versare l’acqua. Sonny obbedì, ma stava sogghignando ed era ovvio che a Cadiz questo dava tremendamente fastidio.

«Hai davvero strisciato sotto qualche cespuglio reddsie?» chiese Maggie.

Delanna fissò il microfono. Ma come aveva fatto Cadiz a trovare il tempo di diffondere via radio anche quella storia? Era stata in giro tutto il pomeriggio, infuriata, da quando aveva capito che B.T. non era a casa, dove si era aspettata che fosse. Delanna sospirò. «È vero: l’ho fatto,» ammise.

Maggie rise di cuore. «Solo a uno Straniero potrebbe venire in mente di esplorare una macchia di quei cespugli strisciando a quattro zampe. Ma cosa ci facevi lì dentro?»

«Io…» Delanna non poteva rispondere Sono andata a cercare Cleo via radio: Doc Lyle avrebbe potuto sentirla. «Io…» Ma non poteva neppure rispondere Sono stata circondata da un gruppo di scimmie incendiarie perché le persone avrebbero potuto portarsi dietro i loro laser quando la prossima carovana sarebbe passata da quelle parti. «Devo andare a cenare,» rispose in tono laconico. «Ciao.»