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In qualsiasi momento del giorno e della notte, due o tre androidi, finito il loro turno, stazionavano nei pressi di quella cupola; in apparenza bighellonavano lì a caso, ma in effetti facevano da sentinella per impedire l’ingresso ai Nati dal Ventre: a volte veniva a ficcare il naso qualche giornalista o qualche ospite di Krug, e le sentinelle disponevano di vari metodi, ingegnosi, per allontanarli dalla cappella senza dar luogo al proibito cozzo di volontà tra androidi ed esseri umani. Era una cappella chiusa a tutti i nati da uomo e donna. La sua stessa esistenza era nota solo agli androidi. Thor Guardiano vi giunse proprio mentre i barellieri posavano davanti all’altare Calibano Alesatore. Entrando, Thor eseguì la genuflessione di rito, poggiando a terra un ginocchio e allungando innanzi a sé le mani, con le palme rivolte verso l’alto. L’altare, poggiato in un bagno purpureo di fluidi nutritizi, era costituito di una massa di carne, rettangolare e rosea, sintetizzata nello stesso modo in cui venivano sintetizzati gli androidi. Era materia vivente, ma sprovvista di sensibilità: in effetti non sarebbe stata in grado di mantenersi in vita senza aiuto esterno; veniva alimentata dal di sotto, mediante continue iniezioni di metabolasi. Dietro all’altare c’era un ologramma di Simeon Krug, formato naturale, rivolto verso la porta. Le pareti della cappella erano ornate delle triplette del codice genetico RNA, iscritte dal pavimento al soffitto in infinite replicazioni:

AAA AAG AAC AAU

AGA AGG AGC AGU

ACA ACG ACC ACU

AUA AUG AUC AUU

GAA GAG GAC GAU

GGA GGG GGC GGU

GCA GCG GCC GCU

GUA GUG GUC GUU

CAA CAG CAC CAU

CGA CGG CGC CGU

CCA CCG CCC CCU

CUA CUG CUC CUU

UAA UAG UAC UAU

UGA UGG UGC UGU

UCA UCG UCC VCV

UUA UUG UUC UUU

— Mettetelo sull’altare — ordinò Thor. — Poi uscite pure.

I barellieri obbedirono. Rimasto solo con il beta morente, Thor disse: — Sono Preservatore e dunque posso farti da guida nel viaggio verso Krug. Ripeti con me, più chiaramente che puoi: Krug ci ha messi al mondo e a Krug noi torniamo.

— Krug ci ha messi al mondo e a Krug noi torniamo.

— Krug è nostro Creatore e nostro Protettore e nostro Salvatore.

— Krug è nostro Creatore e nostro Protettore e nostro Salvatore.

— Krug, Ti supplichiamo di guidarci alla luce.

— Krug, Ti supplichiamo di guidarci alla luce.

— E di alzare i Figli della Vasca al livello del Figli del Ventre.

— E di alzare i Figli della Vasca al livello dei Figli del Ventre.

— E di condurci al posto che ci spetta…

— E di condurci al posto che ci spetta…

— …a fianco dei nostri fratelli e sorelle nella carne.

— …a fianco dei nostri fratelli e sorelle nella carne.

— Krug nostro Creatore, Krug nostro Salvatore, Krug nostro Padrone, accoglimi nuovamente nella Vasca.

— Krug nostro Creatore, Krug nostro Salvatore, Krug nostro Padrone, accoglimi nuovamente nella Vasca.

— E concedi la redenzione a chi mi seguirà…

— E concedi la redenzione a chi mi seguirà…

— …nel giorno in cui Ventre e Vasca, e Vasca e Ventre saranno uno.

— …nel giorno in cui Ventre e Vasca, e Vasca e Ventre saranno uno.

— Krug sia lodato.

— Krug sia lodato.

— Gloria a Krug.

— Gloria a Krug.

— AAA AAG AAC AAU a Krug.

— AAA AAG AAC AAU a Krug.

— AGA AGG AGC AGU a Krug.

— AGA AGG AGC… - Calibano Alesatore incespicò sulle parole. — Il gelo mi giunge al petto… — mormorò. — Non riesco… più…

— Termina la sequenza. Krug ti attende.

— …AGU a Krug.

— ACA ACG ACC ACU a Krug.

Le dita del beta si chiusero spasmodicamente sulla cedevole carne dell’altare. Negli ultimi minuti la sua pelle aveva preso un colore più scuro: era passata dal rosso al violaceo. Gli occhi fissavano vitrei. Le labbra gli si erano scostate dai denti.

— Krug ti attende! — esclamò Thor, rabbioso. — Continua la sequenza!

— Non… posso. Non… respiro…

— E allora ascolta me. Ascoltami solo. Formula i codoni nella mente mentre li pronuncio io. AUA AUG AUC AUU a Krug. GAA GAG GAC GAU a Krug. GGA GGG…

Disperatamente inginocchiato accanto all’altare, Thor ripeté fila dopo fila il rituale genetico. A ciascun gruppo di codoni compiva la rotazione prescritta: la doppia elica, movimento dell’estremo rito. La vita sfuggiva rapidamente da Calibano Alesatore. Verso la fine, Thor fu costretto a prendersi dalla tunica un cavo di collegamento, a inserirne un’estremità nella presa del proprio polso, l’altra in quella di Calibano, e a pompare energia nel beta morente per farlo sopravvivere fino al termine delle triplette RNA. Solo allora, ormai certo di avere portato a Krug l’anima di Calibano Alesatore, Thor si staccò, si alzò, mormorò una breve preghiera per la propria salvazione e chiamò una squadra di gamma per portare via la salma.

Teso, esausto, e tuttavia felice per la redenzione di Calibano Alesatore, Thor lasciò la cappella e ritornò al centro di controllo. A metà strada vide una figura alta come lui che lo attendeva: un altro alfa. Strano. Il suo turno doveva durare ancora alcune ore, poi sarebbe venuto l’alfa Euclide Pianificatore a prendere il suo posto. E quell’alfa non era Euclide. Era un androide che Thor non aveva mai visto.

Il nuovo venuto disse: — Thor Guardiano, mi puoi dedicare un istante? Sono Siegfried Classificatore, del Partito d’Eguaglianza Androide. Certo avrai sentito parlare dell’emendamento costituzionale che i nostri amici intendono presentare, al rinnovo del Parlamento. Pensavamo che tu, data la tua posizione accanto a lui, potresti procurarci un appuntamento con Krug, per chiedergli se vuole appoggiare.

Thor lo interruppe bruscamente: — Sai come la penso a proposito del nostro interessamento negli affari politici.

— Sì, ma ormai la causa dell’uguaglianza androide…

— La causa dell’uguaglianza androide si può sostenere in tanti modi. Non intendo sfruttare a scopi politici la mia posizione.

— L’emendamento costituzionale…

— È inutile. Tutto inutile. Amico Classificatore, vedi quell’edificio da cui vengo? È la nostra cappella. Ti consiglio di entrare e mondarti l’anima da questi falsi valori.

— Non appartengo alla tua comunione — rispose Siegfried Classificatore.

— E io non aderisco al tuo partito politico — ribatté Thor Guardiano. — Ora scusami. Ho il mio lavoro al centro di controllo.

— Forse potremmo incontrarci al termine del tuo turno.

— In tal caso disturberesti il mio periodo di riposo. Dopo quest’ultima frase, Thor si allontanò in fretta.

Dovette fare ricorso al rituale neurale della calma per allontanare la collera e l’irritazione che sentiva gonfiarsi dentro di sé.

Partito d’Eguaglianza Androide! pensò con disprezzo. Pazzi! Pasticcioni! Idioti!