French si fabbrico una sigaretta e l'accese con un fiammifero da cucina che sfrego contro lo schienale d'una sedia. Poi trasse un sospiro.
– Questa tecnica e stata elaborata a Brooklyn – spiego. – Ci si erano specializzati i ragazzi di "Sole" Moe Stein, e avevano finito coll'esagerare.
Si era arrivati al punto che non si poteva attraversare un'area da costruzione deserta senza trovare qualcuno dei loro lavoretti. In seguito sono venuti da queste parti, quel che rimane della banda, per lo meno. Chissa perche, proprio qui.
– Forse abbiamo un numero maggiore di aree da costruzione deserte – insinuo Beifus.
– E strano, pero – prosegui French, con aria sognante. – Quando "Frigna" Moyer ha fatto saldare il conto a "Sole" Moe Stein in Franklin Avenue, nel febbraio scorso, l'assassino ha usato la pistola. A Moe non dev'essere piaciuto affatto.
– Scommetto che e per questo che aveva un'espressione tanto delusa, quando gli abbiamo lavato via il sangue dalla faccia – osservo Beifus.
– Chi e "Frigna" Moyer? – volle sapere Flack.
– Veniva subito dopo Moe, nella banda – gli spiego French. – E molto probabile che questo macello sia opera sua. Non che l'abbia eseguito personalmente.
– E perche no? – chiese Flack, in tono acido.
– Non li leggete mai, i giornali? Moyer e un gentiluomo, ora. Frequenta la migliore societa. Ha persino un altro nome. E per quanto riguarda "Sole"
Moe Stein si da il caso che il giorno della sua morte Moyer fosse al fresco, accusato di gioco d'azzardo. Non siamo riusciti a provare niente, a questo proposito. In compenso gli abbiamo fornito uno splendido alibi. In ogni caso adesso e un gentiluomo, come vi ho detto. E i gentiluomini non vanno in giro piantando scalpelli da ghiaccio nel collo alla gente. Pagano un altro perche lo faccia.
– Avete mai avuto prove solide contro Moyer? – domandai.
French mi lancio un'occhiata penetrante.
– Perche?
– Mi era venuta un'idea – affermai. – Ma debolina debolina.
French mi studio, lentamente.
– Proprio fra noi ragazzi, nel segreto della nostra cameretta vi confidero che non siamo neppure riusciti a provare che il tizio che avevamo arrestato era effettivamente Moyer. Ma non andate a urlarlo ai quattro venti.
Nessuno lo sa, all'infuori di lui, del suo legale, del Procuratore Distrettuale, della polizia in servizio effettivo, della giunta comunale e di altre due o trecento persone.
Si batte il portafogli vuoto di Hambleton contro una coscia, e si sedette sul letto. Si appoggio distrattamente a una gamba del cadavere, accese una sigaretta e la punto contro il suo collega.
– Basta commedie, ora. Ecco i dati che abbiamo, Fred. Innanzitutto questo brav'uomo non era troppo sveglio. Girava il mondo facendosi chiamare dottor G. W. Hambleton e sui biglietti da visita aveva un indirizzo e un numero telefonico di El Centro. Ci sono voluti due minuti esatti, per scoprire che sia l'indirizzo che il numero del telefono erano falsi. Un vero dritto non gioca cosi allo scoperto. Punto secondo. Il nostro uomo era decisamente in bolletta. Qui, nel portafogli ci sono quattordici verdoni esatti, e per le tasche altri due dollari in spiccioli. Nel portachiavi non c'e ne la chiavetta d'accensione d'un'automobile, ne quella d'una cassetta di sicurezza ne una chiave di casa. Ci son solo la chiave d'una valigia e sette passe-partout Yale, limati. E limati di recente, anche. Secondo me il nostro uomo aveva intenzione di ripulire l'albergo. Credete che questi aggeggi servirebbero, nella vostra locanda, Flack?
Flack si fece avanti e fisso le chiavi.
– Due sono delle dimensioni giuste – affermo. – Ma cosi, a occhio non posso dire se funzionerebbero. Se ho bisogno di un passepartout devo chiederlo in direzione. Io ho appena una chiave universale. Posso servirmene solo se il cliente e fuori. – Trasse una chiave di tasca, una chiave appesa a una lunga catena, e la confronto con quelle di Hambleton. Poi scosse il capo. – Cosi come sono non servono a niente. Bisognerebbe limar via ancora parecchio metallo.
French scosse la cenere della sigaretta sul palmo d'una mano, poi la soffio via, in una nuvoletta grigia. Flack torno alla sua poltrona accanto alla finestra.
– Punto tre – annunzio Christy French. – Il morto non aveva ne la patente di guida ne un documento d'identita. Nessuno dei suoi vestiti era stato comprato a El Centro. Certo svolgeva un'attivita poco pulita, ma non aveva ne l'aspetto ne la personalita necessari per spacciare assegni a vuoto.
– Non l'hai visto nei suoi momenti migliori – protesto Beifus.
– E in ogni caso questo albergo non e adatto, per un lavoro del genere – continuo French. – Ha una fama molto dubbia.
– Ma dico, un momento! – scatto Flack.
French l'interruppe con un gesto.
– Conosco tutti gli alberghi della citta, Flack. E il mio mestiere conoscerli. Per cinquanta verdoni potrei organizzare un doppio spettacolo di spogliarello, con piacevolezze varie, di tipo francese in qualsiasi stanza di quest'albergo, nel giro di un'ora. Non cercate di farmi fesso. Voi vi guadagnate il vostro pane, e io mi guadagno il mio. Solo non cercate di farmi fesso. Siamo intesi. Il nostro uomo era in possesso di qualcosa che aveva paura a tenersi addosso. Questo significa che qualcuno gli stava dietro, e cominciava ad avvicinarsi un po' troppo, e lui lo sapeva. Cosi ha offerto un centone a Marlowe perche mettesse al sicuro l'oggetto che gli stava a cuore. Ma Hambleton non aveva la somma necessaria in tasca. Percio deve aver pensato di indurre Marlowe a dividere il rischio con lui. Ragion per cui non poteva trattarsi di gioielli rubati. Dev'esser stato qualcosa di semilegittimo. Dico bene, Marlowe?
– Potete tralasciare il "semi".
French fece un mezzo sorriso.
– Cosi l'oggetto in questione doveva esser qualcosa che si poteva nascondere di piatto o arrotolato, in una scatola del telefono, nel nastro d'un cappello, in una Bibbia o in un barattolo di talco. Noi non sappiamo se sia stato trovato o no. Pero sappiamo che c'e stato ben poco tempo, per cercarlo. Non piu di mezz'ora.
– Sempre che sia stato il dottor Hambleton a telefonarmi – intervenni.
– L'avete sollevata voi, questa questione.
– La cosa non avrebbe molto senso, altrimenti. Certo gli assassini non avevano nessuna urgenza di farci trovare il morto. Perche avrebbero dovuto invitare qualcuno a venire in questa stanza? – Si rivolse a Flack: – C'e modo di controllare i visitatori?
Flack scosse il capo, con aria tetra.
– Non e nemmeno necessario passar davanti al banco del portiere, per arrivare agli ascensori.
– Forse e una delle ragioni per cui il nostro amico e venuto qui – commento Beifus. – Questo, e l'atmosfera di famiglia.
– E va bene – concluse French. La persona che l'ha fatto fuori ha potuto andare e venire senza che nessuno le domandasse niente. Tutto quel che le occorreva sapere era il numero della camera. E questo, piu o meno, e tutto quel che sappiamo. D'accordo, Fred?
Beifus annui. Io dissi:
– Non proprio tutto tutto. E un parrucchino molto ben fatto, ma e sempre un parrucchino.
French e Beifus si voltarono di scatto, contemporaneamente. French allungo una mano, con cautela, sfilo la parrucca dalla testa del morto e diede un fischio prolungato.
– Mi ero domandato che cos'aveva da ridere quell'accidente di dottore – brontolo. – E non ci ha detto niente, quella brutta carogna. Vedi anche tu quel che vedo io, Fred?
– Per me, vedo solo un tizio pelato – rispose Beifus.
– Forse non l'hai mai conosciuto. E "Fila-via" Marston. Faceva il galoppino per "Asso" Devore.
– Ma sicuro! – Beifus ridacchio, si chino in avanti per dare una pacca amichevole alla testa calva. – Dove sei stato, tutto questo tempo, "Filavia"? Son tanti anni che non ti vedo, che mi ero quasi dimenticato di te.
Ma tu mi conosci, amico bello. Fesso una volta, fesso per sempre.
L'uomo sul letto pareva vecchio, grinzoso e risecchito, senza il suo parrucchino. La maschera gialla della morte stava cominciando a comporre il suo viso in una serie di linee rigide.