Combatterono per quasi un anno. Alla fine, Oceano capì di aver perso. I terrestri cominciarono a essere sospinti verso Iperione dalle pressioni che Gea esercitava tramite Giapeto, Crono e Mnemosine.
Oceano cambiò tattica. Entrò nelle menti dei suoi prigionieri e li risvegliò.
— Temevo fin dall’inizio che lo facesse. — La stanza era quasi completamente buia. — Oceano aveva infilato sonde nel vostro cervello, e io dovevo spezzarle. Ho usato una tattica che voi non comprendereste. Però ho perso una di voi. Quando l’ho ritrovata, era stata cambiata.
"Oceano cercava di distruggervi tutti prima che io m’impadronissi di voi. Voleva distruggere le vostre menti, non i vostri corpi. Sarebbe stato abbastanza facile. Vi ha sommerso di informazioni. A uno di voi ha dato il linguaggio degli aerostati, ad altri due il canto dei titanidi. Sono davvero meravigliata che siate potuti sopravvivere senza impazzire."
— Questo non è successo a tutti — disse tristemente Cirocco.
— No, e mi spiace. Cercherò di rimediare, se sarà possibile.
Mentre Cirocco si chiedeva cosa mai si potesse fare per porre rimedio alla situazione, intervenne Gaby.
— Io ricordo di aver percorso una scalinata gigantesca — disse. — Sono passata tra cancelli d’oro e mi sono trovata ai piedi di Dio. Qualche ora fa mi è sembrato di trovarmi nello stesso posto. Puoi spiegarmi?
— Ho parlato con tutti voi — rispose Gea. — Nella vostra condizione, dopo giorni di privazione sensoria, ognuno di voi ha data una sua interpretazione a quel colloquio.
— Io non lo ricordo affatto — disse Cirocco.
— L’hai cancellato. Il tuo amico Bill è andato oltre, ha cancellato quasi tutti i suoi ricordi.
"Parlandovi tramite Iperione, decisi cosa dovevo fare. Aprile era ormai diventata un angelo perché il suo indottrinamento era stato spinto troppo avanti. Cercare di farla tornare quello che era prima l’avrebbe distrutta. L’ho trasportata nel raggio e l’ho liberata al proprio destino.
"La mente di Gene era malata. L’ho portato a Rea, nella speranza che non si unisse più a voi. Avrei dovuto distruggerlo."
Cirocco sospirò.
— No. Nemmeno io l’ho ucciso quando avrei potuto.
— Mi fai sentire meglio — disse Gea. — In quanto agli altri, era assolutamente necessario restituirvi al più presto all’autocoscienza. Non avevo nemmeno il tempo di riunirvi. Speravo che sareste riusciti ad arrivare fin qui, e infatti ci siete riusciti. E ora potete tornare a casa.
Cirocco alzò gli occhi.
— Sì, la spedizione di soccorso è qui. La comanda il capitano Wally Svensen, e…
— Wally! — esclamarono contemporaneamente Gaby e Cirocco.
— Lo conoscete? Lo vedrete presto. Ormai sono due settimane che il vostro amico Bill parla con lui. — Gea sembrava a disagio. La sua voce si era fatta quasi petulante. — È qualcosa di più di una spedizione di soccorso, a dire il vero.
— L’immaginavo.
— Sì. Il capitano Svensen ha le armi necessarie per scatenare una guerra contro di me. Ha una quantità alquanto elevata di bombe nucleari, e la sua presenza m’innervosisce. Questa è una delle cose che volevo chiederti. Vuoi mettere una buona parola in mio favore? Per la Terra non rappresento certo una minaccia, lo sai.
Cirocco esitò un attimo. Adesso era Gea a essere impaurita.
— Sì, penso di poter sistemare la cosa.
— Grazie davvero. Non ha detto che vuole bombardarmi, e appena ha scoperto che esistevano superstiti la possibilità si è fatta ancora più remota. Ho permesso l’ingresso di alcune navette esploratrici, e ora stanno costruendo un accampamento nei pressi di Titantown. Puoi spiegargli tu cos’è successo? Non sono sicura che crederebbe a me.
Cirocco annuì, poi restò a lungo in silenzio, ma sembrava che Gea non avesse più niente da dire. Allora le chiese: — E noi come facciamo a sapere se possiamo crederti?
— Non posso offrirvi nessuna prova. Posso solo chiedervi di credere a quello che vi ho raccontato.
Cirocco annuì di nuovo, poi si alzò. Aveva cercato di farlo casualmente, ma s’accorse che nessuno se l’aspettava. Gaby appariva confusa, ma balzò in piedi anche lei.
— È stato interessante — disse Cirocco. — Grazie per le bevande.
— Ma che fretta c’è? — chiese Gea, sorpresa. — Quando vi avrò riportate giù non potrò più parlarvi direttamente.
— Puoi sempre scrivermi.
— Sbaglio, o sei arrabbiata?
— Non so. Tu lo sai? — D’improvviso era arrabbiata sul serio, e non sapeva perché. — Dovresti saperlo. In fin dei conti io sono tua prigioniera, comunque tu voglia mettere la questione.
— Non è vero, in senso stretto.
— Ho sola la tua parola. Ho solo la tua parola per molte cose. Mi porti in una stanza che sembra uscita da un vecchio film, ti presenti sotto questa forma di vecchia signora tracagnotta, mi offri cose che mi piacciono. Abbassi le luci e mi racconti una storia incredibile. Cosa dovrei credere?
— Mi spiace che tu la pensi così.
Cirocco scosse la testa stancamente. — Lascia stare. Mi sento un po’ depressa, è tutto.
Gaby la guardò, ma non disse niente. Cirocco ne fu irritata, e le parole di Gea l’irritarono ancora di più. — Depressa? Non riesco a capire. Hai fatto quello che volevi fare superando difficoltà terribili. Hai messo fine a una guerra. E ora torni a casa.
— È questo che mi preoccupa — disse Cirocco, lentamente.
— E perché?
— Non ho bevuto la tua storia. Non tutta, almeno. Se davvero vuoi che io vada a perorare la tua causa, spiegami il vero motivo che sta dietro la guerra fra angeli e titanidi.
— La pratica?
— Ripeti un po’?
— Volevo fare pratica. Io non ho nemici, e nei codici del mio comportamento non c’è niente che possa aiutarmi ad affrontare una guerra. Sapevo che prima o poi avrei incontrato la tua razza, e tutto quello che ho scoperto su di voi mette in risalto la vostra aggressività. Giornali, film, libri. Tutto è guerra, omicidio, devastazione, ostilità.
— Ti preparavi a combattere contro di noi.
— Stavo studiando la tattica, nel caso mi ci aveste costretta.
— E cos’hai scoperto?
— Che in guerra sono un disastro. Riesco a distruggere le vostre navi se mi arrivano vicino, ma questo è tutto. Voi potreste distruggermi in un secondo. Non capisco la strategia. La mia vittoria su Oceano è stata solo una prova di forza. Appena siete arrivati voi, Aprile ha rivoluzionato la tattica degli angeli, e Gene stava per fornire nuove armi ai titanidi. Anch’io avrei potuto fornirgliele, è ovvio. Ho visto abbastanza western da sapere come funzionano archi e frecce.
— E perché non gliele hai date?
— Speravo che le inventassero da soli.
— E perché non le hanno inventate?
— Sono una razza giovane. Mancano di inventiva. Colpa mia. L’originalità non è il mio forte. Il verme gigantesco di Mnemosine l’ho copiato da un film. A Febe c’è una scimmia gigantesca di cui vado molto fiera, ma è un’altra imitazione. I titanidi li ho ripresi dalla mitologia, però i loro organi sessuali sono una mia invenzione. — Sembrava così fiera di sé che a Cirocco venne da sorridere. — Insomma, posso creare i corpi, ma dare a una specie di mia creazione un senso di… insomma, la genialità di voi uomini… è una cosa superiore a me.
— Per cui ce ne hai rubato un po’ — disse Cirocco.
— Come?
— Non fare l’ingenua. C’è una cosa, alquanto importante per Gaby e Agosto e me, di cui ti sei scordata di parlare. Finora ti ho creduto, più o meno, e adesso hai finalmente la possibilità di convincermi che hai detto la verità. Perché siamo rimaste incinte?