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– Tutto fantastico. – Il dottor Lagardie abbozzo un sorriso stanco. – Assolutamente fantastico.

– Sicuro. E lo sara sempre di piu. I questurini non riescono a provare niente, contro l'ex gangster di Cleveland. Alla polizia di Cleveland la cosa non interessa. Cosi la polizia di Los Angeles lo rimette in liberta. Ma certo non l'avrebbe fatto se avesse visto quella foto. Ergo, la foto e una splendida arma di ricatto, anzitutto contro l'ex gangster di Cleveland (sempre che si tratti di un ex gangster), e in secondo luogo contro la diva del cinema, che e stata vista in pubblico con lui. Un elemento abile potrebbe guadagnare una fortuna, con quella sola foto. Hicks non e abbastanza abile. Punto e a capo. Ipotesi B: Orrin Quest, il ragazzo che sto cercando, e l'autore di quella foto. L'ha scattata senza flash e senza che i soggetti se ne accorgessero. Quest possedeva una Leica, e gli piaceva far cose di questo genere.

Nel caso specifico, pero, aveva una ragione piu commerciale. Domanda: come mai ha avuto la possibilita di fare quell'istantanea? Risposta: la diva del cinema e sua sorella. Gli avrebbe certo permesso di salire in albergo a parlarle. Lui era senza lavoro, aveva bisogno di danaro. E probabile che la ragazza gli abbia dato una certa somma, a condizione che non le andasse piu tra i piedi. Non vuol saperne, della sua famiglia. E sempre assolutamente fantastico, dottore?

Lui mi fisso, con aria tetra.

– Non saprei – disse lentamente. – La cosa comincia a presentare qualche possibilita. Ma perche mi raccontate questa storia, piuttosto pericolosa?

Prese una sigaretta dalla scatola, e ne getto una anche a me; con un gesto distratto. L'afferrai a volo, e l'esaminai. Egiziana, ovale, spessa, un po' troppo ricca, per il mio sangue. Non l'accesi. Rimasi seduto stringendola tra le dita, studiando gli occhi, neri e malinconici del mio compagno. Lagardie accese la propria sigaretta e ne aspiro il fumo, nervosamente.

– Ora ricondurremo tutto a voi – annunziai. – Voi conoscevate Clausen. Per ragioni professionali, dite. Io gli ho dimostrato che ero un poliziotto. Lui ha cercato immediatamente di telefonarvi. Ma era troppo ubriaco, per parlare. Ho preso nota del numero, e piu tardi vi ho chiamato, per annunziarvi che Clausen era morto. Perche? Se aveste avuto la coscienza a posto avreste chiamato la polizia. Invece non l'avete fatto. Perche? Conoscevate Clausen: potevate benissimo conoscere qualcuno dei suoi pensionanti. Non ci sono prove, ne pro ne contro. Punto e a capo. Ipotesi C: Voi conoscevate Hicks, o Orrin Quest, o tutti e due. La polizia di Los Angeles non ha potuto, o non ha voluto stabilire l'identita dell'ex gangster di Cleveland… chiamiamolo col suo nuovo nome, Steelgrave. Ma qualcuno doveva essere in grado di farlo… se e valsa la pena di assassinare della gente per quella foto. Avete mai esercitato a Cleveland, dottore?

– Sicuramente no. – La sua voce pareva venire da molto lontano. Anche il suo sguardo era remoto. Le labbra si schiusero solo quel tanto che bastava per far passare la sigaretta. Lagardie era quasi immobile.

– C'e un'intera sala piena di guide alla direzione dei telefoni – dichiarai. – Guide di tutta l'America. Ho cercato il vostro nome. – Avevate uno studio di lusso, in un palazzo del centro, a Cleveland – soggiunsi dopo una breve pausa. – Ed ora questo… lavorate, quasi di nascosto, in una cittadina balneare. Avreste voluto cambiar nome ma era impossibile farlo mantenendo la possibilita di esercitare. Ci dev'essere una mente direttiva, dietro gli avvenimenti degli ultimi giorni, dottore. Clausen era un alcoolizzato, Hicks un truffatore ottuso, Orrin Quest un menagramo gretto e malintenzionato. Pero potevano essere manovrati. Voi non potevate andare contro Steelgrave direttamente. Non sareste rimasto vivo nemmeno il tempo necessario per pulirvi il naso. Dovevate levare la castagna dal fuoco con le zampe del gatto. Zampe piuttosto costose. Be', abbiamo fatto qualche passo avanti?

Il dottor Lagardie mi sorrise debolmente e si appoggio allo schienale della poltrona, con un sospiro.

– Supposizione D, signor Marlowe – disse, quasi bisbigliando. – Voi siete un perfetto idiota.

Sorrisi, e cercai un fiammifero, per accendere la sigaretta egiziana.

– E come se questo non bastasse – continuai – la sorella di Orrin mi telefona e mi dice che il ragazzo e in casa vostra. Ammetto che sono argomenti ben poco probativi, presi uno per uno. Pero, nel loro complesso, han proprio l'aria di puntare tutti verso di voi. – E aspirai placidamente il fumo della sigaretta.

Il medico mi studiava. Il suo viso parve fluttuare, andar molto lontano, poi tornare. Sentii irrigidirmisi qualcosa, nello stomaco. Il mio cervello rallento, e marcio a passo di tartaruga.

– Che cosa sta succedendo? – mi udii borbottare.

Posai le mani sui braccioli della poltrona e mi tirai su. -… stato idiota, eh? – chiesi, con la sigaretta ancora in bocca, fumandola ancora. Idiota non era precisamente la parola. Dovro coniarne una nuova.

Mi ero alzato dalla poltrona, e avevo i piedi presi in due barili di cemento. Quando avevo parlato mi era parso che la mia voce si facesse strada attraverso la bambagia.

Lasciai andare i braccioli e cercai di prendere la sigaretta. La mancai in tronco, un paio di volte, poi riuscii a chiuderle intorno un mano. Ma non pareva una sigaretta. Pareva la gamba posteriore di un elefante. Con le unghie affilate. Mi si piantavano nella carne. Scossi la mano, e l'elefante ritiro la gamba.

Una figura vaga, ma enormemente alta apparve a un tratto di fronte a me, e un mulo mi diede una pedata nel petto. Mi sedetti sul pavimento.

– Un po' di acido cianidrico – disse una voce, al telefono transatlantico. – Non e fatale… nemmeno pericoloso. Aiuta soltanto a riposare.

Cercai di alzarmi dal pavimento. Dovreste provarvi, qualche volta. Ma prima dite a qualcuno di inchiodare il pavimento. Quello dov'ero io faceva il giro della morte. Dopo un certo tempo si calmo un poco. Si stabilizzo a un angolo di quarantacinque gradi. Mi rimisi in sesto e cercai di andare in qualche posto. All'orizzonte c'era una cosa che poteva essere la tomba di Napoleone. Era una meta possibile. Mi avviai da quella parte. Il cuore mi batteva forte, e in fretta, e faticavo a far funzionare i polmoni. Come quando si "scoppia"' giocando al calcio. Si pensa che il fiato non tornera mai piu. Mai, mai mai piu.

Poi non era piu la tomba di Napoleone. Era una zattera in balia delle onde. C'era un uomo, sopra. Una cara persona. Eravamo andati cosi bene d'accordo. Mi incamminai verso di lui, e urtai una parete con la spalla.

Questo mi fece girare su me stesso. Cercai di afferrare qualcosa per sostenermi. Non c'era nulla all'infuori del tappeto. Come mai ero arrivato laggiu? Inutile chiederlo. E un segreto. Ogni volta che fate una domanda di questo genere vi sbattono un pavimento in faccia. E va bene… cominciai a trascinarmi carponi sul tappeto. Mi appoggiavo su quelle che un tempo erano state le mie mani e le mie ginocchia. Ora non le sentivo piu. Mi trascinai verso un muro di legno nero. O forse era marmo nero. Di nuovo la tomba di Napoleone. Che male avevo fatto a Napoleone? Perche continuava a tirarmi dietro la sua tomba?

– Voglio un bicchier d'acqua – dissi.

Ascoltai, per sentire l'eco. Niente eco. Nessuno disse nulla. Forse non avevo parlato. Forse era stata un'idea, che poi avevo scartato. Acido cianidrico. Sono due parole molto lunghe, da rimuginare mentre si sta strisciando in un tunnel. Niente di fatale, aveva detto lui. D'accordo. Si fa per ridere. E quel che si puo definire: semi-fatale. Philip Marlowe, di anni trentotto, investigatore privato di dubbia reputazione e stato arrestato dalla polizia, la notte scorsa mentre stava strisciando attraverso La Grande Grondaia Interplanetaria con un piano a coda sulla schiena. Interrogato al posto di polizia delle Alture Universitarie, Marlowe ha dichiarato che stava portando il piano al Maragia di Cucii Berar. Richiesto del perche portasse speroni Marlowe ha dichiarato che le confidenze del cliente sono sacre. Marlowe e trattenuto in stato di fermo per ulteriori indagini. Il Capo Cornosecco ha annunziato che la polizia non era ancora disposta a dare altri particolari.