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— Mi adora — disse Lilith, tranquillamente.

— Per il corpo che hai?

— È un buon corpo, Thor. Ma non è solo per quello. Lui vuole essere dominato da un’androide. È pieno delle colpe della seconda generazione. Io l’ho catturato con il sesso, ma lo tengo con il potere della Vasca.

— Il sesso — disse Thor. — L’hai catturato con il sesso. E come? Manuel ha una moglie. Una bella moglie, ho sentito dire, anche se, naturalmente, io non posso pronunciarmi. E se ha una bella moglie, che bisogno ha di…

Lilith scoppiò a ridere.

— Ho detto qualcosa di buffo?

— Tu non hai capito niente degli esseri umani, Thor, vero? Il famoso Alfa Guardiano, caduto nella massima confusione! — Le brillavano gli occhi. Saltò in piedi. — Thor, non sai niente del sesso? Di persona, voglio dire.

— Se ho avuto rapporti sessuali? È questo che intendi dire?

— È questo che intendo dire — rispose Lilith.

Quel cambiamento d’indirizzo nella conversazione lo lasciava perplesso. Cosa c’entrava la sua vita privata con lo studio della tattica rivoluzionaria?

— No — rispose — Mai. E perché dovrei averne avuto? Cosa ne ricaverei, all’infuori di fastidi?

— Piaceri — suggerì lei. — Krug ci ha creato con un sistema nervoso che funziona perfettamente. Il sesso è un divertimento. Il sesso mi eccita; dovrebbe riuscire a eccitare anche te. Perché non hai mai provato?

— Non conosco nessun alfa maschio che l’abbia fatto. E neppure che ci pensi molto.

— Le donne alfa ci pensano.

— Per voi è diverso. Avete più occasioni. C’è sempre un mucchio di maschi umani che vi corre dietro. Le donne umane, invece, non corrono dietro agli androidi; salvo qualche nevrotica, credo. E voi non rischiate nulla, ad avere rapporti sessuali con un essere umano. Mentre io preferisco non invischiarmi con le umane, visto che il primo che passa e che ritiene di subire un torto può uccidermi impunemente.

— E che ne pensi dei rapporti sessuali tra androide e androide?

— A che scopo? Per fare figli?

— Il sesso e la riproduzione sono due cose molto diverse, Thor. La gente va a letto senza fare figli, e fa figli senza andare a letto, continuamente. Il sesso è una forza sociale. Un gioco, un divertimento. Una specie di magnetismo corpo a corpo. Ed è proprio il sesso a darmi potere su Manuel Krug. — D’improvviso il suo tono di voce cambiò: divenne più dolce, perse il timbro didattico. — Vuoi che ti mostri com’è? Togliti i vestiti.

Lui sorrise, cauto. — Seriamente? Vuoi avere un rapporto sessuale con me?

— E perché no? Temi qualcosa?

— Non essere assurda. Solo che non me l’aspettavo… voglio dire che mi sembra fuori luogo… due androidi che vanno a letto assieme, Lilith…

— Perché siamo manichini di plastica? — chiese lei, in tono raggelante.

— No, non volevo dire questo. Siamo carne e sangue, naturamente!

— Ma certe cose non dobbiamo farle, perché siamo nati dalla Vasca. Certe funzioni del corpo vanno riservate ai Figli del Ventre, eh?

— Lilith, tu distorci le mie affermazioni.

— Certo: lo faccio apposta. Desidero educarti, Thor. Siamo qui per cambiare tutto il futuro della società, e tu non conosci ancora una delle fondamentali motivazioni umane. Su, spogliati. Non ti è mai accaduto di provare desiderio per una donna?

— Non so di che desiderio parli, Lilith.

— Davvero?

— Davvero.

Lei scosse la testa. — E poi dici che dovremmo essere uguali agli umani. Tu vorresti votare, Thor. Vorresti portare gli alfa in Parlamento, vorresti la pienezza dei diritti di cittadino. Ma se vivi come un robot! Come una macchina. Sei una prova vivente per tenere gli androidi nella loro attuale condizione. Hai messo il lucchetto a uno dei più vitali settori dell’esistenza, e ti consoli dicendo che son cose che riguardano solo gli umani: gli androidi non dovrebbero pensarci. È un pensiero pericoloso, Thor! Noi siamo umani. Abbiamo un corpo. Per quale motivo Krug ci avrebbe dato i genitali, se non aveva intenzione di farceli usare?

— Sono d’accordo con te, parola per parola, Lilith. Ma…

— Ma, cosa?

— Ma il sesso mi pare poco importante, anche se capisco come queste parole pregiudichino la nostra causa. Sai, Lilith, molti alfa maschi la pensano come me. Non se ne parla molto, ma… — Distolse lo sguardo da lei. — …forse gli umani hanno ragione. Forse siamo davvero una razza inferiore: forse siamo solo un tipo intelligente di robot, fatto di carne e di…

— Tutto sbagliato. Alzati, Thor, vieni qui.

Le si avvicinò; lei gli afferrò le mani e se le portò sul seno.

— Stringimi — disse. — Delicatamente. Accarezza le punte. Vedi come si muovono, come si alzano? È segno che rispondo al tuo tocco. È il modo delle donne di mostrare il desiderio. Cosa senti Thor, toccandomi il seno?

— Sento il fresco della pelle. La levigatezza.

— Cosa senti dentro?

— Non saprei dirlo…

— Non ti senti accelerare il polso? La tensione? Il nodo nelle viscere? Avanti. Toccami il fianco. La schiena. Fai scorrere la mano su e giù. Senti niente, Thor?

— Non ne sono sicuro. Conosco poco queste cose, Lilith…

— Spogliati — disse lei.

— Mi sembra tanto meccanico, farlo così a freddo. L’atto sessuale non dovrebbe venire preparato dal corteggiamento, dalle luci offuscate, da sussurri, musica, poesia?

— Ah, ma allora queste cose le sai!

— Sì, un poco. Ho letto i loro libri. Conosco il rituale e i suoi vari ammennicoli.

— Allora possiamo cominciare con gli “ammennicoli”. Ecco: spengo qualche luce. Prendi un sollevato, Thor. No, non uno stimolatore… la prima volta non conviene. Un sollevato. Bravo. E adesso un po’ di musica. Spogliati.

— Non lo dirai a nessuno, spero.

— Quanto sei sciocco! A chi dovrei dirlo? A Manuel? Caro, gli dirò, sai, caro, ti ho fatto le corna con Thor Guardiano! — Scoppiò a ridere. — Rimarrà un segreto tra noi. Prendilo come una lezione; per umanizzarti. Gli umani hanno rapporti sessuali, e tu vuoi divenire più umano, no? Ti farò scoprire il sesso. — Gli fece un sorriso birichino e prese ad armeggiare con i suoi vestiti.

Thor si sentiva prendere dalla curiosità. Anche il “sollevato” cominciava ad agire sul suo cervello, librandolo a uno stato d’euforia. Lilith aveva ragione: l’asessualità degli alfa era un assurdo, visto che affermavano così risolutamente la propria condizione di umani. Ma chissà se l’asessualità era poi così diffusa tra gli alfa come aveva sempre creduto lui? Forse, troppo occupato dai compiti che Krug gli affidava, aveva semplicemente trascurato di dare alla propria parte emotiva un regolare sviluppo… Gli ritornò alla mente la figura di Siegfried Classificatore, quando piangeva accanto al cadavere di Cassandra Nucleo, e si chiese se per caso…

I suoi vestiti scivolarono a terra. Lilith lo abbracciò.

Si strofinava lentamente addosso a lui, con tutto il corpo. Thor sentiva le cosce sulle sue, il ventre fresco e teso sul suo, i duri nodi del seno sfiorargli il petto. Indagò se stesso per qualche segno di risposta. Non sapeva bene quel che sentiva, anche se, innegabilmente, le sensazioni tattili del contatto erano piacevoli. Lilith teneva gli occhi chiusi, le labbra aperte. Quelle labbra ora cercarono le sue, e la lingua di lei gli penetrò piano fra i denti. Lui le passò i palmi sulla schiena, e poi, d’impulso, affondò le dita nei fianchi. Lilith s’irrigidì e lo strinse con più forza: ora, invece di sfiorare, premeva. Continuarono per alcuni istanti. Poi lei si rilassò e si sciolse da lui.

— Allora? — chiese. — Sentito niente?