Выбрать главу

Se il thon non avesse insistito (con una fermezza nata forse dall'imbarazzo) che quella luce era di qualità superiore, e sufficientemente brillante per consentire persino un attento esame di documenti fragili, consunti dall'età, pressoché indecifrabili alla luce delle candele, Don Paulo avrebbe fatto togliere immediatamente la lampada dalla cantina. Ma il Thon Taddeo aveva insistito che quella lampada gli piaceva… solo per scoprire, poi, che era necessario tenere almeno quattro novizi o postulanti impiegati ininterrottamente per far funzionare la dinamo e per regolare la lampada ad arco; per cui chiese che la lampada fosse tolta… ma allora fu la volta di Paulo ad insistere perché rimanesse al suo posto.

Così fu che lo studioso cominciò le sue ricerche all'abbazia, continuamente conscio della presenza dei tre novizi che manovravano la ruota della dinamo e del quarto che sfidava la cecità in cima a una scala, per tenere accesa e regolata la fiamma… una situazione che indusse il Poeta a scrivere versi spietati sul demonio Imbarazzo e sugli oltraggi che perpetrava in nome della penitenza e del quieto vivere.

Per parecchi giorni il thon e il suo assistente studiarono la biblioteca, gli scaffali, i documenti del monastero ad eccezione dei Memorabilia… come se, accertando la validità dell'ostrica, potessero stabilire la possibilità di trovarvi la perla. Frate Kornhoer trovò l'assistente del thon inginocchiato all'ingresso del refettorio, e per un istante ebbe l'impressione che stesse recitando qualche devozione davanti all'immagine di Maria posta sopra la porta, ma un tintinnio di strumenti pose fine alle sue illusioni. L'assistente posò una livella da carpentiere attraverso la soglia e misurò la depressione concava scavata nelle pietre del pavimento da secoli di sandali monastici.

— Stiamo cercando un modo di stabilire le date — disse a Kornhoer, quando questi l'interrogò. — Questo sembra un punto adatto per stabilire una media dell'usura, poiché è facile calcolare il passaggio. Tre pasti per ogni uomo, ogni giorno, fin da quando furono messe qui queste pietre.

Kornhoer non poté fare a meno di sentirsi impressionato da quella precisione: quei calcoli lo sbalordirono. — I documenti architettonici dell'abbazia sono completi — disse. — Possono dirvi esattamente quando fu aggiunto ogni edificio e ogni ala. Perché non risparmiate il vostro tempo?

L'uomo alzò lo sguardo con aria innocente. — Il mio padrone ha un detto: "Nayol non parla, e perciò non mente mai".

— Nayol?

— Uno degli dèi della Natura del popolo del Fiume Rosso. Lui l'intende in modo figurato, naturalmente. L'evidenza obiettiva è l'autorità suprema. I documenti possono mentire, ma la Natura non ne è capace. — Notò l'espressione del monaco e aggiunse, in fretta: — Non intendevo offendere. È soltanto una dottrina del thon che tutto debba essere ricontrollato obiettivamente.

— Una concezione affascinante — mormorò Kornhoer, e si chinò per osservare il disegno, fatto dall'uomo, della sezione della concavità del pavimento. — Ehi, ha una forma simile a quella che frate Majek chiama una curva di distribuzione normale. Che strano!

— Non è strano. La probabilità che un passo abbia deviato dalla linea centrale tende a seguire la normale funzione dell'errore.

Kornhoer era affascinato. — Chiamerò frate Majek — disse.

L'interesse dell'abate per gli esami preliminari dei suoi ospiti era meno esoterico.

— Perché — chiese a Gault — stanno facendo disegni particolareggiati delle nostre fortificazioni?

Il Priore si mostrò sorpreso. — Non l'avevo saputo. Volete dire che il Thon Taddeo…

— No. Gli ufficiali che sono venuti con lui. Stanno facendo proprio questo, molto sistematicamente.

— Come l'avete scoperto?

— Me l'ha detto il Poeta.

— Il Poeta! Ah!

— Sfortunatamente, questa volta ha detto la verità. Aveva rubato uno dei loro disegni.

— L'avete voi?

— No. Gliel'ho fatto restituire. Ma questa faccenda non mi piace. Sa di malaugurio.

— Immagino che il Poeta abbia chiesto di essere pagato, per questa informazione.

— Cosa molto strana, non l'ha chiesto. Ha preso immediatamente in antipatia il thon. Da quando sono arrivati, non ha fatto altro che andare in giro brontolando fra sé.

— Il Poeta ha sempre brontolato.

— Ma non seriamente.

— Perché pensate che stiano facendo questi disegni?

Paulo fece una smorfia triste. — A meno che non riusciamo a scoprire altri motivi, dovremo pensare che il loro interesse sia recondito e professionale. Come cittadella fortificata, la nostra abbazia è stata un vero successo. Non è mai stata conquistata per assedio o per attacco, e forse ha destato la loro ammirazione professionale.

Padre Gault guardò pensieroso il deserto, verso oriente. — Ora che ci penso, se un esercito intendesse colpire a occidente, attraverso le Pianure, dovrebbe probabilmente stabilire una guarnigione in questa regione, prima di marciare su Denver. — Rifletté per qualche attimo e cominciò ad allarmarsi. — E qui c'è una fortezza bella e pronta!

— Temo che ci abbiano pensato anche loro.

— Pensate che siano stati mandati qui a spiare?

— No, no! Dubito che lo stesso Hannegan abbia mai sentito parlare di noi. Ma quegli uomini sono qui, sono ufficiali, e hanno continuato a guardarsi intorno e a farsi venire idee nuove. Ora sì, molto probabilmente, Hannegan sentirà parlare di noi.

— Cosa intendete fare?

— Non lo so ancora.

— Perché non ne parlate al Thon Taddeo?

— Gli ufficiali non sono suoi servitori. Sono stati mandati soltanto come scorta, per proteggerlo. Cosa potrebbe fare?

— È parente di Hannegan, e ha molto influenza.

L'abate annuì. — Cercherò il modo di abbordarlo su questo argomento. Ma prima dovremo tener d'occhio ciò che succede, per un certo tempo.

Nei giorni che seguirono, il Thon Taddeo completò il suo studio dell'ostrica e, evidentemente certo che non si trattasse di una vongola camuffata, dedicò la sua attenzione alla perla. Non era un compito semplice.

Furono esaminate notevoli quantità di copie facsimili. Le catenelle tintinnavano mentre i libri più preziosi scendevano dagli scaffali. Quando gli originali erano parzialmente danneggiati o deteriorati, sembrava poco prudente fidarsi dell'interpretazione data dall'autore del facsimile. E allora venivano tirati fuori i manoscritti che risalivano veramente ai tempo di Leibowitz e che erano custoditi in cofani a tenuta stagna chiusi in speciali sotterranei, per garantirne la conservazione per un tempo indeterminato.

L'assistente del thon raccolse parecchi volumi di appunti. Dopo il quinto giorno, il passo del Thon Taddeo divenne più affrettato, e il suo contegno cominciò a riflettere l'impazienza di un segugio affamato che sente l'odore di selvaggina saporita.

— Magnifico! — Vacillava fra il giubilo e una divertita incredulità. — Frammenti degli scritti di un fisico del ventesimo secolo! Le equazioni sono persino consistenti.

Kornhoer sbirciò al di sopra della sua spalla. — L'ho visto — disse, ansimando. — Ma non vi ho mai capito nulla. È un argomento importante?

— Non ne sono ancora certo. La matematica è bella, bella! Guardate qui… questa espressione… notate la forma, estremamente contratta. Questo, sotto il segno radicale… sembra il prodotto di due derivate, ma in realtà rappresenta una intera serie di derivate.