— Proviamo — disse Ham. — Quell’apparecchio è scoperto?
— C’è un incavo per i passeggeri e il carico — rispose Finn. — Non credo che sia un mezzo militare. Sul davanti ha un ampio parabrezza. Non so se anche quello sia a prova di raggi.
— Lo scopriremo presto. Si stanno avvicinando. Voi tenetevi pronti coi fucili. K’Stin, B’Shant, illuminatemi quel coso coi razzi. I due piccoli razzi si accesero proprio quando il velivolo dei Tchork passava loro sopra, illuminandolo in pieno. Dai razzi principali se ne staccarono poi altri più piccoli, direzionali, che si piazzarono sul mezzo inseguitore. Alcuni Tchork cercarono di abbatterli, ma era impossibile colpire bersagli così piccoli perché lo spostamento d’aria del velivolo li faceva sobbalzare in su e in giù.
— Fuoco! — gridò Ham azionando la pesante mitragliera. I raggi dei fucili non ebbero alcun effetto sul parabrezza, e anche i micidiali raggi della mitragliera furono respinti o assorbiti dallo scafo. Dopo avere sparato qualche colpo, Ham desistette dal tentativo. — Torwald, te ne intendi di razzi esplosivi?
— Abbastanza.
— Allora sparane uno sopra quell’affare.
Torwald calcolò la distanza, inserì nel pannello dei comandi i dati relativi all’altitudine e alla distanza, e schiacciò un pulsante. Un attimo dopo vi fu una fragorosa esplosione qualche metro a poppa del mezzo nemico. Torwald aggiustò la mira e tornò a premere il pulsante. Questa volta il razzo scoppiò proprio sopra il velivolo dei Tchork, a meno di tre metri. L’ondata d’urto e i micidiali frammenti straziarono i corpi degli occupanti, sollevandoli e mandandoli a fracassarsi nella giungla sottostante. Pochi attimi dopo, il velivolo precipitò in picchiata esplodendo fra gli alberi.
— Badate alle vostre armi! — gridò Ham. — Bel tiro, Tor.
— Però ha sprecato un razzo — fece notare K’Stin.
— Capita a tutti di sbagliare — disse Torwald.
Pochi minuti dopo avvistarono la Space Angel. Il veicolo entrò a velocità sostenuta nel compartimento, poi rallentò di colpo mandando a gambe all’aria quelli che stavano in piedi. Solo quando il portello interno si richiuse Achmed si rilassò ai comandi e disse che era stato colpito.
— Non stategli addosso — ordinò Ham agli altri. — Andate tutti ai vostri posti, e tu, Michelle, corri a prendere la cassetta del pronto soccorso. L’hanno colpito a un polmone.
Poco dopo arrivò la comandante con l’eterno sigaro fra i denti. — Credi che ce la farà, Ham?
— Sì, Gertie. — Ham prese fra le braccia il piccolo egiziano che aveva la bocca coperta da una schiuma sanguigna. Michelle tornò con la cassetta e gli altri si allontanarono. Gli ufficiali addetti ai comandi salirono in plancia a preparare la nave per il decollo, mentre Michelle e Torwald legavano il ferito a una cuccetta dopo che Michelle lo aveva medicato cospargendo la ferita con una gelatina gialla. Quando tutto fu pronto, la nave decollò, con un po’ di fatica poiché le riparazioni non erano ancora finite.
— Tutti ai posti di combattimento — ordinò la comandante. — Non perdete tempo con le imbracature anti-accelerazione, é probabile che dovremo passare al più presto nell’iperspazio.
— Kelly, vieni con me. — Torwald salì nella cupola osservatorio dov’erano stati installati i comandi delle armi pesanti. Torwald si legò al sedile davanti alla consolle del depolarizzatore e cominciò a controllare i comandi mentre Kelly prendeva posto vicino a lui. — Facciamo un controllo di prova — disse, e Kelly inserì i dati di bersagli immaginari facendo comparire sugli schermi puntini luminosi e forme strane che si muovevano velocemente in direzioni diverse. Torwald cancellò uno per uno i finti nemici azionando i comandi manuali, poi inserì gli stessi dati e lasciò che il computer facesse il resto. Tutto funzionò alla perfezione.
— All’orizzonte stanno comparendo navi aliene — riferì la comandante. Ham si unì a Torwald e Kelly e prese i comandi del cannone a laser.
— Non ho molta fiducia visto l’esito che hanno avuto i colpi della mitragliera — disse. — Probabilmente le navi sono fatte dello stesso materiale del velivolo abbattuto.
— È quello che ho pensato anch’io — osservò Torwald. — Però se sono fatte di molecole comuni, il depolarizzatore dovrebbe disintegrarle.
— Purtroppo ha una portata molto limitata.
— Eccole! — gridò in quella Kelly indicando due grossi punti luminosi sullo schermo dei bersagli. I punti attraversarono la griglia, diminuendo lentamente la distanza con la Space Angel.
— Hanno sparato qualcosa — disse Kelly mentre su un altro schermo comparivano quattro puntolini in avvicinamento.
— Sono piuttosto lenti — osservò Torwald. — Devono essere siluri. Prova un po’ col cannone, Ham.
— Ne arrivano altri! — gridò ancora Kelly. — Molto più piccoli... sono almeno un centinaio.
Ham e Torwald passarono immediatamente i dati al computer che poteva controllare completamente sia il cannone sia il depolarizzatore e sparare molto più velocemente. Nel giro di pochi secondi i puntolini si sparpagliarono su tutto lo schermo disponendosi a grosse chiazze, mentre le due navi nemiche acceleravano.
— Siamo nei guai — dichiarò Ham con calma. — Stanno cercando di avvicinarsi per potersi servire delle armi a raggi. Scommetto che i nostri laser non avranno nessun effetto. Prova con un siluro, Tor.
— Siluro fuori! — Un ordigno subnucleare Classe K filò veloce verso gli inseguitori. La velocità del siluro, aggiunta a quella della nave nemica in avvicinamento, fece rapidamente diminuire la distanza e l’ordigno era ormai troppo vicino perché gli avversari potessero intercettarlo. L’esplosione danneggiò una delle navi, che perse il controllo e cominciò a zigzagare all’indietro.
— Strano, Tor. Evidentemente non conoscono ancora l’effetto Doppler.
— Non dimenticare che sfruttano ritrovati tecnici ideati da altri, Ham. Quei buffoni sapranno guidare le navi, ma, probabilmente, lasciano molto a desiderare quanto a balistica computerizzata. — Dopo di che, non ci fu più il tempo per parlare anche perché l’altra nave nemica stava aprendo il fuoco coi cannoni a raggi. La mira dei Tchork non era molto accurata, ma potevano sempre sperare che qualche scarica andasse a segno. Come Ham aveva previsto, il laser era inservibile contro le difese dello scafo nemico, e la Space Angel sarebbe stata distrutta prima che la nave aliena fosse a portata del depolarizzatore.
— Un altro siluro, Ham?
— Proviamo.
— Fermi! — tuonò la voce della comandante dall’interfono. — Invertiamo la marcia. Rotta di collisione.
— Ma non è una tattica suicida? — chiese Torwald.
— Zitto e ascolta la comandante — sibilò Ham.
— Come ha fatto notare Ham, Torwald, quei poco di buono non riescono a colpire qualcosa che punti dritto verso di loro. Se invertiamo la rotta può darsi che ci avviciniamo abbastanza per colpirli col depolarizzatore. Qualcuno ha una proposta migliore?
Nessuno fiatò. Senza rallentare, la comandante fece compiere un rapido dietrofront alla Space Angel nel momento in cui, trovandosi dalla parte opposta di una delle lune del pianeta, il nemico non poteva vederla. Questo tipo di manovra era possibile unicamente grazie al campo gravitazionale, perché senza di esso l’equipaggio sarebbe stato ridotto in polpette e la nave distrutta.
Quando la Space Angel ricomparve sugli schermi della nave avversaria, stava velocemente puntando contro di essa da qualche secondo. I Tchork spararono all’impazzata senza esito, e poco dopo si trovarono alla portata del depolarizzatore. Torwald lo attivò e improvvisamente sembrò che la nave nemica fosse diventata molto più grande. Il punto sullo schermo si allargò, sbiadendo fino a scomparire, completamente disintegrato. La seconda nave, intanto, aveva cambiato rotta e stava allontanandosi. Un coro di evviva sopraffece per qualche istante la voce dall’interfono.