«Siamo a Milleflores…» iniziò a chiedere Delanna, ma proprio allora Sonny premette i freni e il solaris si fermò dopo una sbandata di qualche metro che strappò alle oche un coro di starnazzi terrorizzati.
«Guarda!» la invitò Sonny, indicando oltre il parabrezza un uccello che stava spiccando il volo da un albero. Era grande e le sue piume erano di un verde vivido, ma mentre superava le cime degli alberi, le ali si allargarono in una visione splendida di tutte le sfumature dell’arcobaleno: un azzurro, un rosso e un viola di intensità abbagliante.
«Ma cosa…» fece Delanna e poi un secondo uccello, dai colori altrettanto vividi, si lanciò dietro il primo razzo dai colori dell’arcobaleno.
Sonny aveva aperto la portiera ed era quasi sceso dal solaris, tentando di seguire il volto degli uccelli mentre svanivano in un lampo nel frutteto di palle di cannone. Rimase a osservare il cielo ormai vuoto per un altro minuto, poi si sedette di nuovo nel solaris ed esclamò in tono eccitato, «Una coppia di mandarini reali! Ma allora i ragazzi avevano ragione! Hanno detto di avere visto un mandarino reale a Milleflores, però io non ci avevo creduto!»
«Sono bellissimi,» commentò Delanna. Non c’era da meravigliarsi che Doc Lyle ne parlasse con tanto entusiasmo. Lei ricordava di avergli detto di non sapere se ne avesse mai visto uno, ma si sarebbe sicuramente ricordata uno spettacolo tanto superbo, anche se aveva avuto solo cinque anni.
«Sono quasi sicuro che sia una coppia che ha fatto il nido,» affermò Sonny. «Doc Lyle impazzirà. Per lui sono come i suoi animali da compagnia. Si è sforzato di farli riprodurre, ma avevo paura che si fossero estinti da molto tempo. Sono un paio d’anni che nessuno vedeva una coppia che ha fatto il nido.» Allungò la mano verso l’interruttore della radio. «Aspetta che Doc Lyle venga a sapere questa notizia.» Prese il microfono. «Sonny Tanner chiama Doc Lyle.»
«Stai chiamando il veterinario?» chiese Delanna, rivolgendo un’occhiata allarmata verso il sedile posteriore. «Ma non verrà fin qui, vero? Per vedere i mandarini reali?»
«No,» la rassicurò Sonny. «Le persone gli riferiscono gli avvistamenti e lui non fa che registrarli.»
«Ma hai detto che i mandarini reali sono un po’ come i suoi animali da compagnia…»
«Ed è così, ma gli avvistamenti sono un buon segno. Verrebbe solo se pensasse che fossero di nuovo nei guai, non quando se la stanno cavando benone. E poi, ha un sacco di lavoro da fare a Grassedge. Non ha il tempo per precipitarsi qui.»
«Ma cosa succederà se Tom Toricelli dice di nuovo qualcosa su Cleo? O se Cadiz racconta alla madre in che modo lei e B.T. si sono fidanzati?»
«La madre di Cadiz ha notizie più succose da diffondere: sono due anni che tentava di fare fidanzare Cadiz e B.T.» Sonny la guardò con aria seria. «Non preoccuparti: Doc Lyle è a cinquemila miglia di distanza. Non comparirà come per magia per toglierti Cleo. Fidati.»
Delanna annuì.
Sonny si girò di nuovo verso la radio. «Non è nel suo ufficio. Deve essere andato alla navetta. Qui è Sonny Tanner che chiama Grassedge. Collegatemi con lo spazioporto.»
Vi fu un crepitio di statica, poi una voce annunciò, «Qui parla Maggie. Di cosa hai bisogno, Sonny?»
«Di Doc Lyle.»
«Non è qui.»
«E dov’è?»
«Non lo so. Mi ha lasciato un messaggio radio in cui mi diceva di eseguire i controlli sulla navetta. Non ha detto dove stava andando.»
«Okay, grazie.» Sonny guardò Delanna. «Probabilmente è andato alle miniere. Non sta venendo qui, se è questo a cui stai pensando. Se fosse diretto qui, avremmo sentito la notizia via radio. E non sarebbe mai venuto da solo. Avrebbe aspettato una carovana.»
Delanna annuì di nuovo, ma allungò una mano sul sedile posteriore, dove Cleo era tornata nel suo nido improvvisato e se la mise in grembo.
Sonny parlò di nuovo nel microfono. «Ho bisogno di sapere dove si trova Doc Lyle.»
Rispose una voce di donna. «Sonny, sono Liv Webster. Doc Lyle è giù a Harvest Home. Le pecore di Harry Corning sono state colpite da un’epidemia di brucellosi. Vuoi che ti metta in contatto con lui?»
«No, grazie, Liv. Quando torna, digli soltanto che ho avvistato una coppia di mandarini reali sulla mia terra.»
«Ho sentito che hai rinunciato alla tua baldoria di nozze per rimanere da solo con tua moglie,» affermò Liv. «E allora come mai ti metti a guardare gli uccelli quando potresti baciare lei?»
«Di’ a Doc Lyle di chiamarmi per i particolari,» replicò Sonny e poi spense la radio. «Ti ho detto che non c’era bisogno di preoccuparsi, Delanna. Harvest Home è a cinquemila miglia dall’altro lato di Grassedge. Se ti farà sentire meglio, però, troveremo qualche nascondiglio per Cleo. Così, nel caso Doc Lyle dovesse venire davvero, cosa che non farà, visto che ha delle pecore da curare, non riuscirà a trovarla.»
«Grazie,» disse Delanna, rivolgendo a Sonny un sorriso colmo di gratitudine. «Lo apprezzerei molto.»
Il sole era tramontato mentre Sonny parlava alla radio e il cielo aveva assunto una tenue sfumatura tra il rosa e il giallo. «Il piacere è tutto mio,» affermò lui.
«Siamo sulla terra di Milleflores?» chiese Delanna, anche se conosceva già la risposta da quello che Sonny aveva detto alla radio.
«Sì. Ho seminato questi campi negli ultimi due anni, tentando differenti colture. Non abbiamo abbastanza manodopera per coltivare altri frutteti, ma immagino che quando Harry e Wilkes saranno abbastanza cresciuti da poter piantare anche loro, avremo abbastanza piantine per creare altri tre frutteti. Nel lanzye ce ne sono quattro, più una fila di alberi lungo la strada.»
Sonny aveva avuto un tono tanto orgoglioso mentre le raccontava dei frutteti che Delanna si sentì in colpa: Sonny doveva essere rimasto incredibilmente dispiaciuto scoprendo che lei non vedeva l’ora di vendere la sua parte di Milleflores.
«Hai fatto molto,» commentò. «Non vedo l’ora di vederlo.»
«Sì,» rispose Sonny in tono cupo. Aprì di colpo la portiera, uscì e si avviò verso gli alberi.
«Cosa c’è?» gli chiese Delanna. «Un altro mandarino reale?»
«Tornerò tra un istante,» le assicurò Sonny, poi sparì tra gli alberi. Delanna aprì il finestrino e si affacciò, osservando il cielo, ma non riuscì a vedere nulla. Però udiva il cinguettio degli uccelli che si apprestavano al riposo serale. La luce stava svanendo in fretta, passando dal rosa-giallo a un azzurro chiaro. Soffiava una leggera brezza, l’aria aveva un odore dolce; doveva essere piovuto da poco.
Cleo abbandonò il grembo di Delanna e si appollaiò sul finestrino, estendendo le zampe anteriori per stiracchiarsi. Delanna osservò il boschetto di palle di cannone, ma vi era già calata l’oscurità e non riuscì a vedere Sonny. Sull’estrema sinistra Delanna scorse un lampo di luce arancione. Qualche falò delle scimmie incendiarie?»
Si udì un fruscio di rami che venivano spostati e Sonny emerse dagli alberi, portando qualcosa tra le braccia. «Tieni,» disse e consegnò a Delanna un enorme mazzo di boccioli rosa attraverso il finestrino.
«Fior-di-rosa,» mormorò Delanna. Affondò il volto nei fiori. «Sono bellissimi.»
«Sì,» commentò Sonny, ancora accanto al solaris. Cleo si arrampicò sul finestrino e uscì fuori. Sonny la bloccò, ancora osservando Delanna. «Bellissimi.»
La sera improvvisamente sembrò farsi incredibilmente silenziosa: gli uccelli non cinguettavano più, la brezza era cessata. «Grazie,» disse Delanna. «Avevo dimenticato quanto fosse bella Milleflores.»
«Sì. È davvero bellissima,» ripeté Sonny e gli uccelli iniziarono a cantare di nuovo. Sonny girò intorno al solaris e si sedette al volante. «Mi ricordo quanto ti piacevano i fior-di-rosa,» commentò, «e quelli nei dintorni del lanzye non sono ancora in fiore.» Accese il motore e iniziò a percorrere di nuovo la strada.