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Ricordava quel compleanno. Aveva dato una festa per tutte le ragazze nel suo dormitorio e poi le aveva portate a fare un giro in tutta Gay Paree in K-cottero. E mentre lei sperperava allegramente il denaro in feste, sciocchezze e in uscite notturne non autorizzate, Sonny aveva dovuto lottare per fare andare avanti il lanzye con pochissimi soldi.

Mise il diario nel baule, desiderando di poterlo buttare via, poi andò a controllare la cena. Sonny entrò mentre stava apparecchiando, sembrando meno preoccupato di prima. «Oggi ho fatto molto,» affermò. «La scavatrice mi è stata davvero utile.» Ma non appena ebbe finito di mangiare, si alzò per uscire di nuovo. «Ho ancora molto da fare. Devo scavare i canali nel frutteto occidentale e tagliare alberelli da trapiantare nel frutteto settentrionale prima che arrivino le piogge.» Si avviò verso la porta.

Cleo lo avrebbe seguito, un bagliore luminoso su zampe sottili come bastoncini, ma che muovendosi rapidamente le avrebbero permesso di arrivare alla porta prima che si chiudesse, se Sonny non l’avesse sollevata da terra con una mano. Lei cinguettò sonoramente mentre Sonny la stringeva al petto.

«Che ragazza cattiva. Ma cosa ti è preso, visto che non fai altro che uscire di nascosto e sparire?» la rimproverò Delanna, tentando di toglierla dalle mani di Sonny. Le punte delle zampe di Cleo erano piantate nel tessuto della camicia di Sonny con tanta forza che dovettero faticare in due per staccarle.

«I tuoi capelli hanno un bel profumo,» affermò Sonny quando Cleo finalmente fu libera.

«È un sapone che ho preso da… dal baule di mia madre,» rispose Delanna, coccolando Cleo. «L’ho usato nella sorgente calda, questo pomeriggio.»

«La sorgente termale,» ripeté Sonny, massaggiandosi la spalla come se gli dolesse. «Sembra un’idea allettante.»

«Allora cosa stiamo aspettando?» esclamò Delanna. «In effetti ho di nuovo un costume. Anzi, ne ho due!»

Sonny scosse la testa. «È tardi e io devo aiutarti a pulire questi piatti.»

«Posso lavarli domani.»

«Si sta facendo buio.»

«Non per almeno un’altra mezzora.»

«Devo…»

«Scavare i canali del frutteto settentrionale, montare il distillatore e aggiustare il tetto prima dell’arrivo delle piogge. Be’, potrai farlo domani.»

Sonny rivolse un’occhiata alla finestra, osservando il cielo, poi guardò di nuovo Delanna e lei pensò che stesse per rifiutare. Poi sogghignò. «Andrò a prendere i miei pantaloncini e ci incontreremo alla sorgente. Chi arriva per ultimo è una palla di cannone scema.»

Uscì di corsa dalla porta e la chiuse tanto in fretta che Delanna non poté neppure gridargli, «Non lasciare uscire Cleo!» Le ci vollero altri cinque secondi per comprendere l’improvvisa allegria di Sonny e rendersi conto che sarebbe stata lei la palla di cannone scema.

Delanna lanciò un grido e corse in camera da letto. Poggiò Cleo su un cuscino, frugò nella pila di vestiti puliti, prese il costume dal baule e si cambiò il più in fretta possibile. Era già fuori della porta — era stata attenta solo a non lasciare uscire Cleo — e correva a perdifiato attraverso il giardino verso la fonte, quando si ricordò di non avere preso l’asciugamano e il sapone. Fece per tornare indietro, ma poi scorse Sonny che, proveniente dalla baracca, scendeva lungo il fianco della collina a rotta di collo. Capì che era più veloce, ma che lei aveva un vantaggio che le avrebbe permesso, se ce la metteva tutta, di arrivare prima di lui al boschetto e che, se riusciva a farlo mantenendosi sul sentiero, Sonny avrebbe avuto molte difficoltà per superarla.

Una volta uscita dal giardino, il terreno accidentato la costrinse a fare maggiore attenzione a dove metteva i piedi nudi, ma era ancora in vantaggio quando arrivò al sentiero che conduceva al boschetto. Sonny la raggiunse in fretta, ma non poteva superarla senza deviare dal sentiero, rischiando di mettere i piedi su qualche pietra o di andare a sbattere contro un cespuglio o qualche albero. Per il minuto che impiegarono per raggiungere verso la sorgente, Delanna fu sicura di avere vinto e stava già per gettare un grido di trionfo, ma non aveva immaginato che Sonny l’avrebbe superata nelle tre falcate che gli ci vollero per attraversare la radura fino alla riva. Si tuffò a testa in avanti dalle stesse rocce da cui Wilkes aveva trascinato in acqua Harry qualche giorno prima. Con uno strillo, Delanna lo imitò e affondò nell’acqua dal calore celestiale, con la testa e tutto.

Solo per sentirsi sollevare da due braccia muscolose.

«Stai bene?» le chiese Sonny, con le mani che le stringevano ancora le spalle.

«Ma certo!» rispose Delanna, scostando i capelli dalla fronte.

«Però sei arrivata ultima,» commentò Sonny e la gettò al centro della pozza.

Delanna riemerse ridendo.

«Stai bene?» le chiese di nuovo Sonny; questa volta sembrava preoccupato.

«Non certo per merito tuo.»

«Mi dispiace,» si scusò Sonny in tono contrito, nuotando verso di lei. «Ma non sembri ancora abbastanza bagnata.» Improvvisamente si tuffò, la afferrò per le caviglie e la trascinò sotto.

Delanna tornò su ansimando e tossendo. «Pensavo che ti facessero male le spalle,» commentò negli intervalli tra un colpo di tosse e un altro, «e, no, non sto bene. Mi sono bevuta metà della sorgente.»

«Non preoccuparti,» la tranquillizzò Sonny con una risata.»È solo acqua fresca, non sale.»

«Ooh!» gridò Delanna e batté i palmi della mani sull’acqua, spruzzandolo. «Ho sentito tante di quelle battute sull’acqua salata che mi basteranno per tutta la vita,» commentò Delanna, spruzzandolo a ogni parola.

Sonny sollevò le braccia per difendersi.

«E non voglio più sentirne da te!»

Sonny tentò di afferrarla, ma Delanna si tuffò lontano da lui e nuotò verso la spiaggia.

Sentì che Sonny la seguiva a nuoto, così eseguì una piroetta sott’acqua, cogliendolo di sorpresa, quando non aveva appoggio, poi lo tenne giù per un paio di secondi più del necessario, avvolgendogli le gambe e le braccia intorno al corpo. Quando finalmente Sonny si alzò nell’acqua, Delanna era aggrappata alla sua schiena come Harry aveva fatto con quella di Wilkes.

«Niente più battute sull’acqua salata?» gli chiese Delanna, stringendolo più forte.

«Niente più battute,» si arrese Sonny.

«Tregua?» gli offrì Delanna.

«Tregua,» accettò Sonny e lei lo lasciò andare.

«Quando sarai l’ultimo a tornare, ti sentirai come un sacco di palle di cannone,» scherzò lei, allontanandosi a nuoto con cautela.

Sonny non tentò di seguirla. Stava osservando il cielo, che era rosa pallido, e in cui stavano spuntando le prime stelle, ma Sonny non stava ammirando quegli astri. Stava guardando verso nord-est, verso le montagne Greatwall.

Delanna nuotò verso una delle rocce e vi si arrampicò. Sonny stava ancora fissando le montagne, anche se in quella direzione non c’era nulla di interessante da vedere, tranne una sottile linea di nuvole dorate e rosa. Delanna agitò pigramente i piedi nell’acqua, osservando il riflesso del cielo nella sorgente.

Sonny raggiunse a nuoto le rocce.

«Cerchi le nuvole che annunciano l’arrivo della pioggia?» gli chiese Delanna.

Lui scosse la testa, accigliandosi leggermente. «Le piogge non dovrebbero arrivare per un altro paio di settimane. Oggi hai sentito la radio?»

Delanna annuì.

«Che tempo faceva a Blue Rug?»

Blue Rug si trovava a nord est di Milleflores. «Secco e torrido,» rispose Delanna e quella risposta sembrò soddisfarlo fino a quando lei non aggiunse, «E il barometro era sceso leggermente.» Salì sulla roccia e si sedette accanto a lei, agitando i piedi nell’acqua e osservando il cielo, che aveva assunto una sfumatura di rosa più carico.