E tuttavia, mentre adesso le dirigeva contro il ticchettio delle sue pietre, la stalattite mutava come una cosa viva, crescendo fino a toccare effettivamente con la punta l’acqua della polla, e poi ritirandosi di nuovo nel soffitto della grotta. Là vicino, un baratro spalancò all’improvviso la sua bocca e la richiuse minacciosamente. E la stessa galleria si contraeva e s’espandeva come il polmone di un gigante.
— Non aver paura, Jared. — Una gentile voce femminile infranse il profondo silenzio. — Abbiamo soltanto dimenticato come mantenere le cose al loro posto.
Il tono era carezzevole e familiare, e tuttavia aveva allo stesso tempo un che di strano e sconosciuto che lo turbava. Produsse degli echi precisi e distinti. Le impressioni di ritorno delinearono una sagoma vicina, e incerta… come se stesse ascoltando la donna soltanto con echi di seconda riflessione. I suoi lineamenti erano confusi, vuoti. E quando tese la mano per toccarla, la forma non era più là. Eppure riprese a parlare:
— È passato tanto tempo, Jared! I particolari sono scomparsi completamente.
Il giovane si avvicinò esitando. — Gentile Sopravvissuta, sei proprio tu?
Jared sentì il tono divertito della donna. — Lo fai sembrare così… freddo, riservato.
Immediatamente, un intero nugolo di ricordi disordinati della sua infanzia gli invase la mente. — Ma tu… tu non eri nemmeno reale! Tu ed il Piccolo Che Ascolta e l’Uomo Eterno… come è possibile che non si tratti di un sogno?
— Ascolta le cose che ti circondano, Jared. Ti sembrano forse reali?
La stalattite aveva ripreso il suo canto e il suo movimento. La roccia della galleria gli sfiorò il braccio mentre il muro destro si avvicinava e poi tornava ad allontanarsi.
Dunque stava solo sognando… come aveva sognato, oh, tante tante volte, molte gestazioni prima. Ricordò con una punta di nostalgia come la Gentile Sopravvissuta fosse solita prenderlo per mano e guidarlo. Non era una mano che potesse sempre sentire. E non lo conduceva realmente da nessuna parte, perché in effetti lui avrebbe dormito per tutto il tempo sul suo giaciglio.
Eppure, all’improvviso si sarebbe ritrovato a scorazzare nella familiare galleria, oppure in un mondo vicino con il Piccolo Che Ascolta, il bambino che sentiva soltanto i suoni inaudibili degli insetti più piccoli. E la Gentile Sopravvissuta avrebbe spiegato: — Tu ed io, Jared, possiamo guarire il Piccolo Che Ascolta dalla solitudine. Pensa solo a come sia terribile questo mondo… così silenzioso! Ma io posso accompagnarlo in questo corridoio, come posso farlo con te. E quando lo faccio, è come se non fosse più sordo. E voi due potete giocare assieme.
Adesso Jared si ritrovava di nuovo nella galleria familiare ed estranea.
E la Gentile Sopravvissuta disse: — Il Piccolo Che Ascolta è cresciuto. È un uomo, ora. Non lo riconosceresti.
Confuso, Jared ribatté: — Le cose dei sogni non crescono!
— Noi siamo speciali esseri dei sogni.
— Dov’è il Piccolo Che Ascolta? — domandò il giovane, scettico. — Fammelo sentire.
— Il Piccolo e l’Uomo Eterno stanno bene. L’Uomo Eterno adesso è vecchio, però. Non è veramente eterno, sai… quasi, soltanto. Ma non c’è tempo di sentirli. Sono preoccupata per te, Jared. Devi svegliarti!
Per un attimo, gli parve quasi di essere sul punto di staccarsi dal sogno. Ma poi i suoi pensieri tornarono, calmi, verso l’infanzia. Ricordò come la Gentile Sopravvissuta gli avesse detto che lui era l’unico con cui riusciva a parlare… e anche così, soltanto nel sonno. E aveva paura perché gli altri cominciavano a domandarsi se non fosse un Diverso. E lei non voleva che il destino che colpiva i Diversi calasse su di lui. Ecco perché non era più venuta.
— Devi assolutamente svegliarti, Jared! — La donna interruppe il flusso dei suoi ricordi. — Sei stato ferito e sei rimasto troppo a lungo in stato d’incoscienza!
— Per questo sei venuta… solo per svegliarmi?
— No. Voglio metterti in guardia dai mostri e dai sogni che ho sentito che hai… sogni di andare alla ricerca della Luce. I mostri sono orrendi e maligni! Io mi sono introdotta nella mente di uno di loro. Era così piena di cose strane e terribili che non ho potuto resistere al suo interno per più di una frazione di battito!
— Dunque non c’è un mostro soltanto?
— Ce ne sono molti, molti.
— E che c’è di male nel ricercare la Luce?
— Non senti, Jared, che stai soltanto inseguendo dei sogni? La Luce e il Buio non esistono, come li immagini tu. Stai tentando di sfuggire le tue responsabilità. Devi pensare alla Sopravvivenza, al Connubio… quelli hanno sul serio un significato reale!
Jared era sempre stato sicuro che se sua madre non fosse morta, sarebbe stata proprio uguale alla Gentile Sopravvissuta.
Il giovane fece per rispondere. Ma la donna non era più lì.
Jared si rivoltò sul soffice materasso di fibre di manna, e sentì la benda che gli avvolgeva la testa.
Da un punto imprecisato e distante, al disopra dello sfondo dei suoni udibili, veniva una voce paterna e rassicurante che percorreva il monotono discorso della Routine di Familiarizzazione:
— … Qui siamo sotto l’apparecchio generatore degli echi, figliolo. Senti com’è forte? Nota la direzione dei «clack»… vengono proprio dall’alto. Siamo al centro del mondo. Ascolta come gli echi tornano indietro riflessi dalle pareti, praticamente tutti nello stesso momento. Da questa parte, figliolo…
Jared si sollevò su un gomito, malfermo, e qualcuno lo prese per le spalle, riadagiandolo sul materasso.
Era il consigliere Lorenz, che voltò la testa dall’altra parte e disse: — Va ad avvertire la Ruota che sta rinvenendo.
Jared sentì allontanarsi l’odore di Della, che usciva dalla grotta. L’odore della ragazza doveva lottare contro gli odori più violenti che aderivano a tutto quanto lo circondava… odori che identificavano la caverna della Ruota Anselm.
Dall’esterno, il discorso del padre intento ad istruire il figlio si inserì nella mente di Jared, complicando i suoi tentativi per riorientarsi.
— …Là, proprio davanti a te, figliolo… riesci a sentire quella zona vuota nello schema sonoro? Quella è l’entrata al nostro Mondo. Adesso ci dirigeremo al recinto del pollaio. Attento, ragazzo! C’è una sporgenza, circa cinque passi davanti a te. Fermiamoci qui. Sentila bene. Fatti un’idea della sua forma e della sua grandezza. Tenta di udirla. Ricordati esattamente dove si trova. In questo modo ti eviterai molte botte alla tibia…
Jared cercò di scacciare quella voce che lo distraeva e di ricomporre i suoi pensieri. Ma gli effetti del sogno appena concluso ancora lo opprimevano.
Era davvero strano che la Gentile Sopravvissuta fosse riemersa tutto all’improvviso dalle sue dimenticate fantasticherie, come se lui si fosse messo ad attingere all’abisso del suo passato per riportare alla mente una calda, memorabile fetta d’infanzia. Tuttavia il giovane riconobbe la vera essenza di quella manifestazione: era soltanto un ansioso desiderio di sicurezza, di quella sicurezza che non aveva più ritrovato da quando suo padre l’aveva preso per mano e l’aveva familiarizzato con il suo Mondo, proprio come stava facendo quel padre sollecito che si trovava là fuori.