«Vengono a sedersi qui,» spiegò Delanna. «Oggi lo hanno già fatto.»
«Lo hanno fatto?» chiese lui. «Erano più di una?»
«Sì,» rispose Delanna, adesso accigliandosi anche lei e chiedendosi cosa stesse succedendo. «Questo pomeriggio ho visto tre scimmie immerse nella polla.»
«Come adesso? Fino al collo?»
«Sì. Perché? Hanno qualcosa che non va? Per caso sono malate?»
«No,» rispose Sonny. «Probabilmente a loro piace fare il bagno di sera nella sorgente quanto piace agli umani.» Salì sulla riva. «Dovremmo…»
«Tornare,» concluse per lui Delanna, avvicinandosi all’orlo della polla.
Sonny le rivolse un sorriso quando Delanna parlò e si chinò per prendere il suo asciugamano, ma era ancora accigliato e rimase in silenzio fino a quando non furono tornati alla casa.
Il che era un bene. Alla sorgente le cose tendevano a sfuggire di mano, specialmente in una sera che profumava di fior-di-rosa. E quello non era sicuramente il momento di complicare le cose più di quanto non lo fossero già, visto che la Corte Itinerante era in orbita intorno al pianeta e, la settimana seguente, avrebbe discusso il caso di Delanna. Maggie l’aveva avvertita di tenersi pronta, non di stringere mani nella luce della luna.
Si aspettò che Sonny la lasciasse sulla porta e si affrettasse a recarsi al frutteto, ma invece entrò in casa e studiò i rapporti ricevuti via radio. «West Wall,» mormorò, scorrendo la lista, «trentuno pollici. Far Reach, ventinove,» ma apparentemente trovò quello che voleva. Poggiò sul tavolo il blocco degli appunti e fece per uscire.
Sulla porta si girò, come se improvvisamente si fosse ricordato di Delanna, che rimase senza fiato come le era già capitato alla sorgente.
«Prima di oggi, hai mai visto le scimmie sedute nella sorgente?» le chiese.
Delanna scosse la testa. «Aspetta: una volta, quando pensavo che fossero impegnate a giocare con Cleo, ho visto una scimmia nell’acqua. Non so dove fosse andata Cleo… o dove pensi di andare adesso.» Cleo si stava dirigendo verso la porta, zampettando furtivamente lungo la parete; il suo stratagemma aveva quasi funzionato.
«No, non lo farai!» esclamò Delanna e balzò verso lo scarabeo. Cleo si afferrò prima all’asciugamano di Delanna e poi ai capelli in disordine, e quando la ragazza riuscì a liberarsi, Sonny si era già chiuso la porta alle spalle.
Delanna sollevò lo scarabeo di fronte a sé e gli diede una bella scrollata. «Stanotte non andrai da nessuna parte,» lo ammonì, poi lo strinse al petto. «E neppure io.»
CAPITOLO SEDICESIMO
Delanna si svegliò udendo i primi starnazzi delle oche per andare a preparare la colazione a Sonny, ma lui era già andato via quando arrivò alla baracca. Tornata a casa, vide che Ragazzone era davanti alla porta principale, insieme con altre scimmie, aspettando Cleo. Delanna entrò e la svegliò; lo scarabeo saltò letteralmente dal letto tra le sue braccia.
Delanna andò in cucina. Sonny aveva lasciato un biglietto: «Sarò tutto il giorno nel frutteto occidentale. Per favore, annota i rapporti sul tempo di Salazar’s Gap e Teapot Lanzye, specialmente le letture del barometro.»
Delanna prese nota coscienziosamente di quei rapporti, anche se non erano diversi dai rapporti di ogni altro lanzye: tempo caldo e secco. Clear Ridge annunciò, «Un paio di nuvole a sud. Ma penso che si tratti di un semplice acquazzone.» Annotando i dati, Delanna si chiese se si trattasse della linea di nuvole che Sonny aveva osservato alla sorgente la sera prima. Sorrise al ricordo del bagno nella sorgente, e di Sonny, poi iniziò a occuparsi delle pomarance, cantando mentre le lavava e le conservava nei sacchetti.
A metà della mattinata erano arrivati tutti i rapporti sul tempo, oltre alla dose giornaliera di pettegolezzi. Apparentemente Jay non aveva perso tempo dopo avere lasciato Milleflores. C’era una richiesta di localizzazione per lui e Evan Brigbotham si inserì per dire, «È diretto su a nord per consegnare un carico a Trickle.»
«E per vedere Lorita Rees.»
«Pensavo che stesse corteggiando Cadiz Flaherty.»
«Ma lei è fidanzata con B.T. Tanner.»
«E quando mai Jay ha dato importanza a una cosa del genere? Ricordi quella volta che la ragazza dei Collins si fidanzò con Miguel Sandros?» Raccontarono la storia con un mucchio di dettagli; Delanna, che stava portando i sacchetti di pomarance in soffitta, la ascoltò distrattamente.
C’era anche una buona notizia. L’epidemia di virus rosso si era estesa a due altri lanzye a sud e Doc Lyle era diretto laggiù per vaccinare le greggi. Delanna sapeva che non avrebbe dovuto essere felice per questo, ma lo era. Significava che Lyle non sarebbe comparso a Milleflores.
Nella tarda mattinata, smise di conservare le pomarance, preparò un cestino da picnic che includeva una crostata appena sfornata e poi fu tanto sporca di succo di pomarancia e di farina che fu costretta a farsi una doccia. Indossò dei vestiti puliti: un completo formato da pantaloncini verdi, una camicetta di pizzo e stivaletti dello stesso colore che arrivavano alla caviglia. Le scimmie incendiarie avevano portato Cleo da qualche parte per giocarci a palla, così Delanna riuscì ad asciugarsi i capelli al sole in santa pace mentre si dirigeva verso il frutteto.
Era più lontano di quando avesse pensato e quando udì il rumore della scavatrice il sole era già alto sulla sua testa. Non appena arrivò alla sommità della collina, il rumore cessò e si rese conto che Sonny doveva averla vista. Le andò incontro a metà strada, coperto di terra e di sudore, ma felice di vederla.
«Ho visto delle persone vestite così solo negli olosceneggiati,» commentò, poi, quasi come se fosse imbarazzato, le tolse il cestino di mano e distolse lo sguardo. «Laggiù c’è una specie di radura,» annunciò, facendole strada lungo il fianco della collina.
File e file di alberi di palle di cannone giravano intorno alla collina formando cerchi quasi concentrici; adesso almeno un quarto degli alberi erano fiancheggiati da canali profondi un metro, che servivano a raccogliere l’acqua piovana per innaffiare le radici, incoraggiandole a crescere in profondità invece che di lato e vicine alla superficie, dove non sempre c’era umidità sufficiente per alimentarle.
Si sedettero all’ombra di un albero dotato di una folta chioma e carico di frutti. Gli alberi erano stati troppo giovani per dare frutti quando Delanna era andata via da Keramos, e così lasciò che Sonny stendesse la tovaglia, in modo da potere dare un’occhiata più da vicino ai frutti screziati. Erano più grandi del pugno di un uomo e crescevano direttamente dal tronco su piccioli duri e spessi. Sulla testa di Delanna, i rami formavano una spirale quasi perfetta fino alla cima; ciascun ramo era carico di frutti per il primo paio di metri, poi iniziavano i rami secondari e le foglie.
«Le palle di cannone sembrano quasi mature,» commentò.
«Lo sono,» convenne Sonny, aggrottando la fronte mentre si univa a lei. «Vorrei che fossero un po’ in ritardo. Mancano ancora due settimane fino all’arrivo dei raccoglitori.»
«Non puoi chiamarli via radio e farli venire prima?»
Sonny scosse la testa. «Esiste un turno per il raccolto dei lanzye. Cambia a rotazione ogni anno.»
«Ma non può essere modificato?»
«No, a meno che le piogge arrivino in anticipo e facciano cadere le palle di cannone. Altrimenti, il turno viene fissato per legge, in modo che nessun lanzye possa avvantaggiarsi sugli altri.»
Anche se un raccolto matura prima di un altro, pensò Delanna. «Ma a voi proprietari di lanzye non viene mai in mente di ribellarvi contro tutte queste leggi?» commentò, poi comprese che Sonny avrebbe pensato che volesse riferirsi alle leggi matrimoniali. «Non ricordavo che gli alberi di palle di cannone crescessero così vicini,» si affrettò ad aggiungere.