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L’aria aveva un profumo più dolce, di cose che crescono, anche se era ancora decisamente soffocante. Cleo si era estesa completamente, il metodo migliore per guardare dal finestrino, e sembrava più interessata all’erba e ai cespugli di quanto non lo fosse stata alle colline di sale.

La carovana avanzò serpeggiando attraverso onde di piante simili all’erba che ricoprivano il fondo della vasta pianura; davanti a loro c’era Little Dip: era davvero una semplice pozza d’acqua, però era circondata da un boschetto di alberi rachitici, da cui si innalzava un sottile filo di fumo.

«Be’, tu cosa pensi?» disse Sonny.

«Oh, no!» gemette Cadiz.

«Cosa c’è?» chiese Delanna, fissando il fumo. «Scimmie incendiarie?»

«Scimmie incendiarie!» esclamò Cadiz. «E cosa ci farebbero qui delle scimmie incendiarie?» Tirò il suo zaino sul sedile anteriore e iniziò a frugarvi dentro freneticamente. «Dov’è finito il mio pettine?»

«Non si tratta di scimmie incendiarie,» commentò Sonny in tono divertito. «Cadiz non si preoccuperebbe certo di pettinarsi per una banda di scimmie incendiarie.»

Delanna si protese in avanti per scrutare attraverso il finestrino. Vide un solaris parcheggiato sull’orlo della pozza e un uomo in piedi accanto a esso, le braccia incrociate sul petto, che osservava con calma l’arrivo della carovana. «Chi è?»

«Qualcuno mi presti un pettine!» gridò Cadiz, spostando lo specchietto retrovisore in modo da potersi specchiare.

Con tutta calma Sonny infilò la mano nel taschino e prese un pettine. «Non ti sei mai preoccupata di aggiustarti i capelli per noi.»

«Oh, ma chiudi il becco!» sbottò Cadiz, strappandogli il pettine di mano e passandolo tra i suoi riccioli biondi e scarmigliati.

«Ma chi è?» chiese di nuovo Delanna. Ormai erano abbastanza vicini da permetterle di vedere il volto dell’uomo, se non fosse stato per il solito polverone sollevato dalla carovana che avvolse la pozza fino a quando Delanna non poté vedere più nulla.

«Oh, ma guardatemi!» gemette Cadiz allo specchio. «Perché ieri sera non ho chiesto a Jay se potevo usare la sua doccia sonica?»

Sonny parcheggiò all’estremità della carovana opposta alla pozza, accanto a due solaris i cui pannelli solari erano già stati fissati ai loro alberi. Cadiz, dando un’ultima occhiata carica di nervosismo allo specchietto, si calcò il cappello in testa e saltò fuori dal solaris.

L’uomo si stava già allontanandosi dalla pozza, dirigendosi verso di loro con andatura decisa, ma Cadiz non gli andò incontro. Rimase impalata accanto al solaris, mordendosi nervosamente il labbro.

Delanna venne improvvisamente colpita da un pensiero tremendo. «Non è il veterinario, vero?» chiese, allungando per istinto una mano verso Cleo.

«Il veterinario?» esclamò Sonny in tono sorpreso. «E cosa ci farebbe quaggiù? No, quello è B.T.»

CAPITOLO DECIMO

B.T. percorse gli ultimi metri che lo separavano dal solaris e Delanna pensò, Avrei dovuto riconoscerlo. Era più magro di Sonny e più alto, ma aveva lo stesso sorriso timido, i capelli più scuri gli scendevano fino al collo e il modo in cui si fermò a poca distanza dal solaris e rimase lì, rigirandosi il cappello tra le mani, fu in puro stile Tanner.

Delanna uscì faticosamente dal solaris. Per un attimo si chiese se avrebbe dovuto portare Cleo con sé, ma lo scarabeo si era ritratto completamente nel suo carapace e dormiva alla grossa. Lo lasciò sul sedile e sollevò gentilmente il tettuccio in modo che il rumore non lo svegliasse, poi andò a conoscere B.T.

Nonostante le nuvole di polvere ancora nell’aria, i capelli di B.T. erano umidi e perfettamente pettinati e Delanna notò, con suo grande divertimento, che i baffi erano spariti. E così Cadiz non era stata l’unica a cercare freneticamente un pettine. E dal modo in cui stava guardando Cadiz, ovviamente non c’era nulla di vero nelle voci che riguardavano lui e Mary Brigbotham: B.T. aveva occhi solo per Cadiz, e per nessun altro. Le rivolse un sorriso incerto.

Delanna guardò Cadiz, aspettandosi che sul suo volto comparisse lo stesso sorriso, ma lei stava fissando con rabbia B.T. da sotto il cappello calcato sugli occhi. Nessuno dei due aveva ancora detto una parola.

«Cosa ci fai qui, B.T.?» chiese Sonny rompendo finalmente quel silenzio imbarazzante.

«Ho ricevuto il messaggio in cui mi dicevi che il solaris si era messo a fare le bizze,» spiegò B.T., «e così ho pensato di venirvi incontro a Spencer’s Wagon e mi sono fatto prestare il vecchio solaris di Flaherty. Non volevo che rimaneste in panne nelle pianure.»

«Be’, certo che te le sei presa comoda,» commentò Sonny. «Cadiz è stata attaccata alla radio notte e giorno, cercando di capire dove fossi finito.»

Rivolse un sorriso a Cadiz, ma lei lo gratificò di un’occhiata che sarebbe bastata a mettere in fuga una scimmia incendiaria.

B.T. guardò timidamente Cadiz, poi il suo sguardo tornò su Sonny. «Sono arrivato fin qui, ma poi è scoppiato un temporale durato tre giorni e non sono potuto andare da nessuna parte, però ho immaginato che avevo ancora molto tempo per trovarvi. Ma cosa avete fatto per attraversare le pianure così in fretta? Per caso avete volato?»

«Praticamente sì. Jay ha un nuovo programma,» spiegò Sonny, «e Delanna sapeva come farlo funzionare: è stato facile come scavalcare una pozza di fango.»

«E poi non avevamo bisogno di te,» intervenne Cadiz in tono bellicoso. «Jay e Sonny sono riusciti ad aggiustare il solaris da soli. Jay è bravissimo nell’aggiustare le cose.»

Delanna fissò a bocca aperta prima Cadiz e poi B.T., ma quest’ultimo si limitò a ignorare Cadiz.

«E così questa è tua moglie,» commentò poi, rivolgendo un cenno del capo a Delanna. «Sarebbe stato un bel guaio se avesse deciso di non rimanere. Per un po’ sarà strano pensare che sei un uomo sposato.»

Questo non è il momento di spiegargli che si tratta solo di un matrimonio pro forma, specialmente se Cadiz ha tentato di fare ingelosire B.T. usando Sonny, come adesso sta tentando di farlo ingelosire con Jay, pensò Delanna, poi avanzò e strinse la mano di B.T.

«Probabilmente non ti ricordi di me,» esordì in tono leggero. «Eri solo un bambino quando io sono andata via per frequentare la scuola.»

«Ma come sarebbe stato possibile non ricordarti,» commentò B.T. rivolgendole un sorriso, «visto che Sonny parlava continuamente di te? È sempre stato…»

«Penso che forse sarebbe meglio che tu dessi un’occhiata al solaris,» intervenne Sonny. «Jay e io abbiamo cercato di aggiustare la trasmissione, ma tende ancora a surriscaldarsi. E poi bisogna controllare i collettori e ricaricare le batterie.»

Mentre Sonny alzava l’albero, B.T. aprì il cofano del solaris, continuando a ignorare Cadiz, che lo stava fissando con rabbia, le braccia incrociate sul petto.

«Aspettate,» li avvertì Delanna. «Fatemi prima prendere Cleo.» Girò intorno al veicolo per aprire il tettuccio, ma Sonny aveva già montato il boma e così non riuscì ad aprirlo completamente.

«Cleo?» chiese B.T. «Ma con quante donne viaggi, Sonny?»

«È l’animale di compagnia di Delanna,» gli spiegò Sonny. «Ed è stato introdotto illegalmente sul pianeta, all’insaputa di Doc Lyle, così Delanna non può parlare di Cleo via radio o mostrarla alle persone. Nessuno sa delle sua esistenza, tranne Cadiz e Jay.»

Delanna allungò un braccio verso il sedile posteriore. «Cleo è uno scarabeo,» spiegò. «Lei…»

Cleo non era sul sedile. Delanna strisciò nel retro e tastò sotto il sedile, cercando lo scarabeo. «Non è qui,» annunciò raddrizzandosi. «Cleo non è qui.» Si sporse sul sedile anteriore per vedere se si fosse incuneato sotto il cruscotto.

«Come ha fatto a uscire fuori?» chiese Sonny. «Il tettuccio era chiuso, vero?»