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– Posso sbagliarmi – affermai. – Ma dopo aver sentito odore di marijuana in casa di Clausen, ieri, e averlo visto comporre il vostro numero al telefono… poi averlo sentito che vi chiamava per nome… e probabile che tutto questo mi abbia fatto arrivare a una conclusione errata.

– Ho avuto a che fare coi tossicomani – disse Lagardie. – Quale medico non ne ha avuti in cura? Ma e una completa perdita di tempo.

– A volte riescono a guarire.

– Possono venir privati dello stupefacente. Alla fine, dopo infinite sofferenze, arrivano a farne a meno. Ma questo non significa guarirli, amico mio. Non significa rimuovere la causa, la tara nervosa o sentimentale che ha fatto di loro dei tossicomani. Significa ridurli a creature inerti, negative, che se ne stanno sedute al sole a far girare i pollici e muoiono di noia e di inanizione.

– E una teoria piuttosto semplicistica, dottore.

– Voi avete sollevato la questione. Io l'ho risolta. Ora sollevero io un'altra questione. Forse avrete notato una certa atmosfera di tensione, in questa casa. L'avrete notata, nonostante quegli stupidi occhiali di specchio.

Che ora potete togliervi. Non vi aiutano affatto a somigliare a Gary Grant.

Levai gli occhiali. Me ne ero completamente dimenticato.

– E stata qui la polizia, signor Marlowe. Un certo tenente Maglashan, che sta svolgendo indagini sulla morte di Clausen. Gli farebbe piacere conoscervi. Devo chiamarlo? Sono certo che ritornerebbe volentieri.

– Avanti, chiamatelo – invitai. – Mi sono soffermato qui un istante, mentre stavo andando a impiccarmi.

La sua mano si mosse verso il telefono, ma fu attratta, da un lato, dai poteri magnetici del tagliacarte. Fini col prenderlo di nuovo… Non riusciva a lasciarlo stare, a quanto sembrava.

– Potreste uccidere un uomo, con quell'arnese – osservai.

– Molto facilmente – convenne, con un mezzo sorriso.

– Affondandolo tre centimetri, nella nuca, proprio in centro, sotto l'occipite.

– Uno scalpello da ghiaccio andrebbe meglio – affermo Lagardie. – Soprattutto uno corto, e molto affilato. Non si piegherebbe. Ma se si manca il midollo spinale non si fa gran danno.

– Allora ci vuole un minimo di preparazione medica, no? – Trassi di tasca un pacchetto di Camel, misero e vecchio, e districai una sigaretta dal cellophane.

Il medico continuo a sorridere. Un sorriso molto vago, piuttosto triste.

Non il sorriso di un uomo che ha paura.

– Potrebbe tornar utile – convenne. – Ma chiunque sia dotato di una certa destrezza potrebbe impadronirsi della tecnica in dieci minuti.

– Orrin Quest ha frequentato due anni di medicina – dissi.

– Vi ho detto che non conosco nessuno che si chiami cosi.

– Gia. Ma io non vi ho creduto.

Lui scrollo le spalle. Ma come sempre gli occhi finirono col posarsi sulla lama.

– Siamo due bei tipi, noi due – affermai. – Ce ne stiamo qui, a far la scena del colloquio amichevole, come se non avessimo un pensiero al mondo, invece prima di sera saremo entrambi in gattabuia.

Il medico inarco di nuovo le sopracciglia. Io continuai:

– Voi, perche Clausen vi conosceva abbastanza bene da chiamarvi per nome. E puo darsi che siate l'ultima persona con la quale ha parlato. Io, perche ho fatto tutte le cose che un investigatore privato non puo fare impunemente. Nascondere prove, trattenere informazioni, scoprire cadaveri, e non presentarmi, col cappello in mano, ad annunziarlo alla cara e incorruttibile polizia di Bay City. Oh, sono finito. Piu che finito. Ma c'e un profumo selvaggio nell'aria, quest'oggi. Pare che non me ne importi niente. O forse sono innamorato. Cosi. Pare che non me ne importi niente.

– Avete bevuto – disse Lagardie, lentamente.

– Solo Chanel numero cinque, e baci, e il pallido splendore di due belle gambe, e l'ironico invito di due profondi occhi azzurri. Cosucce innocenti, come queste…

Lui parve piu triste che mai.

– Le donne possono indebolire terribilmente la volonta d'un uomo, vero?

– Parliamo di Clausen.

– Un alcolizzato, senza speranza. Certo conoscete il tipo. Bevono continuamente e non mangiano mai. E a poco a poco, la carenza di vitamine porta al delirium tremens. C'e una cosa sola, per loro – si volto a guardare la sterilizzatrice. – Punture e poi ancora punture. Mi fanno sentire sporco.

Sono un laureato della Sorbonne. Ma esercito in una cittadina piccola e sudicia, in mezzo a gente piccola e sudicia.

– Perche?

– Per un fatto accaduto anni fa… in un'altra citta. Non chiedetemi troppo, signor Marlowe.

– Clausen vi chiamava per nome.

– E un'abitudine comune, fra la gente di una certa classe. Fra gli ex attori, in special modo. E fra gli ex malviventi.

– Oh – feci. – E tutto qui?

– Tutto qui.

– Allora il fatto che sia venuta la polizia non vi preoccupa per via di Clausen. Voi avete paura per l'altra cosa, quella accaduta altrove, tanti anni fa. O forse vi tormentate per amore.

– Amore? – Parve che Lagardie si lasciasse cadere la parola dalle labbra con infinita lentezza, assaporandola fino all'ultimo. E, dopo la parola, sulle labbra rimase un piccolo sorriso amaro, come l'odore di polvere, nell'aria, dopo uno sparo. Poi il medico si strinse nelle spalle e trasse da dietro lo schedario una scatola da tavolo di sigarette, e la spinse verso di me.

– Niente amore, allora – dissi. – Sto cercando di leggervi nel pensiero. Eccovi qua, un uomo con tanto di laurea alla Sorbonne e una clientela ristretta e meschina, in una cittaducola meschina e malvagia. La conosco bene, Bay City. Che cosa fate, qui? Che cosa fate, con gli individui come Clausen? Di che cosa siete stato accusato, dottore? Stupefacenti, aborti… o per caso eravate il medico di una gang in una citta dell'Est, piuttosto… movimentata?

– Ad esempio? – chiese con un sorriso fragile.

– Ad esempio Cleveland.

– Un'insinuazione molto arrischiata, amico mio. – La sua voce pareva di ghiaccio, ora.

– Bestialmente arrischiata – convenni. – Ma un tipo dal cervello limitato come me ha la tendenza a cercar di inquadrare le cose che conosce in uno schema prestabilito. Spesso prende delle cantonate… ma e una malattia professionale, per me. Lo schema sarebbe questo, se volete ascoltarmi.

– Vi sto ascoltando.

Lagardie impugno di nuovo il tagliacarte e punzecchio delicatamente la cartella sulla scrivania.

– Voi conoscevate Clausen. Clausen e stato ucciso, molto abilmente, con uno scalpello da ghiaccio, ucciso mentre io ero nella sua pensione al piano di sopra a parlare con un piccolo truffatore, un certo Hicks. Hicks se l'e battuta a gran velocita, portandosi via una pagina del registro degli ospiti: la pagina col nome di Orrin Quest. Nel tardo pomeriggio, Hicks e stato assassinato a Los Angeles, con uno scalpello da ghiaccio. La sua camera era stata perquisita. La ho trovato una ragazza, che era andata a comprare qualcosa da Hicks. Ma non aveva trovato niente. Io ho avuto piu tempo per cercare e l'ho trovata. Ipotesi A: Clausen e Hicks sono stati uccisi dalla stessa persona, non necessariamente per lo stesso motivo. Hicks e stato ucciso perche si era intrufolato nei traffici sporchi di un altro, soppiantandolo in tronco. Clausen e stato ucciso perche era un ubriacone che blaterava senza controllo e avrebbe potuto riconoscere la persona che aveva deciso di uccidere Hicks. Niente di buono, fin qui?

– La cosa non mi interessa minimamente – dichiaro il dottor Lagardie.

– Pero mi ascoltate. Per pura educazione, immagino. E va bene. Ora, che cosa ho trovato, io? La foto di una diva del cinema, e di un ex gangster di Cleveland, attualmente proprietario di un ristorante di Hollywood, che fanno colazione insieme, un certo giorno. Un giorno in cui questo ex ganster era, ufficialmente, al fresco nella prigione della contea. Un giorno, inoltre, in cui un antico complice dell'ex gangster viene ucciso a revolverate in Franklin Avenue, a Los Angeles. Perche era al fresco, il nostro uomo?

Qualcuno aveva informato la polizia della sua vera identita, e, dite quel che volete contro la polizia di Los Angeles, ma effettivamente fa di tutto per rispedire al loro paese i banditi dell'est. Chi aveva fatto la spia alla polizia? Era stato l'arrestato stesso, per vie traverse, perche il suo ex-socio stava dandogli delle noie, e bisognava eliminarlo; e trovarsi al fresco, al momento del fatto era un alibi di prim'ordine.