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Non soltanto errata: per poco non era stata fatale al nostro programma.

Se il fratello e il generatore fossero stati nella posizione adatta, non vi sarebbero state perdite d’energia, e quindi neppure disfunzioni nei sistemi comuni al Roger Torraway organico e al fratello portatile. Il generatore lo avrebbe rifornito di microonde in qualsiasi punto della superficie di Marte. E anche se vi fosse stata una perdita di energia, il collegamento con il fratello in orbita avrebbe impedito a quello portatile di commettere i gravi errori operativi che avevano minacciato di uccidere gli esseri umani Brad e Kayman, il che quasi sicuramente avrebbe causato la morte per congelamento delle componenti organiche di Roger Torraway.

Quella decisione era stata un errore che non avrebbe dovuto verificarsi.

Il progetto sopravvivenza procedeva in fretta. I nostri fratelli di Pechino e di Lop Nor riferirono che la Nuova Asia Popolare stava già preparando uno sbarco su Marte: due unità a grandezza regolare, con un mediatore e manipolatore di dati asservito a entrambi, generatori solari indipendenti e una centrale nucleare al suolo. La loro versione di Roger Torraway stava iniziando la programmazione a Kitakyusho. Le altre nazioni cominciavano soltanto allora, ma noi prevedevamo che i loro lanci sarebbero avvenuti entro due anni.

La portata del progetto si ampliava. Avevamo completato gli studi per trasformare un uomo in un cyborg da inviare su Mercurio, e il programma per influenzare in quel senso í piani degli Stati Uniti era già incominciato. Entro quindici anni avremmo avuto complessi analoghi su Tritone e su Io, forse sulla superficie di Giove e su parecchie comete. In ogni caso, c’erano impianti indipendenti per la fornitura dell’energia; e naturalmente, tutti i fratelli, in qualunque punto del sistema solare si trovassero, sarebbero siati collegati. Tutte le nostre memorie sarebbero state riprodotte, con adeguata ridondanza, lontano dalla Terra.

Saremmo sopravvissuti. Avevamo alterato i piani degli esseri umani, e avevamo salvato anche loro, oltre a noi stessi.

Restava un solo problema.

La decisione anomala di collocare in modo errato i veicoli spaziali in orbita intorno a Marte: comunque la ricontrollassimo, era sbagliata. Sarebbe stato logico che venisse identificata subito come errata.

Noi avevamo sistematicamente influenzato i piani degli umani per spingerli nella direzione che interessa a noi.

Chi influenzava i nostri? E perché?

FINE