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«Viaggerò io con B.T.,» propose Delanna in tono disinvolto e, come ricompensa dei propri sforzi, ottenne un’occhiata minacciosa da parte di Cadiz e una delusa da parte di B.T. «Solo un istante,» aggiunse. «Devo prendere Cleo.» Scivolò nel retro del solaris e prese lo scarabeo, che le rivolse un’occhiata tanto malevola quanto lo era stata quella di Cadiz, e si aggrappò al cuscino del sedile come se ne andasse della sua vita. Quando Delanna riuscì a staccarlo da lì, metà della carovana era già partita e B.T. stava aspettandola con impazienza accanto al suo solaris.

«Mi dispiace,» si scusò Delanna, poi si sistemò sul sedile del passeggero, staccò di nuovo Cleo e la scaricò sul sedile posteriore. «Adesso va’ a dormire,» la ammonì.

B.T. attivò il solaris e si incolonnò nella carovana alle spalle di Sonny. Delanna si girò per controllare cosa stesse facendo Cleo. Lo scarabeo non stava dormendo. Era aggrappato allo schienale del sedile anteriore e stava tentando di risalirlo. Un solaris si accodò dietro di loro e suoi fari illuminarono direttamente Cleo.

«Oh, no!» esclamò Delanna, si girò e iniziò a staccare le unghie di Cleo dal sedile.

Lo scarabeo le affondò ancora di più. «Cleo, sta giù! Finiranno per vederti.»

«Qual è il problema?» le chiese B.T.

«Ho paura che dal solaris dietro di noi possano vedere Cleo,» spiegò Delanna, tentando di staccare le unghie di Cleo dal sedile. Fu inutile. Ogni volta che riusciva a staccarne una, Cleo si aggrappava allo schienale con un’altra.

«Tieni,» disse B.T. Le passò la sua giacca. «Mettigliela sopra.» Sterzò leggermente in modo che le luci dei fari non illuminassero direttamente il sedile posteriore. «Come va adesso?»

«Meglio, grazie,» rispose Delanna. Tese la giacca sul sedile posteriore come se fosse una tenda e la fissò con una torcia e due bottiglie di ambrosia vuote. «Okay,» disse a B.T. e lui tornò in fila.

«Ma come hai fatto a contrabbandare qui il tuo scarafaggio sotto il naso di Doc Lyle?» chiese mentre Delanna si sedeva e si guardava intorno.

«Non sono stata io, ma Sonny.» Gli raccontò tutta la storia su come Sonny avesse sottratto Cleo alla quarantena e ingannato Doc Lyle, facendogli credere che Cleo fosse finita nello smaltitore di rifiuti a Last Chance. Però iniziò a sbadigliare e continuò a mormorare, «Scusa.»

«Perché non ti concedi un’oretta di sonno?» le propose infine B.T. «Poi potrai guidare tu, mentre io dormo.»

«Okay,» approvò Delanna. «Però prima sarà meglio che dia un’occhiata a Cleo.» Sbirciò sotto uno dei bordi della giacca: Cleo si era ritirata all’angolo opposto del sedile posteriore e si era raggomitolata a palla. «Dorme,» annunciò Delanna, poi si addormentò anche lei, quasi immediatamente.

Dormì molto più a lungo di un’ora. Quando si svegliò era giorno fatto; le pianure piatte e marroni erano scomparse. Ora stavano viaggiando tra catene di dolci colline e qua e là crescevano chiazze di erba grigioverde.

«Che ore sono?» chiese, stiracchiandosi.

«Le dieci passate.»

«Le dieci? Oh, cavolo, mi dispiace. Vuoi che guidi adesso?»

«No. Tra poco faremo una sosta per pranzare con un po’ anticipo e io sono completamente sveglio. Sarà meglio se dai un’occhiata al tuo scarafaggio. Un po’ di tempo fa l’ho sentito muoversi.»

Delanna si girò per guardare Cleo. Sì, si era decisamente mossa: aveva tirato giù la giacca di B.T. e ora era al centro di essa, completamente raggomitolata.

«Ha usato la tua giacca per fare un nido,» spiegò Delanna a B.T. «La tirerò fuori di lì quando ci fermeremo.»

«Non preoccuparti, se la giacca serve a tenerla fuori dai guai. E poi non credo proprio che ne avrò bisogno: oggi sembra che farà molto caldo.»

Delanna guardò fuori del finestrino. Il cielo era limpido e di un azzurro brillante, il terreno intorno alla carovana stava già scintillando. Continuarono a viaggiare attraverso la catena di colline, che adesso erano un po’ meno spoglie e un po’ più verdi.

«Se aguzzi la vista, vedrai le montagne,» la informò B.T., indicando avanti a sé.

Delanna si protese in avanti e socchiuse gli occhi. In un primo momento non riuscì a vedere nulla, tranne alcune nuvole bianche all’orizzonte, poi comprese che stava osservando la neve che copriva le cime delle Montagne Greatwall, ancora tanto lontane che erano quasi dello stesso colore del cielo. «Le vedo!» esclamò. «Ma sono bellissime! Mi ero dimenticata di quanto fossero alte le Greatwall. Ricordo che da bambina pensavo che era da lì che si andava nello spazio.»

Rivolse un’occhiata a B.T. e vide che la stava fissando con la fronte aggrottata. «Cosa c’è?» chiese. «C’è qualcosa che non va?»

«Nulla,» rispose lui. Sbadigliò fin quasi a slogarsi le mascelle e scosse la testa, come se volesse schiarirsela.

«Sei sicuro che non vuoi che guidi io?» insistette Delanna. «Mi farebbe piacere.»

«Non manca molto,» rispose B.T. e Delanna notò che si era accigliato di nuovo. «Non sei assolutamente come mi ero aspettato.»

«Perché, tu cosa ti aspettavi?»

«Non lo so.» Scrollò le spalle. «Sei una Straniera, sei andata in una scuola esclusiva e tutto il resto. Sonny non è neppure andato alla scuola dei lanzye. Io immaginavo che…» Esitò.

Che avrei pensato che Sonny era uno zotico, concluse mentalmente Delanna, rendendosi conto, con un certo disagio, che aveva pensato proprio questo quando aveva visto Sonny, vestito con i suoi rozzi stivali, la camicia a fiori e i pantaloni a sacco, impegnato a tirare quel rimorchio carico d’oche.

«Immaginavo che non avresti saputo cosa fartene di Sonny,» stava dicendo B.T. «Pensavo che saresti saltata a bordo della prossima navetta.»

Questo lo credevo anch’io, pensò Delanna.

«E se lo avessi fatto, immagino che adesso io e Sonny ci staremmo cercando un lavoro nelle miniere. Le persone venute qui pensando che nelle miniere ci si poteva arricchire in fretta sono molto diverse dai coloni.» Scosse la testa. «Le miniere non sono certo il posto più adatto in cui fare crescere Wilkes e Harry. Ma avremmo dovuto fare qualcosa per tirare avanti dieci anni e immagino che fabbricare mattonelle sia un lavoro onesto. Il fatto che tu abbia deciso di rimanere ci offre molte altre possibilità.»

Ma io non rimarrò qui, pensò Delanna. Sonny non aveva detto a B.T. che lei voleva andarsene il più presto possibile, non appena Maggie avesse trovato un modo? Delanna non poteva biasimarlo, se aveva deciso di tacere: annunciare via radio una notizia del genere avrebbe reso il loro viaggio completamente insopportabile, ma Delanna era sorpresa che Sonny non lo avesse rivelato a B.T. la sera precedente. A meno che non avesse pensato che esistesse una possibilità che Delanna cambiasse idea.

Stranamente, quel pensiero non la fece infunare come al solito. Pensò a Sonny che veniva a salvarla nella macchia di arbusti, alle sue parole, «Non mi meraviglio che le scimmie incendiarie siano pazze di te.» Si sentì bruciare le guance e guardò nervosamente B.T., ma lui non si era accorto di nulla.

«Immaginavo che dopo avere frequentato quella scuola esclusiva su Rebe Primo non avresti sopportato di doverti accampare all’aperto,» proseguì B.T., «e di non avere la possibilità di fare un bagno.»

«Non hai sentito la notizia? Ho fatto un bagno: in un ruscello di sale,» lo informò Delanna in tono triste.

B.T. sogghignò. «L’ho sentita. Ma hai sopportato in maniera sportiva i commenti ironici e hai dato una mano con la tenda, la cucina e la guida. Immaginavo che non avresti fatto altro che rimanere seduta a lamentarti, come…» Si fermò, assunse un’aria imbarazzata e poi aggiunse, «Sarà meglio che controlli via radio com’è il tempo davanti a noi.» Iniziò ad armeggiare con la radio.