— Cos’è che non va? — chiese.
Il vecchio mostrò una borsa.
— Ho comprato questo nuovo modello ieri… — Frugò nella borsa e tirò fuori un consumo-esagono di plastica giallo. — Ma non si adatta al mio consumatutto, e il magazzino non ha più i modelli vecchi.
LUE scelse sulla tastiera un codice di risposta standard. La registrazione di una suadente voce femminile disse: — Per maggior gratificazione ed efficienza il consumo è stato standardizzato. Scusate se avete dovuto affrontare qualche temporaneo inconveniente. Mettete la vostra scheda di riconoscimento nella lettrice. Trasferiremo le unità sul vostro conto appena possibile.
Un po’ stupito, l’uomo ubbidì e fece scivolare la scheda nella lettrice. Aspettò pazientemente il ronzio della macchina, poi ritirò la scheda.
— Grazie. E, possiamo raccomandarle una dose extra di sedativo? Etracen, enervol e pinural sono compatibili col gruppo A tre.
Il vecchio annuì e scomparve tra la folla. LUH rivolse la sua attenzione a due bambini che fecero capolino sullo schermo ridendo per poi nascondersi subito dietro un banco di plastacciaio nell’area della loro scuola. Sorrise e premette una serie di tasti sul pannello. Una voce baritonale, cortese ma sostenuta, disse: — Questo monitor va usato solo per emergenze o per richieste speciali. Tutte le informazioni di routine si possono avere attraverso i pannelli-notiziario installati in tutte le intersezioni.
Uno dei bambini si alzò da dietro il banco e fece le boccacce, poi si mise a ridere. LUH lo guardò finché scomparve dietro l’angolo di un edificio.
Fu attratta da una scena in uno schermo in alto a sinistra. Trasferì l’immagine ai quattro schermi principali davanti a lei.
— Che cosa c’è?
Un uomo urlava istericamente nella sua stanza da bagno. Ma non c’era modo di avere l’audio. LUH manovrò freneticamente per ricevere la voce.
— Aiutatemi… — stava gridando.
— Cos’è che non va? L’uomo cacciò le mani nell’armadietto dei medicinali e rovesciò tutte le boccette, che caddero in terra. Si mise in ginocchio, tirò fuori le pillole a manciate e le ingoiò come un pazzo.
LUH premette un bottone rosso. La voce registrata disse: — Prendete quattro capsule rosse, e dopo dieci minuti prendetene altre due. Arriveremo subito. Non abbiate paura. Prendete quattro capsule rosse…
Chiamò il Controllo. — Bene, ricevuto — disse una voce aspra di uomo. — Ce ne occuperemo noi.
Sospirò stancamente e fece tornare l’immagine dell’uomo che urlava sullo schermo in alto a sinistra. Ora gli schermi centrali mostravano quattro sezioni di montaggio robot. A una di esse sedeva THX. LUH lo guardò. I quattro schermi erano muti. LUH non badò più alla cacofonia di voci nella cuffia. Guardò THX al lavoro, tutto concentrato, i nervi saldi e tesi, i muscoli pure in tensione: manipolava le mani di metallo che avevano il delicato compito di infondere vita radioattiva in un nuovo robot d’acciaio. «Come partorire» pensò.
— Area cinque, sul monitor tre.
— Area cinque, tre quattro uno sette LUH. LUH… — Mi sentite? Collegatevi. Collegatevi.
LUH si rese conto all’improvviso che parlavano con lei. Rivolse l’attenzione all’immagine di un uomo su uno degli schermi principali, in basso a destra.
— LUH tre quattro uno sette — disse. — Dite.
— Si tratta di un controllo — disse l’uomo. — Rispondete. Avete preso la vostra razione di enervol? Seicentoquarantatré grammi?
— Sì — mentì lei.
— Avete preso la razione di etracene durante l’ultimo turno di lavoro?
Lei annuì.
— Dovete fare un controllo medico. Tutti i rilevamenti dei monitor indicano un raggio normale-basso. È stato individuato uno scarto di tre unità, ma non è considerato pericoloso. Grazie.
L’immagine fu sostituita da quella di una zona commerciale.
LUH si chiese quanto avrebbe potuto durare. Quanto sarebbe passato prima che facessero un controllo medico e scoprissero che era colpevole di evasione?
I suoi pensieri furono interrotti dalla voce del supervisore SEN 5241: — Stanno arrivando gli ispettori. State pronta.
— Sissignore.
THX era ancora sullo schermo di sinistra, intento al lavoro. LUH non notò nemmeno l’esplosione nella sezione montaggio, vicino all’immagine di THX. Non vide la sezione esplodere con una pioggia di scintille, la spuma bianca del fumo, gli uomini che correvano, i segnali luminosi di pericolo lampeggiare sinistri.
— Monitor area cinque, sul tre. Tre quattro uno sette, emergenza!
Ritornò improvvisamente alla realtà e spalancò gli occhi davanti all’incidente. Toccò subito la tastiera e i quattro schermi principali mostrarono la scena. LUH premette freneticamente i tasti di risposta. Una voce d’uomo suadente disse: — Voi siete un vero credente. Benedizione dello Stato, benedizione delle masse. Voi siete una creatura…
Allarmata, premette altri tasti. Gli schermi mostravano uomini che strisciavano tra il fumo, altri che giacevano inerti, fatti a pezzi. Le fiamme erano dappertutto. Nessun suono. Poi: — Fuori. Evacuate tutto il personale.
— Ci sono trentotto uomini intrappolati là…
— Sigillate tutti i portelli! Attenzione!
— Mantenete la calma. È essenziale procedere correttamente. Prima dell’evacuazione rimuovete i circuiti di comando ausiliari. Le valvole termoioniche…
— Spegnete quel dannato nastro e portate quegli uomini al sicuro prima che l’intera area salti in aria!
— Controllo! Emergenza!
LUH sintonizzò le immagini e il suono sul Controllo. Involontariamente guardò lo schermo dove si era trasferita l’immagine di THX. Lui continuava a lavorare. LUH sentì nella cuffia quel che lui stava ricevendo nella sua:
— C’è stato un incidente nel settore Azzurro, uno quattordici. Non abbandonate i vostri posti. Non c’è nessun pericolo di radiazioni. Ripeto…
LUH premette un altro tasto. Apparvero sullo schermo i dati del livello di radioattività nella sezione di THX. Già quattro punti sopra il normale, in aumento.
— L’incidente nel settore Azzurro ha distrutto sessantatré uomini. Raggiungendo così un totale di duecentoquarantacinque contro i nostri centonovantacinque. Continuate a lavorare e prevenite gli incidenti.
— Tutto bene?
LUH si voltò e vide SEN 5241: mezza età, guance cadenti, borse sotto gli occhi.
— Dovreste essere al vostro posto — sussurrò lei. La console di SEN era accanto alla sua.
— Sembravate sconvolta, fuori di voi. — Tirò fuori dalla tasca del pigiama una bustina di plastica contenente due pillole gialle.
— Ecco. Provate queste. Vi aiuteranno. — Le sorrise.
— Grazie.
Lui rimase a guardarla. LUH prese le pillole e le portò alla bocca.
— Ecco. Vi sentirete subito meglio. Io le uso sempre. Sono speciali. Non si trovano nei negozi e nei dispensari normali. — Sorrise ancora, e LUH rabbrividì.
— Oh, grazie.
— Figuratevi. È un piacere aiutarvi.
SEN socchiuse gli occhi, poi tornò alla sua console. Mise la cuffia e si mise a guardare gli schermi. LUH diede un’occhiata alle pillole, rimaste in realtà nelle sue mani. Le lasciò cadere in terra.
THX camminava lungo il corridoio pedonale, circondato dal rumore insensato della folla che spingeva.
— Così si è buttato sotto al tram — stava gridando qualcuno all’orecchio di un altro, poco avanti a THX.
— Proprio così. Distrutto.
— Vuoi dire che non hai ancora provato l’ekterol?! — stava dicendo una donna alla sua amica. — Sono capsule blu, ed è un vero paradiso.
Dagli altoparlanti sul soffitto, i soliti annunci.
— Tenete i marciapiedi puliti, prego.
— Lavorare bene è bello.