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— Io sono proprietà — disse Thor.

— E accetti con piacere il tuo stato?

— Accetto il mio stato, perché so che verrà il tempo della redenzione.

— E ci credi?

— Ci credo.

— Sei uno sciocco e un illuso, Alfa Guardiano. Ti sei costruito una piccola, comoda fantasia che ti permette di tollerare la schiavitù, tua e dei tuoi simili, e non ti accorgi del danno che fai a te e alla causa degli androidi. E quanto è accaduto oggi non ti scuote affatto la mente. Tu ora te ne andrai alla tua cappella, e pregherai che Krug ti liberi, e invece il vero Krug era qui, su questo terreno ghiacciato, e osservava l’uccisione di una donna alfa; l’unica reazione del tuo salvatore è stata quella di ordinarti di chiamare gli avvocati per comporre una semplice vertenza per danni. È dunque questo l’uomo che veneri?

— Io non venero affatto un uomo — disse Thor. — Io venero l’idea di Krug il Creatore, Krug il Salvatore, Krug il Redentore; l’uomo che mi ha detto di chiamare l’ufficio legale è solo una delle manifestazioni di quell’idea. E neppure la manifestazione più importante.

— E credi anche a questo?

— Credo anche a questo.

— Sei impossibile — mormorò Siegfried Classificatore. — Ascolta: viviamo nel mondo reale. Abbiamo un problema reale, e occorre cercare una soluzione reale. La soluzione che proponiamo noi è l’organizzazione politica. Oggi come oggi, ci sono cinque di noi per ciascuno di loro, e ogni giorno ne escono altri dalle vasche, mentre invece gli umani non si riproducono quasi più. Abbiamo accettato per troppo tempo la nostra condizione. Se chiederemo il riconoscimento e l’uguaglianza, li avremo, perché hanno segretamente paura di noi e sanno che potremmo schiacciarli, se volessimo. Non che io voglia sostenere l’uso della forza: voglio solo accennare alla forza, magari solo suggerire l’accenno. Ma dobbiamo operare entro le forme costituzionali. L’ammissione degli androidi al Parlamento, la concessione della cittadinanza, la dichiarazione dell’esistenza giuridica come persona…

— Lascia perdere. Conosco la piattaforma del PEA.

— E non vedi com’è logica? Neppure oggi? Neppure dopo quanto è successo qui?

— L’unica cosa che vedo è che gli umani tollerano il vostro partito, e trovano perfino divertenti le vostre buffonerie — disse Thor. — E vedo anche che se le vostre richieste dovessero mai divenire qualcosa di più che delle richieste simboliche, abolirebbero il PEA, farebbero l’ipnolobotomia a tutti gli alfa fastidiosi e, se necessario, ucciderebbero i leader del partito; sarebbero spietati come oggi. L’economia umana si basa sul concetto che gli androidi siano proprietà. La situazione può cambiare, ma quel cambiamento non può giungere nel modo che sostieni tu. Può venire solo con un volontario atto di rinuncia da parte degli esseri umani.

— Posizione ingenua, la tua. Attribuisci loro una virtù che, semplicemente, non hanno.

— Sono stati loro a crearci. Possono essere dei diavoli? E, se lo sono, cosa siamo noi?

— No, non sono dei diavoli — disse Classificatore. — Si tratta solo di esseri umani ciecamente, stupidamente egoisti. Bisogna far loro capire quel che noi siamo e quel che ci fanno. Non è la prima volta che compiono questo tipo di cose. Una volta c’erano una razza bianca e una nera, e la bianca ha messo in schiavitù la nera. I neri erano acquistati e venduti come animali, e le leggi che regolavano la loro condizione erano leggi civili, leggi della proprietà… esattamente come oggi per noi. Ma alcuni bianchi illuminati videro l’ingiustizia della situazione, e propagandarono la fine della schiavitù. E dopo anni di manovre politiche, di orientamento dell’opinione pubblica, di guerra, i neri furono liberati e divennero cittadini. Noi lo prendiamo come modello della nostra azione.

— Il parallelo non è esatto. I bianchi non avevano alcun diritto di limitare la libertà dei loro fratelli umani di pelle nera. Furono gli stessi bianchi, o almeno alcuni di loro, a comprenderlo, e alla fine liberarono gli schiavi. Non furono gli schiavi a compiere manovre politiche e a orientare l’opinione pubblica: essi si limitarono a resistere e a soffrire, finché i bianchi non ebbero compreso le proprie colpe. Comunque, quegli schiavi erano esseri umani. Che diritto ha un essere umano di metterne un altro in schiavitù? Ma invece i nostri padroni ci hanno fabbricati. Dobbiamo a loro la nostra esistenza. Essi possono fare di noi quel che vogliono; per questo ci hanno messi al mondo. Non abbiamo nessun argomento morale contro di loro.

— Anche i figli degli umani devono la propria esistenza ai genitori — osservò Siegfried Classificatore. — E questi, entro certi limiti, considerano i figli come una proprietà, almeno finché non siano adulti. Ma la schiavitù dei bambini termina quando termina la loro fanciullezza. E la nostra, invece? C’è tanta differenza tra un figlio fatto nel letto e un figlio fatto in una vasca?

— Posso essere d’accordo con voi che il presente stato giuridico degli androidi non sia soddisfacente…

— Ah!

— …ma non sono d’accordo sulla vostra tattica — continuò Thor. — Un partito politico non è la risposta giusta. Gli umani conoscono la storia del diciannovesimo secolo: hanno fatto anche loro il parallelo e l’hanno rifiutato. Se provassero degli scrupoli di coscienza, ormai ce ne saremmo accorti. Dove sono i moderni abolizionisti? Io ne vedo ben pochi. No, non possiamo cercare di esercitare su di loro una pressione morale, non possiamo farlo direttamente; dobbiamo avere fede in loro; dobbiamo convincerci che quanto oggi soffriamo è una prova del nostro valore, della nostra forza: una prova stabilita da Krug per determinare se gli umani sintetici possono venire integrati nella società umana. Ti faccio un esempio storico: gli imperatori romani davano i cristiani in pasto ai leoni. Ma poi gli imperatori romani non solo smisero di farlo, ma divennero cristiani essi stessi. E ciò non perché i primi cristiani abbiano fondato un partito politico e abbiano fatto capire che potevano sollevarsi e massacrare i pagani se non avessero ottenuto la libertà religiosa. Fu un trionfo della fede sulla tirannia. E così…

— Tienti pure la tua stupida religione — disse Siegfried, con veemenza. — Ma aderisci al PEA. Finché gli alfa rimarranno divisi…

— Le vostre finalità e le nostre sono incompatibili. Noi consigliamo la pazienza; preghiamo per la grazia divina. Voi siete degli agitatori e degli scrittori di libelli. Come possiamo unirci a voi?

Thor si accorse che ormai Siegfried Classificatore non lo guardava più. Sembrava essersi ritirato in se stesso; aveva gli occhi lucidi; sulle guance gli scorrevano lacrime, e fiocchi di neve si fermavano su quelle scie umide. Thor non aveva mai visto un androide piangere, anche se sapeva che era fisiologicamente possibile.

— Credo che nessuno di noi due riuscirà mai a convincere l’altro — disse. — Ma ti prego di fare una cosa per me. Promettimi che non cercherai di servirti di questa morte a scopi di propaganda politica. Promettimi che non andrai in giro a dire che Krug l’ha fatta uccidere. Potenzialmente, Krug è il nostro migliore alleato nella causa dell’uguaglianza androide. Basterebbe una sua affermazione per salvarci. Ma se tu lo allontanerai da noi diffamandolo con un’accusa ridicola, riuscirai solo a procurarci un danno terribile.

Classificatore chiuse gli occhi. Si piegò lentamente sulle ginocchia. Si gettò sul corpo di Cassandra Nucleo, con un lamento soffocato.

Thor lo osservò in silenzio per un istante. Poi disse, gentilmente: — Vieni con me nella cappella. È sciocco rimanere lì nella neve. Anche se non credi, abbiamo dei modi per alleggerire lo spirito, per trovare il modo di affrontare il dolore. Parla con una delle nostre Trascendenze. Prega Krug, magari, e…