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— Se fosse anche aggressivo e bellicoso sarebbe una creatura davvero ammirevole — commentò K’Stin.

— Noi lo preferiamo così — ribatté bruscamente Nancy.

Ora torneremo alla nave. In questi strumenti non c’è rimasto alcunché che possa essermi utile. Dobbiamo proseguire verso il Centro.

—   Ma abbiamo appena cominciato le registrazioni! — protestò Ham.

Questo non mi riguarda. A me occorrono altre informazioni.

Non potendo contrastare la volontà di Sfera, tornarono riluttanti sulla Space Angel portando tutti i libri di cui riuscirono a caricarsi, e parecchie piccole sculture. Saliti a bordo trovarono il “granchio” acquattato su un sedile nella mensa che allungò le antenne provviste di occhi per scrutarli.

Poco dopo furono raggiunti dalla comandante che era rimasta in plancia. — Sfera ci ha riportato nell’iperspazio. Peccato, sarei rimasta volentieri per un altro po’ su quelle navi. Pazienza...

— Se c’è qualcosa che volete sapere su quella nave o sulla gente che la costruì, basta che me lo chiediate. — Chi aveva parlato era il “granchio”.

— Caspita, che rapidità! —esclamò sorpresa la comandante.

— Ho attitudine alle lingue.

— Chi sei, e cosa facevi a bordo del relitto? — chiese Ham.

— Sarebbe difficile tradurre il mio nome nella vostra lingua. Letteralmente significa: “Colui che canta le lodi delle Grandi Entità e delle Loro Opere in eleganti versi”. Naturalmente la versione manca della musicalità e del ritmo dell’originale.

— Capisco.

— Quanto al motivo della mia presenza a bordo, è presto spiegato: raccoglievo materiale.

— Materiale per cosa?

— Per le mie poesie.

— Come hai fatto ad arrivare sulla nave?

— Stavo visitando un mondo di un sistema vicino quando i miei strumenti hanno localizzato il relitto. Ho chiesto di raggiungerlo in modo da poterlo esaminare... questo è successo qualche tempo fa, e non sono tornati a rilevarmi. Forse si sono dimenticati di me, oppure è scoppiata una guerra. — La voce del “granchio” proveniva dall’interno della corazza.

— Per quanto tempo sei rimasto là?

— Circa sei o settecento dei vostri anni.

— E quanto sarebbe secondo il tuo computo del tempo?

— Oh, un periodo brevissimo. Mi sono molto divertito a leggere tutti quei libri. Gli Hubri erano una grande razza, forse il popolo più esteta che sia mai esistito. Come artisti e protettori delle arti non hanno paragoni. Visitarono per secoli i mondi dei sistemi centrali, e poi scomparvero un migliaio di anni fa mentre erano alla ricerca di nuove esperienze artistiche. Naturalmente io non mi sono lasciato sfuggire l’occasione per esaminare una delle loro splendide navi ricche di tesori.

— Ma hai rischiato di doverci restare per sempre — commentò la comandante.

— Tutto è finito bene.

— Già — disse Torwald — comunque dovrai viaggiare per un po’ con noi. Stando così le cose sarà meglio che tu ci dica come vuoi che ti chiamiamo.

— Anticamente visse sulla Terra un grande poeta che si chiamava Omero. Potete chiamarmi così, se vi piace.

— Vada per Omero, allora — concluse Ham, e poi gli presentò Michelle che era impaziente d’intervenire.

— Io mi occupo della dieta e della salute di tutti. In primo luogo, cosa mangi?

— Tutte le sostanze originariamente composte di molecole organiche, animali o vegetali e i loro sottoprodotti. Anche il petrolio va bene...

K’Stin lo interruppe, incapace di trattenersi: — Sei in grado di sopravvivere nel vuoto senza apparato respiratorio. Come mai?

— Oh, la mia specie resiste per lunghi periodi senza respirare. In caso di necessità, restando perfettamente immobili possiamo resistere secoli senza respirare. Naturalmente è molto noioso. Posso anche respirare cloro, metano, elio e molti altri gas, oltre all’ossigeno.

K’Stin annuì palesemente ammirato davanti a quella singolare creatura che possedeva facoltà di sopravvivenza superiori perfino a quelle eccezionali dei Viver.

— Michelle — proseguì intanto Omero — non ti devi preoccupare per la mia salute. Non mi ammalo mai e se dovessi restare mutilato, le mie parti ricrescerebbero spontaneamente.

— É estremamente difficile che un solo pianeta possieda un’atmosfera adatta allo sviluppo di creature che possono respirare ogni tipo di gas — disse K’Stin. — Non siete il prodotto dell’evoluzione, vero, ma siete stati progettati come noi Viver, non è così?

— Naturalmente. In origine eravamo molluschi più o meno simili a quelli che avete trovato sull’altra nave. Poi scoprimmo che esseri più resistenti sarebbero stati più adatti all’esplorazione degli altri mondi. Avete davanti agli occhi il risultato. Sono state ideate anche molte altre forme, ma noi poeti e saggi viaggianti preferiamo questa.

— Sembra ottima per la sopravvivenza — ammise di malavoglia K’Stin, — però non adatta alla guerra come la nostra.

— Forse, ma le specie bellicose non durano a lungo. La storia della mia specie risale fino a due milioni di anni fa. A queste parole, il Viver cadde in un silenzio immusonito, con grande divertimento degli altri. Che cosa ne sai della Stella Nucleo? Sussultarono tutti, sorpresi: si erano dimenticati di Sfera.

— Chi ha parlato? — chiese Omero.

— Quella palla sul tavolo — rispose la comandante. — È lui che comanda a bordo. Ci ha costretti a intraprendere la ricerca della Stella Nucleo, che dovrebbe trovarsi al centro della Galassia.

— Sì, la conosco. Ma cosa volete sapere di preciso? Devo avvisarvi che non sono un fisico.

Voglio conoscere i fenomeni non atmosferici che sono convinto abbiano luogo nei pressi della Stella Nucleo.

— Ah! — esclamò Omero. — Alludi al Guardiano?

I membri dell’equipaggio si scambiarono occhiate stupite: si aggiungeva agli altri un ennesimo mistero!

— Il Guardiano? — sussurrò Ham.

Sì, è questo il fenomeno a cui alludevo.

— Non posso dire molto, dal momento che se ne sa così poco. Pare che sia informe e risieda nell’ampio tratto di vuoto fra le ultime stelle cosiddette normali e quella del Nucleo. Esiste da quando le prime razze intelligenti del Centro hanno imparato a volare nello spazio e non permette a nessuno di avvicinarsi a più di cento anni luce dalla Stella Nucleo. Tutte le sonde scientifiche e le spedizioni militari sono state distrutte o respinte. Questo è quanto si sa del Guardiano. Naturalmente ci sono molte teorie sulla sua natura e origine. Secondo alcune si tratta di un essere intelligente, secondo altre sarebbe un campo di forze, secondo altre ancora un congegno inventato da una razza antichissima, proveniente forse da un altro sistema galattico. Queste supposizioni si equivalgono tutte, in mancanza di dati sicuri.

È quanto volevo sapere.

E per quel giorno Sfera non disse altro.

6

Qualche giorno più tardi, la Space Angel emerse dall’iperspazio in un sistema strano. L’equipaggio aveva trascorso i giorni precedenti a fare la conoscenza di Omero. Scoprirono che era una creatura cordiale e gentile e una vera enciclopedia di nozioni relative alle stelle del Centro, fra le quali aveva viaggiato per migliaia di anni, raccogliendo le opere poetiche di centinaia di razze. La sua specialità era la poesia epica. Anche i Viver erano costretti ad ammirarlo, non fosse altro che per la sua incredibile longevità.