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«Io verrò con voi e trasferirò le mie cose dallo scooter al solaris,» disse Cadiz, proprio mentre Sonny iniziava ad aggrottare la fronte. «B.T. potrà darmi una mano.»

B.T. sembrò sorpreso. «Ma c’è solo il cestino da picnic.»

«Devi cercare i miei occhiali da sole. Li ho fatti cadere in quel buco nero che tu chiami sacca. Io aiuterò Delanna a piegare i vestiti.»

«Immagino che potrei rimanere anche qui a osservare la crostata che si raffredda,» commentò Jay, tentando di celare la propria irritazione.

«Probabilmente è così,» approvò Cadiz in tono allegro.

«Solo che c’è la faccenda del mio rimborso,» affermò Delanna. «Dov’è?»

«Nel solaris,» rispose Jay, alzandosi dopo tutto. «Non riuscirete a trovarlo senza il mio aiuto.»

«Come mai, Jay?» gli chiese Cadiz. «Lo hai nascosto sotto il cuscino?»

«No, Cadiz. Hai una mente molto sospettosa, lo sai?» Jay e B.T. si avviarono verso la porta, mentre Cadiz li tallonava da vicino, chiedendosi a voce alta in quale altro posto potesse essere il rimborso.

«Io preparerò il cava,» affermò Sonny quando Delanna gli rivolse un’occhiata interrogativa. Sembrava tanto divertito quanto compiaciuto. «Tu va’ pure con loro.»

La tessera di credito con il rimborso era in una cassaforte a scomparsa, cosa che deluse Cadiz a tal punto che andò all’unità di lavaggio senza fare alcun commento e iniziò a piegare i vestiti.

E quando Delanna guardò la tessera, anche lei per un attimo rimase senza parole. «Non capisco,» affermò infine. «Questa non può essere la cifra esatta.»

«Le spese di trasporto di Jay possono essere una vera mazzata,» commentò Cadiz, «in molti sensi. Ehi, posso prendere in prestito questa?» Sollevò una gonna gialla ricamata a fiori rossi.

«Certo. Trova la camicetta dello stesso colore e prendi anche quella,» rispose Delanna, fissando ancora la tessera. «Ma, Jay, non capisco questa tessera.»

«Diciamo che penso che tutti debbano avere delle opzioni e che questa tessera te ne dà una che non avevi,» rispose lui, camminando sul folto tappeto mentre si dirigeva verso la porta. Si fermò sulla soglia per un istante, stringendo il corrimano luccicante. «Quando tornerò, in tempo per il raccolto, avrò un’altra opzione per te.»

La porta sbatté e Jay andò via, lasciando Delanna che fissava ancora la tessera di rimborso.

«Quanto ti ha fatto pagare?» le chiese Cadiz. Aveva già sistemato i vestiti in una pila ordinata, la cui metà superiore spinse tra le mani di Delanna. Sollevando l’altra metà, con un gesto invitò Delanna ad avviarsi verso la porta. «Vuoi dirmelo o no?»

«Nulla,» replicò Delanna, tenendo in precario equilibrio la pila di vestiti mentre faceva scivolare in tasca la tessera e poi apriva la porta. «La tessera contiene l’intera somma che ho pagato per comprare il biglietto, invece della porzione che non ho sfruttato. Non mi ha fatto pagare nulla.»

Maggie aveva detto che poteva accettare il rimborso. Era stata al corrente della sua entità? Delanna immaginava che, se Jay non voleva farle pagare la sua quota, non doveva sentirsi obbligata in alcun modo nei suoi confronti, ma come aveva fatto a ottenere dalla Scoville il rimborso dell’intera somma del biglietto, se Delanna ne aveva sfruttato una parte viaggiando da Rebe Primo a Keramos? Jay doveva essere ricorso ai propri fondi, e se l’aveva fatto, si era spinto ben oltre la sistemazione amichevole che Delanna si era aspettata.

«Sei incredibilmente silenziosa, anche per una come te,» commentò Cadiz mentre camminavano attraverso gli arbusti riarsi dal sole che si aprivano al loro passaggio. Il sole era una palla d’oro che splendeva sull’orizzonte e la polvere luccicava sul fogliame. «Non starai pensando di mollare tutto e di comprare un altro biglietto per Carthage o per qualche altro posto, vero? Voglio dire, con un rimborso totale potresti vivere per qualche tempo quasi dappertutto.»

«Oppure basterebbe per comprare un’altra scavatrice,» rifletté Delanna.

«Dici sul serio? Spenderesti quei soldi per una scavatrice? Ma sarebbe fantastico! Voglio dire, B.T. è così preoccupato di lasciare Sonny nei guai, visto che non ha nessuno che gli dia una mano, e poi ha tutte queste idee su lui e Sonny che mettono su una società, ma non riesce mai a parlarne con Sonny perché non sa cosa succederà a Milleflores se tu te ne vai, o la tua parte viene venduta, e non vuole che papà mi dia una dote superiore alla sua. Ma se Sonny avesse una scavatrice, potrebbero piantare il frutteto all’estremità settentrionale del lanzye e papà potrebbe darci il prato adiacente per costruirci una casa e potremmo finire le trattative prima del raccolto.»

Harry e Wilkes arrivarono di corsa da dietro la casa, Wilkes reggeva Cleo e Harry camminava con lo zaino pieno di vestiti sotto il braccio, con un calzino che penzolava dalla cinghia dove si era impigliato. In silenzio, Wilkes passò Cleo a Delanna.

«L’abbiamo scoperta mentre tentava di andare di nuovo nel bosco,» spiegò Harry. «Ho già messo le oche nel pollaio per la notte e Wilkes si è anche ricordato di dare loro da mangiare.»

«Il cava e la crostata sono sul tavolo,» annunciò B.T. dal portico di pietra. «Wilkes, hai controllato che Harry abbia preso tutte e due le scarpe?»

«Ci sono tutte e due!» gridò Harry. «Andiamo, Wilkes. Crostata!» Entrambi i ragazzi si precipitarono in casa.

«Wilkes è così silenzioso,» commentò Delanna, spostando Cleo in modo che potesse aggrapparsi al collo, permettendole di reggere la pila di indumenti con entrambe le mani. «Harry parla continuamente, risponde perfino al posto di Wilkes.»

«Sì, Harry sa come usare la bocca,» convenne Cadiz, «e Wilkes è come Sonny: è tanto tranquillo che non riesce neppure a dire una parola.»

«Però Sonny parla,» replicò Delanna. «Ma non penso di avere mai sentito Wilkes dire una sola parola. Sa parlare, vero?»

«Ma certo che sa parlare!» esclamò Cadiz. «È solo timido.» Aggrottò la fronte. «Ora che ci penso…» Salì di corsa i gradini e superò la porta che B.T. stava ancora tenendo aperta. «Sonny, Wilkes sa parlare, non è vero?»

Qualsiasi fosse la risposta di Sonny, Delanna non la udì perché la porta si chiuse con un colpo secco, e quando arrivò al tavolo, Jay e B.T. era impegnati in una discussione animata sui vantaggi di trapiantare gli alberelli di palle di cannone all’inizio dell’autunno oppure in un qualsiasi altro periodo.

La crostata era stata consumata e la cavettiera prosciugata, ma quando Jay sembrò essere l’unico che beveva i fondi, Cadiz sparecchiò la sua tazza insieme con i piatti sporchi di crostata, poi organizzò i ragazzi e li guidò verso la porta.

«Vieni, B.T.,» chiamò. «E vieni pure tu, Jay. Abbiamo molta strada da fare. Torneremo tra qualche giorno a prendere la scavatrice,» disse a Delanna. «Se mamma non ha bisogno di me, rimarrò ad aiutarti con le pomarance. Harry, hai preso la giacca?»

Harry corse fuori a prenderla e B.T. indossò la sua.

«Sei sicuro di potertela cavare senza di me per qualche altro giorno?» chiese a Sonny.

«Solo una persona per volta può usare la scavatrice,» gli ricordò Sonny.

«Dovremo montare e mettere in funzionare quel nuovo distillatore,» proseguì B.T., ancora preoccupato.

«Ecco cosa c’era in quella cassa di Sakawa,» commentò Cadiz rivolta a Delanna. «B.T. dice che l’ambrosia di Milleflores si potrà vendere anche fuori del pianeta, se riusciranno a montare il distillatore per trasformare in ambrosia una parte del raccolto.»

«Possiamo farlo dopo avere finito di scavare,» commentò Sonny, uscendo con loro. «Hai sentito Jay. Abbiamo molto tempo prima che arrivino le piogge.»

«Ma adesso non è rimasta molta luce,» commentò Cadiz. «Voi due, datevi una mossa.» Poi spari oltre la porta.

B.T. e Sonny uscirono insieme. Jay bevve un sorso di cava da quella che Delanna avrebbe giurato fosse una tazza vuota, poi si alzò.