— La vostra risposta è un sollievo, per me — disse lo studioso. — Non cercavo di provocare un litigio.
Non vi furono altre domande, e il thon procedette verso il suo secondo argomento: l'evoluzione e le attuali attività del collegium. L'immagine che ne diede sembrava incoraggiante. Il collegium era sommerso da candidati che volevano studiare in quell'istituto. Il collegium stava assumendo una funzione di educazione, non soltanto di ricerca. L'interesse per la filosofia e la scienza naturale cresceva fra il laicato più colto. L'istituto riceveva liberali sovvenzioni. Sintomi di rinascita e di resurrezione.
— Potrei citare alcune delle ricerche e delle indagini attualmente condotte dai nostri — proseguì. — Seguendo il lavoro di Bret sul comportamento del gas, il Thon Viche Mortoin sta indagando sulle possibilità di una produzione artificiale del ghiaccio. Il Thon Friider Halb sta cercando i mezzi pratici per trasmettere messaggi mediante variazioni elettriche lungo un filo… — L'elenco era lungo, e i monaci sembravano impressionati. Studi in molti campi, medicina, astronomia, geologia, matematica, meccanica, venivano intrapresi. Alcuni sembravano poco pratici e sconsiderati, ma moltissimi promettevano una ricca ricompensa di conoscenza e di applicazioni pratiche. Dalle ricerche di Jejene sul Nostrum Universale all'instancabile attacco di Bodalk alle geometrie ortodosse, le attività del collegium mostravano un sano desiderio di aprire gli scaffali segreti della Natura, chiusi da quando l'umanità aveva bruciato i suoi ricordi istituzionali e si era condannata all'amnesia culturale, più di un millennio addietro.
— Oltre a questi studi, il Thon Maho Mahh è a capo di un progetto che cerca ulteriori informazioni sull'origine della specie umana. Poiché questo è soprattutto un lavoro archeologico, mi ha chiesto espressamente di frugare nella vostra biblioteca, ricca di tanti libri, alla ricerca di ogni materiale sull'argomento, dopo che avrò ultimato il mio studio, qui. Tuttavia, forse farei meglio a non insistere molto su questo argomento, poiché di solito provoca controversie con i teologi. Ma se qualcuno vuol fare domande…
Un giovane monaco che studiava per diventare prete si alzò e ottenne un cenno di approvazione del thon.
— Signore, mi chiedevo se voi conoscete il suggerimento di Sant'Agostino a questo proposito.
— No.
— Un vescovo e filosofo del quarto secolo. Suggerì che, in principio, Dio creò tutte le cose nelle loro cause germinali, includendo la fisiologia dell'uomo, e che le cause germinali inseminarono la materia informe… che poi si evolvette gradualmente nelle forme più complesse, fino a quella dell'Uomo. Questa ipotesi è stata considerata?
Il sorriso del thon era condiscendente, sebbene non bollasse apertamente di puerilità la proposta. — Temo di no, ma controllerò — disse, in un tono che indicava che non l'avrebbe fatto.
— Grazie — disse il monaco, e sedette, umilmente.
— Forse la ricerca più ardita, tuttavia — continuò lo studioso — è quella condotta dal mio amico, il Thon Esser Shon. È un tentativo di sintetizzare la materia vivente. Il Thon Esser spera di creare protoplasma vivente, servendosi soltanto di sei ingredienti fondamentali. Questo lavoro porterebbe a… sì? Volete farmi una domanda?
Un monaco della terza fila si era alzato e si stava inchinando all'oratore. L'abate si piegò in avanti per guardarlo e riconobbe, con orrore, che era frate Armbruster, il bibliotecario.
— Se volete fare una cortesia a un vecchio — gracchiò il monaco, strascicando le parole con voce monotona. — Questo Thon Esser Shon… che si limita a sei soli ingredienti fondamentali… è molto interessante. Mi chiedevo… gli permettono di usare entrambe le mani?
— Ecco, io… — Il Thon Taddeo si interruppe e corrugò la fronte.
— E posso chiedere, inoltre — continuò la voce asciutta di Armbruster — se questa impresa straordinaria viene effettuata in posizione seduta, eretta o prona? O forse a cavallo, mentre si suonano due trombe?
I novizi sghignazzarono. L'abate balzò in piedi.
— Frate Armbruster, eravate stato avvertito. Siete escluso dalla mensa comune fino a che non darete soddisfazione. Potete aspettare nella Cappella di Nostra Signora.
Il bibliotecario si inchinò di nuovo e si allontanò in silenzio dalla sala, con umile portamento, ma con gli occhi trionfanti. L'abate mormorò una scusa allo studioso, ma lo sguardo del thon era diventato improvvisamente gelido.
— Per concludere — disse — un breve profilo di ciò che il mondo può aspettarsi, secondo me, dalla rivoluzione intellettuale che è appena incominciata. — Con occhi ardenti, si guardò intorno, e la sua voce passò da un tono distratto a un ritmo fervente. — L'ignoranza è stata la nostra regina. Dalla morte dell'impero, siede incontrastata sul trono dell'Uomo. La sua dinastia è vecchia d'una intera epoca. Il suo diritto al dominio è ormai considerato legittimo. I saggi del passato lo hanno confermato. Essi non fecero nulla per detronizzarla. Domani, regnerà una nuova sovrana. Uomini che comprendono, uomini di scienza staranno attorno al suo trono, e l'universo conoscerà la sua potenza. Il suo nome è Verità. Il suo impero comprenderà la Terra. E la dominazione dell'Uomo sulla Terra si rinnoverà. Fra un secolo, gli uomini voleranno nell'aria, a bordo di uccelli meccanici. Carri di metallo correranno lungo le strade di pietra fabbricata dall'uomo. Vi saranno palazzi di trenta piani, navi che scenderanno in fondo al mare, macchine che faranno ogni lavoro. E come si realizzerà questo? — Fece una pausa e abbassò la voce. — Nello stesso modo in cui si verificano tutti i cambiamenti, temo. E mi dispiace che sia così. Si verificherà nella violenza, nella fiamma e nella furia, perché nessun cambiamento si verifica con calma, nel mondo.
Si guardò intorno, perché un sommesso mormorio si levò dalla comunità.
— Sarà così anche se noi non vogliamo che sia così. Ma perché?
"L'ignoranza è regina. Molti non trarrebbero più profitto dalla sua abdicazione. Molti si arricchiscono grazie alla sua buia monarchia. Sono la sua Corte, e nel suo nome defraudano e governano, si arricchiscono e perpetuano il loro potere. Temono persino la sconfitta dell'analfabetismo, perché la parola scritta è un altro canale di comunicazione che potrebbe portare all'unificazione dei loro nemici. Le loro armi sono affilate, e le usano con abilità. Porteranno la battaglia sul mondo quando i loro interessi saranno minacciati, e la violenza che ne seguirà durerà fino a che la struttura della società come esiste attualmente sarà ridotta a un cumulo di macerie, e fino a che non ne emergerà una società nuova. Mi dispiace. Ma è così che io la vedo."
Quelle parole portarono di nuovo il gelo nella sala. Le speranze di Don Paulo svanirono, perché la profezia dava forma al probabile punto di vista dello studioso. Il Thon Taddeo conosceva le ambizioni militari del suo monarca. Aveva un'alternativa: approvarle, disapprovarle, o considerarle come fenomeni impersonali al di fuori del suo controllo, come un'inondazione, una carestia o un uragano.
Evidentemente, allora, le accettava come inevitabili… per evitare di dover formulare un giudizio morale "Vi sia sangue, ferro e pianto…"
Come poteva un uomo simile sfuggire alla propria coscienza e respingere la propria responsabilità… e così facilmente! tempestò fra sé l'abate.
Ma poi gli tornarono alla mente quelle parole. "Imperocché il Signore Iddio aveva permesso che gli uomini sapienti di quei tempi conoscessero i modi per cui il mondo medesimo poteva essere distrutto…"
E permetteva anche che loro conoscessero come poteva essere salvato, e come sempre, lasciava che fossero loro stessi a decidere. E forse avevano scelto come sceglie il Thon Taddeo. Si lavano le mani davanti alle moltitudini. Pensateci voi. Purché non venissero crocifissi loro stessi.