Delanna si fermò, osservandolo lottare con il terreno ostinato e vergognandosi del denaro che aveva sperperato in vestiti, denaro che sarebbe potuto servire per comprare una scavatrice che avrebbe consentito a Sonny di non dover scavare l’intero lanzye a mano.
Sonny gettò via stancamente una palata di terra, ma quando Delanna disse, «Vi ho portato il pranzo,» sollevò lo sguardo con anticipazione e poggiò la pala contro il tronco di un albero.
«Harry, Wilkes, è ora di pranzo» annunciò, avviandosi oltre gli stretti canali verso Delanna e strofinandosi le spalle. «Cosa c’è?» le chiese, guardandola con ansia. «C’è qualcosa che non va?»
Sì, pensò Delanna, io mi sono divertita in giro per Gay Paree, comprando gonne luccicanti e scarpe con i tacchi alti di cui non avevo bisogno e spendendo soldi che sarebbero potuti servire per comprare strumenti utili per la fattoria.
«No,» rispose Delanna, aprendo il sacchetto del pranzo e passando a Harry e Wilkes una ciotola di zuppa e una fetta di pane.
I ragazzi si sedettero sotto l’albero più vicino e iniziarono a divorare il loro cibo, ma Sonny mangiò in piedi, mandando giù la zuppa a grandi sorsi e tornando subito al lavoro di scavo.
«Grazie per il pranzo,» disse a Delanna, appoggiando tutto il proprio peso sulla pala. «Sei sicura che non ci sia nulla che non va?»
«È solo che… state tutti lavorando così duro,» rispose Delanna. «Non c’è nulla che possa fare per aiutarvi?»
«Lo stai già facendo,» replicò Sonny. Si terse il sudore dalla fronte con il dorso della mano. «Sei venuta qui a portarci il pranzo, facendo a piedi tutta questa strada.» Prese un fazzoletto già zuppo e si asciugò la fronte.
Delanna si tolse la sciarpa e gliela tese. Sonny la prese con gratitudine e la usò per asciugarsi il volto. «Non avresti dovuto toglierti questa sciarpa, lo sai,» commentò, guardandole i capelli. «Potresti accecare qualcuno.»
Le rivolse un sorriso e il cuore di Delanna sembrò fare una capriola.
Si toccò goffamente i capelli con una mano. «Ho messo la sciarpa per evitare che le scimmie incendiarie mi seguissero.»
«Non ha funzionato,» commentò Harry e indicò alle spalle di Delanna.
Lei si girò: le tre scimmie incendiarie che erano state in attesa accanto alla porta adesso erano al bordo del frutteto e fissavano i suoi capelli.
«Sembra che tu abbia un vero corteo di ammiratori,» commentò Sonny.
«Probabilmente hanno seguito Cleo. Vogliono continuamente giocare a palla con lei.»
«Non penso che sia Cleo il vero spettacolo,» replicò Sonny e il cuore di Delanna fece di nuovo quella strana capriola.
Ma probabilmente Sonny non ha voluto dire nulla con quella frase, pensò Detanna mentre tornava indietro attraverso i boschi, perché le aveva immediatamente voltato la schiena e aveva iniziato a scavare di nuovo, senza neppure accorgersi che lei era andata via, seguita da Cleo e dalle scimmie incendiarie. Ma si era tenuto la sciarpa: l’aveva infilata nel taschino della camicia.
Delanna si fermò per cercare di nuovo la sorgente termale. Era ovvio che le spalle e il collo di Sonny gli dolessero; un bagno caldo avrebbe potuto alleviare il dolore dei suoi muscoli. E anche per Delanna sembrava una possibilità paradisiaca: l’acqua della doccia, che non rimaneva mai calda molto a lungo, non riusciva neppure a scalfire lo strato di sporco che si raccoglieva sulla pelle ogni giorno, quando lavorava in giardino.
Rimase per un lungo minuto sul sentiero, tentando di immaginare dove fosse stata la sorgente. Laggiù, pensò: all’estremità opposta della radura, sotto una larga roccia piatta, dove spuntava un boschetto di fior-di-rosa carico di boccioli. Ruppe un ramo da uno dei cespugli e iniziò ad aprirsi la strada attraverso la radura, usando il ramo come una scopa. Cleo la seguì, zampettando con una certa difficoltà tra il folto fogliame e, alle sue spalle, le tre scimmie incendiarie rimasero a osservare la scena con notevole interesse.
«Probabilmente ci cadremo dentro tutte e due,» commentò Delanna rivolta a Cleo, «e allora avranno davvero un bello spettacolo da guardare.» Scostò una parte dello strato di foglie, pensando che avrebbe visto la nuda roccia, ma sotto le foglie non trovò che altre foglie. Spazzò via anche quelle foglie e un getto di acqua nerastra iniziò a colmare il fosso.
Delanna usò il ramo per scavare nella massa di foglie bagnate, ma non era abbastanza resistente e si ruppe con un forte schiocco; due delle scimmie incendiarie si tuffarono dietro i fior-di-rosa.
Delanna si chinò e raccolse con le mani due manciate di foglie bagnate. L’acqua era fredda. Probabilmente è solo acqua piovana, pensò, ma tolse un’altra manciata di foglie e fu ricompensata da altra acqua, che colmò il fosso che aveva scavato. Era solo leggermente meno fredda, ma, dopo che Delanna ebbe tolto un altro paio di manciate di foglie, divenne più limpida e quasi tiepida. Cleo mise un’unghia nell’acqua.
«Ho bisogno di una pala o di qualcosa del genere,» mormorò Delanna, «ma almeno la sorgente è ancora qui. Vieni, Cleo. Torniamo a casa.»
Lo scarabeo seguì Delanna lungo il sentiero, attraverso il bosco e fin quasi al recinto delle oche. Poi si fermò di colpo, si girò verso le scimmie incendiarie, che le stavano seguendo mantenendosi a una discreta distanza, e tese le zampe anteriori verso di loro. La scimmia più vicina corse in avanti, afferrò Cleo e la lanciò con violenza in aria. La scimmia più vicina arretrò come un calciatore, prese lo scarabeo con una zampa e lo lanciò alla terza scimmia. Cleo lanciò uno strillo di piacere.
Delanna scosse la testa, controllò le oche, che erano attaccate al recinto e tenevano d’occhio Cleo ed entrò in casa. Probabilmente avrebbe preso la pala e sarebbe tornata subito alla sorgente, ma faceva caldo e lei non aveva pranzato. Si versò un po’ di zuppa in un piatto, trasmise un’altra richiesta di rintracciare Cadiz e mangiò ascoltando la radio.
Lo donna di Rambaugh’s Corner aveva finito di spiegare come attaccare una manica ed era passata a come fare le asole, mentre l’epidemia del virus delle pecore si era estesa a est. C’era una richiesta di rintracciare Doc Lyle e una chiamata per Jay.
«Qui è Clinton Manzilla. Qualcuno sa dove si trovi Jay Madog?»
Dovrebbe essere nelle Pianure di sale, pensò Delanna, ma un’altra voce intervenne dicendo, «Sta guidando una carovana attraverso le Pianure di sale.»
«Col cavolo che lo sta facendo! Sono ormai quattro giorni che stiamo aspettando a Last Chance che si faccia vedere.»
Intervenne la voce di una giovane donna. «Prova a Hashknife Lanzye. Scommetterei qualsiasi cosa che è lassù con Miriam Takahashi.» Sembrava disgustata e Delanna si chiese se fosse la «ragazza dei Collins» a cui Jay aveva «ronzato intorno» dai Flaherty.
Sam Noakes di West Canyon entrò in linea. «Io l’ho visto due giorni fa: era diretto verso sud e sembrava avere una fretta del diavolo. Io penso che sia giù a Meridian con Carolina Goldstein.»
«Ma pensavo che fosse promessa in matrimonio a Dig Perry.»
«Questo non fermerebbe di certo Jay,» replicò la donna in tono derisorio. «Jay Madog è specializzato in future spose.»
E in spose e basta, si disse Delanna con un sorriso mesto. Pensò a Jay che diceva, «Non bisogna credere a tutto quello che si sente per radio.» Anche se lei avesse creduto solo a un decimo delle storie, era decisamente chiaro che non doveva farsi molte illusioni sull’eventualità di riavere presto il suo baule. Il che era un sollievo, anche se avrebbe dovuto portate i pantaloni e le camicie di Wilkes per qualche settimana in più.