— Frate Claret? — chiamò dolcemente. — Fratello…
Nel sotterraneo, gli occhi dello studioso brillavano dell'esuberanza di uno specialista che invade il campo di un altro specialista allo scopo di chiarire una grande confusione. — In realtà, sì! — disse, in risposta alla domanda di un novizio. — Io ho individuato una fonte, qui, che dovrebbe secondo me, essere di grande interesse per il Thon Mario. Naturalmente, non sono uno storico, ma…
— Thon Maho? È quello che, ehm, sta cercando di correggere la Genesi? — chiese maliziosamente Padre Gault,
— Sì, è lui… — Lo studioso si interruppe, lanciando uno sguardo un po' sorpreso a Gault.
— Benissimo — disse il prete, ridacchiando. — Molti di noi pensano che la Genesi sia più o meno allegorica. Che cosa avete scoperto?
— Abbiamo individuato un frammento prediluviale che suggerisce un concetto molto rivoluzionario, secondo me. Se interpreto correttamente il frammento, l'Uomo non fu creato se non poco tempo prima della caduta dell'ultima civiltà.
— Co-o-sa? E allora da dove veniva la civiltà?
— Non dall'umanità. Fu sviluppata da una razza precedente che si estinse durante il Diluvium Ignis.
— Ma la Sacra Scrittura risale a migliaia di anni prima del Diluvium!
Il Thon Taddeo conservò un silenzio significativo.
— Voi proponete — disse Gault, improvvisamente sgomento — l'ipotesi che noi non siamo discendenti di Adamo? Che non siamo legati all'umanità storica?
— Aspettate! Io propongo soltanto la congettura che la razza prediluviale, che si definiva umana, riuscisse a creare la vita. Poco prima della distruzione della loro civiltà, quegli esseri riuscirono a creare gli antenati dell'umanità attuale… "a loro immagine"… come una razza di schiavi.
— Ma anche se voi respingete completamente la Rivelazione, questa è una complicazione assolutamente non necessaria, alla luce del semplice buon senso! — protestò Gault.
L'abate aveva sceso quietamente le scale. Si fermò sull'ultimo pianerottolo e ascoltò, incredulo.
— Potrebbe sembrare così — affermò il Thon Taddeo — fino a che non considerate quante cose spiegherebbe, questa ipotesi. Voi conoscete le leggende della Semplificazione. Assumono tutte un significato, mi sembra, se si considera la Semplificazione come una ribellione di una razza schiava contro l'originale specie dei creatori, così come suggerisce il frammento di cui parlo. E spiegherebbe anche perché l'umanità di oggi sembra così inferiore a quella antica, perché i nostri antenati precipitarono nella barbarie, quando i loro padroni si estinsero, perché…
— Dio abbia misericordia di questa casa! — gridò Don Paulo, avanzando verso l'alcova. — Risparmiaci, o Signore… noi non sappiamo quello che facciamo.
— Io dovrei saperlo — mormorò lo studioso, rivolto a tutto il mondo lontano.
Il vecchio prete avanzò come una nemesi verso il suo ospite.
— Dunque noi siamo soltanto creature di altre creature, Signor Filosofo? Siamo stati fatti da dèi inferiori a Dio, e di conseguenza comprensibilmente meno che perfetti… senza nostra colpa, naturalmente.
— È soltanto una congettura che spiegherebbe molte cose — disse impettito il thon, non disposto a cedere.
— E che assolverebbe da molte colpe, non è vero? La ribellione dell'Uomo contro i suoi creatori era, senza dubbio, soltanto un giustificabile tirannicidio contro gli infinitamente malvagi figli di Adamo, dunque.
— Io non ho detto…
— Mostratemi, Signor Filosofo, questo brano straordinario!
Il Thon Taddeo si affrettò a frugare fra i suoi appunti. La luce cominciò ad ammiccare, quando i novizi che azionavano la dinamo si tesero per ascoltare. Il piccolo pubblico dello studioso era rimasto in uno stato di trauma fino a che l'ingresso tempestoso dell'abate non aveva mandato in frantumi l'ottuso sbigottimento degli ascoltatori. I monaci sussurravano tra loro; qualcuno osò ridere.
— Ecco qui — annunciò il Thon Taddeo, porgendo a Don Paulo parecchie pagine.
L'abate gli lanciò una breve occhiata fulminante e cominciò a leggere. Il silenzio era impacciato. — L'avete trovato nella sezione "Non classificati", vero? — chiese, dopo pochi secondi.
— Sì, ma…
L'abate continuò a leggere.
— Bene, penso che dovrei finire di preparare i bagagli — mormorò lo studioso, e ricominciò a dividere i documenti. I monaci si agitavano irrequieti, come se desiderassero allontanarsi senza farsi notare. Kornhoer meditava, tutto solo.
Dopo pochi minuti di lettura, Don Paulo porse bruscamente gli appunti al priore. — Lege! - ordinò, burbero.
— Ma cosa…?
— Un frammento di commedia, o un dialogo, sembra. L'ho già visto prima. È qualcosa che parla di qualcuno che aveva creato alcuni esseri artificiali come schiavi. E gli schiavi si rivoltano contro il loro creatore. Se il Thon Taddeo avesse letto il De Inanibus del Venerabile Boedullus, avrebbe trovato questo frammento classificato come "probabile favola o allegoria". Ma forse al thon non importerebbe molto la valutazione del Venerabile Boedullus, quando può darne una propria.
— Ma che specie di…
— Lege!
Gault si trasse in disparte con gli appunti. Paulo si volse verso lo studioso e parlò con tono educato, informativo, enfatico: — A immagine di Dio Egli li creò: maschio e femmina Egli li creò.
— Le mie osservazioni erano pure congetture — disse il Thon Taddeo. — La libertà di speculare è necessaria…
— E il Signore Iddio prese l'uomo, e lo mise nel paradiso di delizie, perché lo curasse. E…
— …per il progresso della scienza. Se volete intralciarci la via con la cieca osservanza, con un dogma non ragionato, allora voi preferite…
— E Dio lo comandò, dicendo: Di ogni albero del paradiso tu potrai mangiare; ma non mangerai i frutti dell'albero della conoscenza del bene…
— …lasciare il mondo nella stessa ignoranza e superstizione contro cui affermate che il vostro Ordine…
— … e del male. Perché nel giorno in cui tu ne mangerai, tu morirai.
— …ha lottato. Non potremmo neppure combattere la carestia, le malattie, le malformazioni, o rendere il mondo un po' migliore di quanto è stato per…
— E il serpente disse alla donna: Dio sa che nel giorno in cui voi ne mangerete, i vostri occhi saranno aperti, e voi sarete come Dèi, e conoscerete il bene e il male.
— …dodici secoli, se ogni via di speculazione deve essere sbarrata e ogni pensiero nuovo denunciato…
— Non è mai stato migliore, e non sarà mai migliore. Sarà soltanto più ricco o più povero, più triste, ma non più saggio, fino all'ultimo giorno.
Lo studioso scrollò le spalle, in segno di impotenza. — Vedete? Sapevo che vi sareste offeso, ma mi avevate detto… Oh, a che serve? Voi avete la vostra versione!
— La "versione" che io stavo citando, Signor Filosofo, non era una versione del modo della creazione, ma una versione del modo in cui la tentazione portò alla Caduta. Questo vi è sfuggito? "E il serpente disse alla donna…".
— Sì, sì. Ma la libertà di speculare è essenziale…
— Nessuno ha tentato di privarvene. E nessuno si è offeso. Ma abusare dell'intelletto per ragioni dell'orgoglio e della vanità, o per sfuggire alla responsabilità, è il frutto dello stesso albero.
— Mettete in dubbio l'onorabilità dei miei motivi? — chiese il Thon oscurandosi.
— Qualche volta metto in dubbio i miei. Non vi accuso di nulla. Ma chiedete questo a voi stesso: perché vi prendete diletto di balzare a una simile bizzarra congettura da un trampolino così fragile? Perché volete screditare il passato, fino al punto di disumanizzare l'ultima civiltà? Perché non avete bisogno di imparare dagli errori degli antichi? O forse non sopportate di essere soltanto un "riscopritore" e dovete convincervi di essere anche voi un "creatore"?