— Sono sbalordito di ciò che abbiamo trovato qui — disse. — Qualche settimana fa non avrei creduto, anzi non credevo che documenti quali voi avete nei vostri Memorabilia potessero essere ancora rimasti, superstiti del crollo dell'ultima grande civiltà. È ancora difficile crederlo, ma l'evidenza ci forza ad accettare l'ipotesi che i documenti siano autentici. La loro sopravvivenza è già abbastanza incredibile: ma ancora più fantastico, per me, è il fatto che siano rimasti inosservati durante questo secolo, fino ad ora. In questi ultimi tempi vi sono stati uomini capaci di apprezzarne il valore potenziale… e non io soltanto. Cosa avrebbe potuto farne il Thon Kaschler, mentre era vivo… anche settant'anni or sono.
Il mare dei visi dei monaci era illuminato di sorrisi, nell'udire una così favorevole reazione ai Memorabilia da parte di una persona dotata come il thon. Paulo si chiese se sfuggiva loro la vaga sfumatura di risentimento — o forse era sospetto? — nel tono dell'oratore.
— Se avessi conosciuto queste fonti dieci anni or sono — stava dicendo quello — molto del mio lavoro nel campo dell'ottica non sarebbe stato necessario.
Ahah! pensò l'abate, dunque è così. O almemo è così, in parte. Si accorge che alcune delle sue scoperte sono soltanto riscoperte, e questo gli lascia in bocca un sapore amaro. Ma senza dubbio deve sapere che mai, durante tutta la sua vita, potrà essere qualcosa di più d'un riscopritore di teorie perdute; benché sia geniale, potrà fare soltanto ciò che hanno fatto altri prima di lui. E sarebbe stato così, inevitabilmente, fino a che il mondo non si fosse evoluto fino al punto che aveva raggiunto prima del Diluvio di Fiamma.
Nonostante tutto, era evidente che il Thon Taddeo era molto impressionato.
— Il mio tempo, qui, è limitato — proseguì. — Da ciò che ho veduto, sospetto che occorrerebbe il lavoro di venti specialisti durante parecchi decenni, per mungere i Memorabilia ed ottenerne informazioni comprensibili. La scienza fisica di solito procede per ragionamenti induttivi controllati per mezzo di esperimenti; ma qui il compito è deduttivo. Da pochi frammenti spezzati di principi generali, noi dobbiamo tentare di afferrare i particolari. In qualche caso, questo può rivelarsi impossibile… — Si interruppe per un momento per prendere un fascio di appunti e per sfogliarli brevemente. — Qui c'è una citazione che ho trovato sepolta nel sotterraneo. Proviene da un frammento di quattro pagine di un libro che può essere stato un testo di fisica molto progredita. Qualcuno di voi può averlo veduto.
"…e se i termini spaziali predominano nell'espressione per l'intervallo fra i punti-eventi, l'intervallo è detto essere simile allo spazio, poiché è possibile scegliere un sistema coordinato — appartenente a un osservatore come una velocità ammissibile — in cui gli eventi appaiono simultanei, e perciò separati solo spazialmente. Se, tuttavia, l'intervallo è simile al tempo, gli eventi non possono essere simultanei in alcun sistema coordinato, ma esiste un sistema coordinato in cui i termini spaziali svaniranno completamente, così che la separazione fra gli eventi sarà puramente temporale, id est, che essi si verificario nello stesso luogo, ma in tempi diversi. Ora, esaminando gli estremi dell'intervallo reale…"
Alzò lo sguardo, con un sorriso capriccioso. — Qualcuno, qui, ha consultato recentemente questo frammento?
Il mare di facce rimase inespressivo.
— Qualcuno ricorda di averlo veduto?
Kornhoer e altri due alzarono cautamente le mani.
— Qualcuno sa che cosa significa?
Le mani si riabbassarono in fretta.
Il thon ridacchiò. — Questo passo è seguito da una pagina e mezzo di matematica che non tenterò di leggere, ma tratta di alcuni dei nostri concetti fondamentali come se non fossero affatto fondamentali, ma solo apparenze evanescenti che cambiano secondo il punto di vista di una persona. Termina con la parola "perciò", ma il resto della pagina è bruciato, e con esso la conclusione. Il ragionamento è impeccabile, tuttavia, e la matematica molto elegante, quindi io stesso posso scrivere la conclusione. Sembra la conclusione di un pazzo. Cominciava con assunti, tuttavia, che sembravano egualmente pazzeschi. È un falso? Se non lo è, qual è il suo posto nell'intero schema della scienza degli antichi? Che cosa lo precede, come prerequisito necessario alla comprensione? Cosa ne segue, e come può essere provato? Domande cui non so rispondere. Questo è soltanto un esempio dei molti enigmi proposti da questi documenti che voi avete conservato per tanto tempo. Un ragionamento che non tocchi in alcun punto una realtà esperienziale è affare che riguarda gli angelologi e i teologi, non gli scienziati fisici. Eppure documenti come questi descrivono sistemi che non toccano in alcun punto la nostra esperienza. Erano forse alla portata sperimentale degli antichi? Alcuni riferimenti sembrano indicarlo. Un documento si riferisce a una trasmutazione di elementi… che noi abbiamo proprio recentemente stabilito essere impossibile teoricamente… e poi qui dice 'l'esperimento lo prova'. Ma in che modo?
"Può darsi che occorrano generazioni intere per valutare e comprendere alcuni di questi documenti. È una sfortuna che debbano rimanere qui, in questo luogo inaccessibile, perché occorrerà lo sforzo concentrato di parecchi studiosi per trarne un significato. Sono sicuro che voi comprenderete che le facilitazioni offerte attualmente da voi sono inadeguate… per non parlare della inaccessibilità al resto del mondo".
Seduto sul podio dietro all'oratore, l'abate cominciò a corrucciarsi, ad aspettare il peggio. Il Thon Taddeo, tuttavia, preferì non avanzare proposte. Ma le sue osservazioni continuarono a chiarire la sua convinzione che quelle reliquie avrebbero dovuto essere poste in mani più competenti di quelle dei monaci dell'Ordine Albertiano di San Leibowitz, e che la situazione, così com'era, era assurda. Intuendo forse il crescente disagio dei presenti, incominciò a parlare dei suoi studi attuali, che comprendevano un'indagine sulla natura della luce più approfondita di quante fossero state effettuate in precedenza. Parecchi dei tesori dell'abbazia si rivelarono di grande aiuto, e il thon sperava di escogitare presto metodi sperimentali per provare le sue teorie. Dopo una breve discussione sul fenomeno della rifrazione, si interruppe poi disse, in tono di scusa: — Spero che questo non offenda le convinzioni di nessuno — e si guardò intorno, ironicamente. Vedendo che i visi rimanevano curiosi e blandi, continuò per qualche tempo, poi invitò la congregazione a rivolgergli qualche domanda.
— Vi dispiacerebbe una domanda proveniente dal podio? — chiese l'abate.
— No, affatto — disse lo studioso, assumendo un'espressione un po' dubbiosa, come se stesse pensando et tu, Brute.
— Mi chiedevo cosa può esservi nelle proprietà della luce che secondo voi sarebbe offensivo per la religione.
— Ecco… — il thon si interruppe, imbarazzato. — Monsignor Apollo, che voi conoscete, si riscaldava molto su questo argomento. Diceva che la luce non poteva venir rifratta prima del Diluvio, perché l'arcobaleno sarebbe stato…
Tutto il pubblico esplose in una ruggente risata, sommergendo il resto dell'osservazione. Prima che l'abate avesse ridotto tutti al silenzio con i suoi gesti, il Thon Taddeo era diventato rosso come una barbabietola, e Don Paulo faticava a mantenere un'espressione solenne.
— Monsignor Apollo è un ottimo uomo, un ottimo sacerdote, ma tutti gli uomini possono essere incredibilmente somari, qualche volta, specialmente al di fuori del loro campo specifico. Mi dispiace di avervi rivolto questa domanda.