— E i mass-media? Saranno costretti a trasmettere a turno. Spiegherete voi al Popolo quel che potrà vedere?
— Al diavolo i mass-media. Avranno da raccontare l’avvenimento più sensazionale dopo la Crocifissione.
— Può darsi. — Connors prese una sigaretta e spinse la scatola verso Charlie. — Tu non ricordi quel che successe ai senatori della California nel ’47, vero?
— Non gli successe niente di buono, immagino.
— Appunto. Furono destituiti. E fu una fortuna che non finissero linciati. Anche se il guasto era lassù in orbita.
«Lo sai: la gente paga alla California una tassa per la griglia. Tutti credono che l’energia provenga dalla California. Se qualcosa va storto, è con la California che se la prendono. Io sono il senatore liberale della California, Charlie: chiedimi la Luna, e forse potrò fare qualcosa. Ma non chiedermi di mettere le mani sulla Valle della Morte.
— D’accordo, d’accordo. Non ti sto chiedendo di organizzarmi tutto. Basta che lo porti a un referendum. Noi faremo tutto il possibile per sensibilizzare l’opinio…
— Non servirà a niente. Avete stentato persino a far approvare la sonda per Scilla… eppure quella non costava niente a nessuno, visto che è l’L-5 a pagare le spese.
— Basta che tu ottenga il referendum.
— Vedremo. Io ho una quota, lo sai. E con l’avvicinarsi del Tricentenario, vorranno tutti proporre qualcosa.
— Ti prego, Bo. Questa è una faccenda molto più grossa. La più grossa di tutti. Cerca di ottenere il referendum.
— Forse potrò assecondare la proposta. Ma non prometto niente.
MARZO 1992
Da Fax Pix, 12 marzo 1992:
ANTICA SONDA SPAZIALE RIVELA DUE STELLE NUOVE
1. Il Pioneer 10 inviò alla Terra la prima foto di Giove nel 1973 (foto a sinistra in alto).
2. Nel 1987 lasciò il sistema solare. Fu il primo oggetto costruito dall’uomo a lasciarlo.
3. Ieri, come riferisce l’NSA, il Pioneer 10 ha incominciato a captare radiazioni pesanti. Le radiazioni sono aumentate fino a raggiungere il massimo verso le 3 p.m. Poi sono diminuite. Le radiazioni devono provenire dall’esterno del sistema solare.
4. Gli scienziati dell’NSA e delle Hawaii dicono che il Pioneer 10 è passato attraverso un disco di radiazioni sincrotroniche provenienti da due stelle di cui non si conosceva l’esistenza.
A. Le stelle sono piccole «nane nere».
B. Le due stelle girano l’una l’intorno all’altra in 40 secondi e impiegano 350.000 per girare intorno al Sole.
C. Una delle stelle è formata d’antimateria, che esplode se tocca la materia normale. Gli scienziati delle Hawaii hanno visto un disco molto fioco di luce invisibile (infrarossa) che si accende e si spegne ogni venti secondi. La luce proviene dalla zona dove si toccano le atmosfere delle due stelle (foto a sinistra in basso).
D. Le stelle hanno un fortissimo campo magnetico. La radiazione proviene dalla materia che sprizza via dalle stelle e cerca di passare attraverso il campo.
E. Le stelle distano dal Sole 5000 volte più di noi. Sono situate ad un angolo anomalo rispetto al resto del sistema solare (illustrazione in basso a destra).
5. L’NSA afferma che queste stelle non rappresentano un pericolo per noi. Sono troppo lontane e, del resto, nel sistema solare non c’è niente che passi mai attraverso la radiazione.
6. L’astronoma che ha scoperto le stelle intende chiamarle Scilla e Cariddi.
7. Gli scienziati dicono che non sanno da dove siano arrivate le due stelle. Tutto il resto che c’è nel sistema solare, invece, ha senso.
FEBBRAIO 2075
Quando incominciò la fase di attracco, Charlie pensò che era quello il momento in cui diventava facile distinguere gli scienziati dai bagagli. Gli scienziati erano nervosi.
In superficie, sembrava tutto molto tranquillo… non era come l’accelerazione al decollo, che faceva male alle ossa e stiracchiava la pelle. Il cilindro scintillante e trasparente dell’L-5 ingrandì adagio adagio e poi si girò per puntare verso di loro.
Il problema era che una colonia spaziale abbastanza grande per ospitare 4000 persone ha più inerzia di Dio. Se lo shuttle avesse urtato troppo velocemente la depressione dell’attracco, si sarebbe accartocciato come una fisarmonica. Una nave spaziale è fatta per sopportare lo stress nell’altra direzione.
Charlie non aveva pagato il biglietto di prima classe, ma lo lasciarono salire comunque nella cupola d’osservazione: un gesto di cortesia professionale. C’erano soltanto altri due, in piedi sul tappeto di Velcro, legati a una sbarra e aggrappati a un’altra.
Erano un uomo e una donna, giovani tutti e due; probabilmente erano nuovi coloni. L’uomo stava parlando in toni eccitati. La donna guardava fissamente davanti a sé e non ascoltava. Stringeva convulsamente la sbarra e serrava i denti. Charlie avrebbe voluto dirle qualcosa per farle coraggio, ma è difficile parlare quando si trattiene il fiato.
Gli ultimi metri sono i peggiori. Non puoi vedere niente oltre la curva dello scafo, e i jet di manovra producono un incessante balbettio di piccoli urti: sinistra, destra, avanti, indietro. Se lo shuttle si fosse accartocciato, la cupola sarebbe andata in frantumi? Oppure sarebbe schizzata via?
La manovra era controllata dal computer, naturalmente. Il pilota non faceva altro che star lì seduto in una nebbia di sudore senza peso.
Poi il gemito sordo, il fremito quasi subsonico quando lo scafo liscio dello shuttle stridette contro i respingenti anti-attrito. Charlie attese il risonante spang che avrebbe annunciato che stavano andando un po’ troppo veloci: le lamine di lega friabile sotto i respingenti che si sgretolavano per assorbire l’energia del moto in avanti: l’ultima trincea.
Se questo non li avesse fermati, avrebbero urtato una muraglia d’acciaio massiccio di due metri di spessore, che li avrebbe fermati senza il minimo dubbio. Una volta era successo. Ma questa volta no.
— Restate seduti, prego, fino a che la pressione non sarà equalizzata — disse una voce registrata. — È stato un piacere avervi a bordo.
Charlie si calò lungo la pertica, e tornò nell’area passeggeri. Raggiunse il suo sedile e attese, obbediente, che gli orecchi schioccassero. Poi il portello laterale si aprì, e insieme agli altri passeggeri si avviò lungo il grosso tubo che conduceva all’ascensore. Erano in piedi sul soffitto. Qualcuno aveva laboriosamente scarabocchiato un graffito sulla parete metallica:
Bloccati su questo ascensore per ore:
Un ascensore che è costato un milione di dollari.
La forza centrifuga non esiste:
L’L-5 risucchia.
Altri trenta secondi d’imponderabilità mentre scendevano. C’erano venti o venticinque persone che attendevano sulla piattaforma di carico.
Charlie uscì nel profumo di fiori d’arancio e d’erba appena tagliata. Era a casa.
— Charlie! Ehi, qua! — Un giovane stava accanto a una bicicletta tandem. Charlie gli strinse entrambe le mani, e salì sul sellino posteriore. — Voglio bere qualcosa.
— Cosa hai…
— Prima bere. Poi parlerò. — Si avviarono lungo la strada levigata che portava verso la cittadina.
Il bar era un semplice tendone sopra un gruppo di tavolini e di sedie, affacciato sul lago al centro della cittadina. Non c’era un barista: andavi al banco di servizio, battevi il tuo numero di credito e poi sceglievi vino o succo di frutta, con o senza alcol distillato a vuoto. Per un po’ parlarono del nervosismo causato dal tragitto con lo shuttle, e poi: