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— Per la Radiazione! Che e successo? — riuscì a dire.

— Sei stato colpito di piatto da una lancia sulla tempia — spiegò Lorenz. — Sei rimasto in stato d’incoscienza per tutto un periodo, come un generatore spento.

Improvvisamente ricordò tutto. E si tirò su barcollando. — Il mostro! I Veggenti!

— Sono andati via… tutti quanti.

— Cosa è successo?

— Da quello che siamo riusciti a capire, il mostro ha catturato il Veggente che stava all’entrata. Due altri Veggenti hanno tentato di salvarlo, ma sono crollati a terra.

Gli echi del generatore centrale entravano attraverso le tendine aperte e rimbalzavano sul viso del consigliere, riportando l’impressione complessa della sua espressione preoccupata. Qualcos’altro stava nascosto tra le rughe, e aggiungeva un’ulteriore nota di tensione alle sue palpebre chiuse… una nota d’inquieta esitazione. Sembrava che il consigliere dovesse decidere se dire o no qualcosa. Jared, tuttavia, pensava soprattutto all’invasione del Livello Superiore da parte del mostro. Fino ad allora, era stato sicuro che la Barriera fosse sufficiente a tenere la creatura dall’altro lato. Era convinto che lui ed Owen avevano meritato la punizione che era stata loro impartita per aver violato i tabù. Ma la cosa non si era conclusa lì. Invece, il mostro aveva attraversato la Barriera per entrare in uno dei mondi degli uomini. E ancora una volta Jared si domandò se non fosse lui il diretto responsabile di ciò. Era stato lui ad invadere per primo il Mondo Originario, no? E il mostro non aveva forse scelto il momento più adatto per colpire di nuovo… proprio cioè quando stava per commettere un’altra empietà, pensando di ricominciare la sua ricerca della Luce?

Il consigliere si decise. Dopo un profondo respiro, prese a parlare: — Cosa stavi facendo, quando sei stato colpito da quella lancia?

— Stavo tentando di raggiungere il Veggente di guardia all’ingresso.

Lorenz s’irrigidì udibilmente. — Allora lo ammetti?

— Cosa c’è da ammettere? Ho sentito la possibilità di catturare un ostaggio.

— Oh. — La parola venne pronunciata con lieve disappunto. Poi il consigliere aggiunse in tono dubbioso: — La Ruota sarà contenta di apprenderlo. Molti di noi si sono chiesti perché ti fossi allontanato.

Jared allungò le gambe oltre la sporgenza su cui era disteso. — Non capisco cosa stia cercando di dimostrare. Vuole dire che pensava…

Ma l’altro proseguì: — Così stavi per attaccare un Veggente? È difficile da credere.

Dapprima c’era stata l’aperta ostilità di Lorenz. Poi l’ipotesi sbeffeggiante, ma forse soltanto superficialmente, che le capacità di Jared fossero simili a quelle di un Veggente. E ora quest’ultima oscura insinuazione. Tutto ciò si sommava e conduceva a qualcosa.

Il giovane afferrò il polso dell’uomo. — Che cosa diamine sospetta?

Ma proprio in quell’istante la Ruota Anselm spostò di fianco la tenda ed entrò. — Cos’è questo discorso sull’attaccare un Veggente?

Della lo seguì all’interno e Jared ascoltò i suoi movimenti estremamente silenziosi mentre si avvicinava alla sporgenza usata come giaciglio.

— Dice che è quello che stava cercando di fare quando si è allontanato verso l’entrata — spiegò Lorenz, scettico.

Ma Anselm non mostrò di accorgersi di quell’inflessione. — Non è forse quello che dicevo io? Come ti senti, Jared, ragazzo mio?

— Come se fossi stato colpito con una lancia.

La Ruota rise in tono condiscendente, poi ritornò serio. — Tu ti sei trovato più vicino di qualsiasi altro di noi a quella creatura. Nel nome della Radiazione, cos’era?

Jared prese per un attimo in considerazione l’idea di raccontare loro le sue precedenti esperienze con il mostro. Ma la Legge della Barriera era applicata altrettanto rigidamente qui che nel Livello Inferiore. — Non lo so. Non ho avuto molto tempo per ascoltarlo prima di venire colpito da quell’asta.

— Cobalto — mormorò il consigliere Lorenz. — Doveva essere Cobalto.

— Cobalto e anche Stronzio, forse — suggerì Della con aria distaccata. — Alcuni hanno avuto l’impressione che ci fossero due mostri.

Jared s’irrigidì. Anche il suo sogno aveva accennato all’esistenza di più di uno di quegli incredibili esseri!

— Per la Luce… era orrendo! — asserì Anselm. — Dovevano essere senz’altro i due Diavoli Gemelli. Chi altri avrebbe potuto lanciare cose così fantastiche contro la tua testa?

— Non ha «lanciato», come dici tu, «cose» contro le teste di tutti — gli ricordò il consigliere in tono ufficioso.

— È vero. Non tutti hanno sentito quello che ho sentito io. Per esempio, nessun volto-peloso ricorda nulla di così strano.

— Nemmeno io l’ho sentito, e non sono un volto-peloso.

— Anche altre persone, oltre i volti-pelosi, non hanno provato quelle sensazioni. E tu, ragazzo mio?

— Non so di cosa stia parlando — mentì Jared, risparmiandosi così la necessità di scendere in dettagliate spiegazioni.

Anselm e Lorenz rimasero zitti mentre Della posava gentilmente una mano sulla fronte di Jared. — Ti stiamo preparando qualcosa da mangiare. C’è qualcos’altro che posso fare per te?

Sorpreso e confuso, il giovane concentrò un orecchio sulla ragazza. Era la prima volta che la sentiva usare un tono così affettuoso e caritatevole!

— Bene, ragazzo mio — concluse Anselm, indietreggiando, — prenditela calma per il resto della tua permanenza qui… fin quando sarai pronto per tornare a casa per il ritiro e la contemplazione contro il Connubio Inadatto.

Le tende frusciarono quando la Ruota ed il consigliere andarono via.

— Sentirò per quel cibo — disse Della, e li seguì all’esterno.

Jared rimase steso sul giaciglio, e iniziò a esplorare la botta sotto la benda. Nella sua memoria era ancora vivido il ricordo dell’incontro con il mostro… o con i mostri. In loro presenza, aveva provato le identiche sensazioni che aveva avvertito nel Mondo Originario. Per un attimo, mentre ripensava alla misteriosa pressione che aveva sentito sul volto, gli parve che gli occhi ne avessero ricevuto la parte maggiore. Ma perché? Ed era ancora sconcertato dal fatto che Owen non avesse invece provato quella particolare sensazione. Non poteva darsi che la preferenza dell’amico a tenere chiusi gli occhi avesse a che fare con la sua mancata ricezione di quella pressione psichica? Della ritornò e lui udì che stava portando una scodella piena di — ascoltò la consistenza del liquido e odorò il suo debole aroma — brodo di tuberi di manna. Nell’altra mano teneva qualcosa che però non riuscì ad identificare.

— Ti senti abbastanza bene per prenderne un po’? — La ragazza gli tese la scodella.

Le sue parole avevano una sfumatura di preoccupazione. Jared non sapeva spiegarsi il cambiamento improvviso nel comportamento di Della verso di lui.

Alcune gocce tiepide gli caddero sulla mano. — Il brodo — l’avverti, — lo stai facendo rovesciare.

— Oh! — Della raddrizzò la scodella. — Scusami.

Ma Jared ascoltò con attenzione. La ragazza non aveva nemmeno sentito il liquido uscire dalla scodella. Era come se fosse praticamente sorda!

Improvvisando un test, sussurrò a voce bassissima: — Che brodo è?

Non ebbe risposta. Della non sentiva quasi per nulla! Eppure, dopo il pranzo protocollare, aveva sentito tanto bene da adoperare come bersaglio la vorticosa fluidità di una polla così piccola e silenziosa che lui non si era neppure accorto della sua esistenza!