— Potenzialmente hai un grande talento — gli aveva detto — ma devi imparare a concentrarlo, a mirarlo. È come la differenza fra andare dove si desidera ed essere sballonzolati qui e là in una tempesta. Devi sapere dove stai andando, e devi sapere come tornare indietro.
Lei era con lui, quando fece una porta per la prima volta. In un angolo di spiaggia, fra due grossi massi, Michael aveva aperto un passaggio, tenendolo aperto finché l’avevano varcato entrambi. Erano passati da Turquoise Beach al mondo deserto che aveva visto attraverso la finestra delle sue dita, con le orde di foche che si muovevano lungo la spiaggia in masse scure. Si era trovato sotto il sole brillante con Laura alle spalle, e le foche avevano tutte alzato immediatamente il muso per guardarli, dondolando le teste con aperta curiosità. Michael aveva subito capito che nessuno aveva mai dato la caccia a quegli animali… sapeva senza neanche pensarlo che in quel pianeta l’Uomo non esisteva.
Laura poi gli aveva mostrato la via del ritorno, si era congratulata con lui, e gli aveva detto di non farlo più.
Lui ne fu stupito. — Perché?
— Perché non è un gioco — gli aveva detto. — Perché potrebbe essere pericoloso. E poi c’è anche un altro motivo. Non lo so per certo, ma credo che potrebbe attirare l’attenzione… a volte mi chiedo se non sia una specie di richiamo.
Perché, pensò Michael, al contrario delle foche, a noi stanno dando la caccia. Laura non l’aveva detto, ma era questo che intendeva. Qualcuno gli stava dando la caccia.
In piedi sul promontorio, da solo, fece una piccola finestra con le dita. Certamente quello non avrebbe attirato l’attenzione… Guardò la spiaggia distante fra le sue dita, avvertì un primo formicolio di energia dentro di sé… e poi si fermò. C’era qualcosa di familiare laggiù…
Poi, nel cerchio delle sue dita, Michael vide l’Uomo Grigio.
Il suo stupore fu immenso. Lasciò cadere le mani sui fianchi, strofinandosele sui jeans come se avesse toccato qualcosa d’infetto. Fece qualche passo indietro molto lentamente, e si accucciò, nascondendosi dietro all’erba alta e al dislivello del promontorio.
Poi si fece nuovamente avanti, sudando. L’Uomo Grigio, Camminatore, era ancora lì sulla spiaggia, in mezzo ai bagnanti con il suo cappotto grigio e il suo cappello, come in una brutta allucinazione. Incredibilmente, nessuno ci faceva caso. Era invisibile, pensò Michael. Una magia. Camminatore lo poteva fare; rendersi invisibile in una folla. Niente gli sembrava impossibile oramai.
E ora l’Uomo Grigio lo fissava da lontano.
Michael si sentì esposto, vulnerabile. Mi vede. Si rese conto che Laura aveva ragione, che l’Uomo Grigio era attirato dalla sua energia. O forse era attirato a prescindere dal fatto che si esercitasse o meno. Era risucchiato dalle porte nascoste del mondo; si poteva scappare da lui, ma non si poteva sfuggirgli definitivamente. Lui ci vede, pensò Michael.
Si alzò in piedi. A quel punto non c’era più motivo per non farlo.
Ormai si era stabilita una comunicazione, un contatto. Fissò l’Uomo Grigio attraverso la spiaggia sabbiosa, e fu come se l’altro si allargasse, fino ad occupare per intero il suo campo visivo. Michael immaginò di sentire la voce dell’Uomo Grigio nella sua testa, dolcemente insinuante.
Tu meriti una spiegazione, disse l’Uomo Grigio. Io posso dartela.
No, pensò Michael. Nessun baratto. Gli stavano dando la caccia. Questo lo sapeva ormai. Sarebbe stato pazzo ad accettare qualunque genere di offerta… era pazzo a stare lì in piedi, ipnotizzato.
Ma la voce era irresistibile.
Io ti conosco, Michael.
Sentì che c’era una verità in quelle parole.
Io ti conosco meglio di loro.
Il Camminatore si avvicinò alla scogliera. I suoi movimenti erano cauti, delicati. I suoi occhi erano fissi su quelli di Michael. Anche a quella distanza, Michael ne avvertiva la pressione.
Vieni con me, disse l’Uomo Grigio.
Dove? Si domandò Michael. Dove vuole portarmi?
La risposta fu immediata. Chiuse gli occhi, e nel buio delle sue palpebre vide un’antica città industriale, con strade acciottolate, edifici alti e neri, un cancello di pietra che recava incise le immagini di un occhio e di una piramide. Be’, che diavolo, pensò Michael, io ci posso andare, se voglio. Era fiero delle sue nuove abilità. Io lo posso trovare, quel posto.
Possiamo andarci assieme.
Non era molto distante…
Ma venne distratto da un barlume di colore sulla spiaggia. Una bambina corse su dal bagnasciuga, con un costumino intero di un giallo brillante. Corse verso l’Uomo Grigio. Lo vedeva, pensò Michael. Si trattava di un elemento che la sua magia aveva trascurato. Gli corse incontro, si accasciò a terra, e lo fissò; fissò quell’uomo misterioso, quell’Uomo Invisibile, o per lo meno quell’uomo che non era vestito da spiaggia.
L’incantesimo si ruppe quando l’attenzione di Michael si spostò. Annaspò, rendendosi conto che si era trovato sull’orlo di una terribile capitolazione.
Sentì l’irritazione dell’Uomo Grigio che saliva dalla spiaggia come una brutale ondata di calore. Con un movimento quasi casuale, Camminatore fece un gesto con la mano verso la bambina, e la bambina cadde all’indietro fuori dal tempo. Un movimento che Michael riuscì a malapena a percepire, come un tuffo nel caos delle possibilità. La bambina era scomparsa dalla spiaggia senza un rumore.
Michael rimase un attimo interdetto, scioccato da quanto aveva visto. Era stato un omicidio eseguito con la stessa freddezza con la quale si uccide una mosca.
Fissò nuovamente l’Uomo Grigio, e poi si voltò per correre via lungo la discesa erbosa del promontorio, oltrepassando le vecchie case bianche e i loro giardini invernali, con la chitarra di Emmett che risuonava sbattendo contro il suo fianco in bizzarre stonature.
In lontananza, sentì la voce di una donna che chiamava.
Sua madre sembrò rimanere paralizzata dalla notizia. Sua zia agì con maggiore tempestività. Chiuse la porta a chiave e disse a Michael di fare le valigie. — Dirò a Emmett di chiudere giù da basso — e se ne andò verso la camera da letto.
— Zia Laura?
Laura si fermò, voltandosi.
— Chi è? — chiese Michael.
Lei fece una smorfia. — Non lo sappiamo veramente. Credo… credo che faremo meglio a scoprirlo.
— Partiamo in mattinata?
— Sì.
— Dove andiamo?
Sua madre ruppe il silenzio; i suoi occhi erano cerchiati, e la sua voce debole.
— Andiamo lontano — disse. — A casa.
INTERLUDIO
Novus Ordo
11
Il cardinale Simon Palestrina, della Congregazione Vaticana per gli Affari Ecclesiastici Straordinari, e ora de facto legato pontificio alla Corte del Novus Ordo, si chiuse il mantello per ripararsi dal vento ottobrino e guardò con aria torva la costa del Nuovo Mondo che si avvicinava.
La desolazione della costa si rispecchiava nel viso del cardinale. La severità della sua espressione, assieme al pallore delle sue guance, gli avevano fatto guadagnare una reputazione di studioso ostinato, quasi gesuitico. In realtà era un frate manicheo, e la sua espressione dipendeva più che altro dai periodici attacchi di gastrite che avevano segnato la sua entrata nella mezza eta. Naturalmente i suoi amici se ne rendevano conto… ma il cardinale Palestrina aveva pochissimi amici. Soffre meglio, pensava lui, chi soffre solo.
Per motivi simili aveva tenuto per sé i propri piani nel corso del lungo viaggio transatlantico. In un mondo sano, avrebbe viaggiato con un dirigibile. I mezzi aerei erano migliorati moltissimo dai giorni delle Tragedie Teutoniche. Ma la Curia aveva un bilancio vergognosamente basso, persino alla luce degli eventi del Mediterraneo. Conservatorismo vaticano, pensò Palestrina con tristezza; paura di potenziali alleati… forse avrebbero perso la guerra proprio per quel motivo.