– Voi invece lo sapevate?
– Sono stato fortunato. Avevo visto la vittima senza parrucca. Nulla di tutto questo si puo teoricamente definire una prova, forse. Potreste far tutta una disquisizione per sostenere il contrario. Ma perche prendersi tanto disturbo? Sono stati assassinati due uomini, tre forse. La ragazza ha corso un rischio enorme. Perche? Voleva quella fotografia. Per ottenerla valeva la pena di correre un rischio enorme. Di nuovo, perche? Rappresenta solo due persone che fanno colazione, un certo giorno. Il giorno in cui "Sole" Moe Stein e stato ucciso a rivoltellate in Franklin Avenue. Il giorno in cui un certo Steelgrave era al fresco, perche qualcuno aveva soffiato alla polizia che lui, Steelgrave, era "Frigna" Moyer, un gangster ricercato dalle autorita di Cleveland. Questo dicono i verbali. Ma la foto ci dice che il nostro uomo non era in gattabuia. E rivelando questo di lui, in quel giorno particolare, ci rivela automaticamente chi e. E la ragazza lo sa. E Steelgrave continua ad avere la sua chiave di casa.
Feci una pausa, e restammo a fissarci duramente, per qualche minuto.
Poi ripresi:
– Voi in fondo non desiderate che i poliziotti vedano quella foto, vero?
Per una ragione o per l'altra finirebbero col mettere in croce la ragazza. E a cose finite non avrebbe nessuna importanza se effettivamente Steelgrave e Moyer e se Moyer ha assassinato Stein o l'ha fatto assassinare da qualcun altro o era semplicemente in liberta perche aveva ottenuto per caso un permesso dalle autorita carcerarie proprio per quel giorno. Anche se se la cavasse, un mucchio di gente continuerebbe a credere che era tutto combinato. E la ragazza non se la caverebbe affatto. Agli occhi del pubblico resterebbe sempre l'amante di un gangster. E per quel che riguarda il vostro lavoro sarebbe finita, in eterno e senza remissione.
Ballou rimase un attimo in silenzio, fissandomi con occhi inespressivi.
– E che cosa fareste, voi, durante tutto lo scompiglio?
– Questo dipende in gran parte da voi, signor Ballou.
– Che cosa volete, infine? – La sua voce era amara e sottile, ora.
– Quel che volevo dalla ragazza e non son riuscito a ottenere. Qualcosa che mi dia il diritto di agire nel suo interesse, fin dove ritengo di potermi spingere.
– Sopprimendo prove? – chiese Ballou con un certo sforzo.
– Se pure si tratta di prove. La polizia non puo scoprire la verita senza macchiare la signorina Weld. Io forse posso. La polizia non si disturberebbe nemmeno a tentare, perche la cosa non le interessa. A me invece interessa.
– Perche?
– Diciamo che e il mio modo di guadagnarmi da vivere. Puo darsi che io abbia altre ragioni, ma questa e sufficiente.
– E il suo prezzo?
– Quello che mi avete offerto ieri sera. Allora non ho voluto accettarlo.
Ora lo accetto. Con una lettera firmata in cui mi si incarica di svolgere indagini circa un tentativo di ricatto ai danni d'una vostra cliente.
Mi alzai e andai a deporre il bicchiere vuoto sulla scrivania. Mentre mi chinavo udii un ronzio sommesso. Girai dietro al mobile e spalancai un cassetto. Un incisore a filo scivolo fuori, su una mensola scorrevole. Il motore era in funzione e il sottile cavo d'acciaio correva senza sosta da una spola all'altra. Mi voltai a guardare Ballou.
– Potete spegnerlo e portarvi via la registrazione – mi disse lui. – Non potete biasimarmi, se prendo certe precauzioni.
Girai l'interruttore di riavvolgimento e il filo cambio direzione e prese velocita, finche arrivo a passare cosi in fretta che non riuscivo piu a vederlo. Faceva un verso acuto, lamentoso, come una coppia di invertiti che si azzuffa per una sciarpa di seta.
– Puo darsi che ne abbiate un altro – osservai. – Ma dovro correre il rischio.
– Siete molto sicuro di voi stesso, vero, Marlowe?
– Vorrei esserlo.
– Premete quel bottone, in fondo alla scrivania, vi spiace?
Premetti il bottone. La porta di cristallo nero si aperse ed entro una ragazza bruna con un quaderno da stenografia. Senza guardarla Ballou incomincio a dettare.
– Lettera al signor Philip Marlowe, col suo indirizzo. Egregio signor Marlowe. Con la presente la nostra agenzia vi affida l'incarico di svolgere indagini su un tentativo di ricatto ai danni di una persona sua cliente, secondo i particolari che vi sono stati comunicati a voce. Il vostro compenso sara di cento dollari giornalieri, con una caparra di cinquecento dollari, di cui ci favorirete una ricevuta sulla copia della presente lettera. Eccetera, eccetera, eccetera. Basta cosi, Eileen. Subito, prego.
Diedi il mio indirizzo, e la ragazza se ne ando.
Trassi di tasca la spola dell'incisore e andai a riporla nel cassetto.
Ballou accavallo le gambe e fece oscillare su e giu la punta lustra d'una scarpa, fissandola attentamente. Poi si passo una mano tra i capelli neri e crespi.
– Uno di questi giorni – disse – commettero l'errore che uno del mio ramo teme piu d'ogni cosa al mondo. Mi trovero a trattare affari con un uomo di cui potro fidarmi e saro troppo schifosamente furbo per fidarmene. Qua, e meglio che la teniate voi.
E mi porse i due pezzi della fotografia.
Cinque minuti piu tardi me ne andai. Le porte di cristallo si apersero quando ero a piu d'un metro di distanza. Attraversai la camera con le due segretarie e, in fondo al corridoio, passai davanti alla porta aperta dell'ufficio di Spink. Li tutto era silenzio, ma potevo sentire l'aroma del suo sigaro.
Nella sala d'aspetto pareva che vi fossero esattamente le stesse persone, sedute sulle poltrone di chintz. La signorina Helen Grady mi regalo il sorriso delle sere di libera uscita, il suo sorriso dei giorni festivi. La signora Vane mi occhieggio con aria radiosa.
Ero stato quaranta minuti in compagnia del Capo. E questo mi rendeva piu fatale d'un divo alla moda.
CAPITOLO XVIII
Il poliziotto dello studio, seduto a una scrivania chiusa da un cristallo semicircolare, depose il ricevitore del telefono e scrisse qualcosa su un blocco d'appunti. Poi strappo il foglio e me lo porse attraverso la fessura, alta non piu di due centimetri. La sua voce attraverso il microfono incastrato nel vetro, aveva un timbro metallico.
– Andate dritto in fondo al corridoio – disse. – Troveree una fontanella d'acqua potabile in mezzo a un patio. George Wilson verra a prendervi.
– Grazie – risposi. – Questo vetro e a prova di proiettile?
– Sicuro, perche?
– Ero curioso di saperlo. Non ho ancora sentito che qualcuno si e fatto strada nel cinema a revolverate.
Alle mie spalle, risono una risatina soffocata. Mi voltai e vidi una ragazza in pantaloni, con un garofano rosso dietro l'orecchio. Mi sorrideva.
– Oh, fratello, se bastasse una pistola!
Mi diressi a una porta verde-oliva completamente sprovvista di maniglie. Quando le fui vicino la porta emise una specie di ronzio e mi permise di aprire il battente con una spinta. Al di la c'era un corridoio verde-oliva, coi muri nudi e un'altra porta in fondo. Una trappola da topi. Se entravate in quel corridoio e qualcosa non andava facevano ancora in tempo a fermarvi. L'uscio di fondo emise lo stesso ronzio e lo stesso scatto. Mi domandai come facesse, il poliziotto, a sapere che ero arrivato a destinazione.
Cosi alzai lo sguardo, e vidi i suoi occhi che mi fissavano da uno specchio inclinato. Come toccai il battente lo specchio si oscuro. Pensavano proprio a tutto.
Fuori, nel sole ardente di mezzogiorno i fiori spiccavano in maniera aggressiva nel piccolo patio dai vialetti di mattoni, con uno stagno e una panchina di marmo nel mezzo. La fontanella era vicino alla panca di marmo.
Un uomo anziano, superbamente abbigliato, riposava placido sul sedile di marmo e osservava tre boxers fulvi che sterravano delle begonie color te. Il suo viso aveva un'espressione di appagamento intenso, ma sereno. Non mi guardo, mentre mi avvicinavo. Uno dei boxers, il piu grosso, gli si accosto, e bagno il marmo della panchina, vicino ai suoi calzoni. L'uomo si chino in avanti e carezzo la grossa testa ispida dell'animale.