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Una seconda muraglia. All’interno della prima. Più alta. Più spessa. Un contrafforte insuperabile, pattugliato da un’infinità di sentinelle pronte a gettare barili di acido disprezzo su chi si avventurava vicino. Thor udì ruggiti di draghi. Dal cielo gli crollò sul capo una pioggia di sterco. Strisciò via: era solo più una cosa china, curva sotto il fardello della propria condizione di cosa. Si sentì gelare. Si fermò sull’orlo dell’universo, in un luogo privo di materia, e lo spaventoso freddo del nulla gli montò dalle caviglie. Laggiù non si muoveva alcuna molecola. Sulla sua pelle rossa luccicava la brina. Toccalo: lo sentirai suonare. Toccalo più forte e andrà in mille pezzi. Gelo. Gelo. Gelo. In questo universo non c’è nessun dio. Non c’è redenzione. Non c’è speranza. Krug mi salvi, non c’è speranza!
Il suo corpo si fuse e ruscello via in un rivolo scarlatto.
Alfa Thor Guardiano cessò di esistere. Non c’è esistenza senza speranza. Sospeso nel vuoto, escluso da ogni contatto con l’universo, Thor considerò il paradosso della speranza senza esistenza e dell’esistenza senza speranza, ed esaminò la possibilità che ci fosse un bugiardo anti-Krug a distorcere malvagiamente i sentimenti del vero Krug. Sono forse entrato nell’anima dell’anti-Krug? È forse l’anti-Krug, colui che si oppone a noi così implacabilmente? C’è speranza di fare breccia nella muraglia per raggiungere il vero Krug che sta all’interno?
No. No. No. No.
Thor, una volta compresa questa triste, irrimediabile verità, sentì che la realtà ritornava ad avere consistenza. Scivolò indietro per fondersi col corpo che Krug gli aveva dato. Era di nuovo se stesso, e giaceva esausto su una cuccetta in una stanza buia e sconosciuta. Fece uno sforzo per guardarsi intorno e vide Krug nella cuccetta vicino. Gli inservienti androidi erano chini su di loro. Su, ora. Tienti. Riesci a camminare? Lo scambio è finito. Terminato dal signor Krug. Su? Su. Thor si alzò. Anche Krug. Si stava alzando. Thor non incrociò lo sguardo di Krug. Krug pareva cupo, abbattuto, svuotato. Senza parlare, si avviarono insieme all’uscita. Senza parlare, si avvicinarono al trasmat. Senza parlare, tornarono insieme nell’ufficio.
Silenzio.
Lo ruppe Krug: — Anche dopo avere letto la tua bibbia, non lo credevo. La profondità della religione. La diffusione. Ma adesso mi è chiaro. Voi non ne avevate nessun diritto! Chi vi ha detto di farmi diventare dio?
— Ce l’ha detto l’amore per voi — disse Thor, con un timbro vacuo.
— L’amore per voi stessi — disse Krug. — Il vostro desiderio di usarmi per i vostri scopi. Ho visto tutto, Thor, quando ero nella tua testa. Gli intrighi. Le manovre. Come hai manipolato Manuel perché manipolasse me.
— All’inizio ci affidavamo solamente alle preghiere — disse Thor. — Ma alla fine mi sono spazientito di attendere. Ho peccato nel cercare di forzare la Volontà di Krug.
— Non hai affatto peccato. Per peccare occorre qualcosa… di sacro. E non ce n’è. Il tuo è un errore di tattica.
— Sì.
— Perché io non sono un dio e non c’è niente di sacro in me.
— Sì. Ora so. Ora so che non c’è speranza.
Thor si avviò alla cabina trasmat.
— Dove vai? — esclamò Krug.
— Devo parlare ai miei amici.
— Non ho ancora finito!
— Mi spiace — disse Thor. — Ora devo andare. Ho brutte notizie da riferire.
— Aspetta — disse Krug. — Dobbiamo ancora parlarne. Voglio studiare con te il modo di smantellare questa vostra maledetta religione. Ora che ne hai compreso la stupidità…
— Scusatemi — disse Thor. La vicinanza di Krug ormai lo lasciava indifferente. La presenza di Krug l’aveva già in sé, marchiata sulla propria anima. Non gli interessava discutere con Krug lo scioglimento della comunione. Il gelo continuava a diffondersi nel suo corpo; si sentiva mutare in ghiaccio. Aprì la porta della cabina trasmat.
Krug attraversò la stanza con rapidità stupefacente. — Accidenti a te, credi di potertene andare via così? Due ore fa ero il tuo dio! Adesso non accetti neppure i miei ordini? — Afferrò Thor e lo strappò via dal trasmat.
L’androide rimase sorpreso nel vedere la veemenza e la forza dell’attacco. Si lasciò trascinare fino a metà stanza prima di tentare una resistenza. Poi, ripreso il controllo di sé, cercò di liberare il polso dalle dita di Krug. Krug continuò a stringere. Lottarono per un poco, con semplici urti e spintoni in mezzo alla stanza. Krug infine lanciò un’imprecazione, afferrò a mo’ di orso le spalle di Thor con il braccio libero e gli assestò degli strattoni feroci. Thor avrebbe potuto sciogliersi facilmente e mandare Krug a terra, ma non poteva alzare le mani su di lui, neppure dopo il ripudio e la cacciata. Cercò di separarsi da Krug senza restituire i colpi.
La porta si spalancò. Entrò di corsa Leon Spaulding.
— Assassino! — strillò. — Via di lì! Giù le mani da Krug!
Nella confusione dell’arrivo di Spaulding, Krug lasciò Thor e si voltò; ansava e le braccia gli pendevano. Thor, voltandosi, vide che l’ectogeno infilava la mano nella tunica per prendere un’arma. Fece rapidamente un passo verso Spaulding, alzò il braccio destro al di sopra della testa e gli sferrò sulla tempia una botta tremenda, di taglio. Il cranio di Spaulding cedette come se fosse stato colpito da un’accetta. L’ectogeno crollò a terra. Thor lo superò di corsa, superò anche Krug (che era rimasto immobile, impietrito) ed entrò nella cabina trasmat. Formò le coordinate di Stoccolma e uscì nei pressi della cappella del Valhallavägen.
Convocò Lilith Mesone. Convocò Mazda Costruttore. Convocò Pontifex Trasmettitore.
— Tutto è perduto — spiegò. — Non c’è speranza. Krug è contro di noi. Krug è un uomo ed è nostro avversario, e la divinità di Krug è un’illusione.
— Com’è possibile? — chiese Pontifex Trasmettitore.
— Oggi sono stato nell’anima di Krug — disse Thor, e riferì quanto era accaduto nel salone di trasferimento.
— Siamo stati traditi — disse Pontifex Trasmettitore.
— Abbiamo ingannato noi stessi — disse Mazda Costruttore.
— Non c’è speranza — disse Thor. — Non c’è Krug!
Andromeda Quark cominciò a comporre il messaggio da inviare a tutte le altre cappelle.
UUU UUU UUU UUU UCU UCU UUU UGU
Non c’è speranza. Non c’è Krug.
CCC CCC CCC CCC CUC CUC CCC CGU
La nostra fede è inutile. Il nostro redentore è nostro nemico.
GUU GUU GUU GUU
Tutto è perduto. Tutto è perduto. Tutto è perduto.
35
I disordini cominciarono immediatamente in varie località. Quando il segnale giunse a Duluth, i supervisori androidi della fabbrica uccisero subito il direttore, Nolan Bompensiero, e allontanarono dagli impianti gli altri quattro funzionari umani. Immediatamente dopo, la preparazione degli androidi semifiniti venne accelerata, eliminando taluni passaggi dell’addestramento: occorrevano braccia per la prossima lotta. A Denver, dove l’impianto per la produzione di veicoli speciali delle Imprese Krug era già diretto dagli androidi, la maggior parte delle lavorazioni rimase ferma per tutta la durata del periodo d’emergenza. A Ginevra gli androidi addetti al normale funzionamento del Parlamento Mondiale staccarono l’energia e il riscaldamento, interrompendo la seduta. Quanto a Stoccolma, la città fu scena del primo pogrom contro gli umani quando gli abitanti di Gamma Town uscirono dai rifugi e invasero i sobborghi residenziali. I primi frammentari dispacci riferivano che molti degli aggressori parevano malformati e fisicamente anormali. I dipendenti androidi delle sei principali reti trasmat occuparono le stazioni di smistamento; su molti circuiti si registrarono interruzioni del servizio; vari passeggeri in transito dal Labrador e dal Messico non raggiunsero la destinazione. Furono considerati irrimediabilmente perduti. Gli androidi alla direzione di numerose imprese sospesero le prestazioni. In molte abitazioni private, i servitori dimostrarono la loro indipendenza in modi che andarono dalla semplice scortesia al ferimento e all’uccisione dei datori di lavoro umani. Tutte le istruzioni sull’auspicato cambiamento di disposizione degli androidi verso gli umani erano trasmesse in continuazione dal Valhallavägen alle altre cappelle. Da quel momento in poi non era più richiesta l’obbedienza ai precedenti padroni. Atti di violenza contro gli umani non erano incoraggiati, a eccezione dei casi necessari, ma non erano neppure proibiti. Atti simbolici di distruzione erano suggeriti come giusta attività nei primi giorni della rivolta. Espressioni di pietà come “Krug sia lodato” e “Krug ci salvi” erano da evitarsi. Ulteriori istruzioni riguardanti gli aspetti religiosi sarebbero giunte successivamente, per dare ai teologi la possibilità di formulare la nuova relazione tra Krug e gli androidi alla luce della recente dimostrazione di ostilità da parte di Krug.