«Ma insomma…» cominciò a replicare Antyok, con un filo di voce.
«Cos’è Cefeo 18? È un zoo. Uno zoo d’alta classe, con quei vostri scienziati dal cervello mummificato che stuzzicano quelle povere creature coi loro bastoni spinti attraverso le sbarre. Gli avete buttato qualche brandello di carne… ma li avete chiusi in gabbia. Lo so! Sono due anni che scrivo su di loro. In pratica, sono sempre vissuto con loro».
«Zammo dice…»
«Zammo!» Il nome esplose fuori da Bannerd intriso nel più completo disprezzo.
«Zammo dice», insisté Antyok, preoccupato ma deciso, «che già così li trattiamo fin troppo come esseri umani».
Le lunghe guance incavate del giornalista s’irrigidirono. «Semmai è Zammo che è molto più una bestia di loro. Lui adora soltanto la sua scienza. Meno tipi come lui saranno in giro, meglio sarà per tutti. Ha Ietto le opere di Aurelion?» Fece quest’ultima domanda all’improvviso.
«Uhm, si… E l’Imperatore…»
«L’Imperatore è con noi. E questo è un bene… assai meglio che le persecuzioni dell’ultimo regno».
«Non capisco dove vuole arrivare».
«Questi alieni hanno molto da insegnarci. Non capisce? Niente che possano scoprire Zammo e il suo GrupSci con tutti i loro barbari esperimenti; non la chimica, non la telepatia. È il loro modo di vivere… e di pensare. Tra quegli alieni non vi sono delinquenti, e neppure disadattati. Abbiamo fatto niente per studiare la loro filosofia? Li abbiamo affrontati come un problema di tecnica sociale?»
Antyok rifletté su quanto detto, e il suo volto grassoccio si ridistese. «Sono considerazioni interessanti, le sue. Soprattutto per gli psicologi…»
«Niente affatto. La maggior parte di loro sono ciarlatani. Gli psicologi identificano sì, i problemi, ma le loro soluzioni sono sbagliate. Ci servono gli uomini di Aurelion. Uomini della Filosofia…»
«Ma, senta, non possiamo trasformare l’intero Cefeo 18 in un soggetto di studi metafisici».
«E perché no? Può esser fatto facilmente».
«Come?»
«Dimentichi le sue miserabili sbirciatine nelle provette. Permetta che gli alieni costituiscano liberamente una propria società, senza interferenze umane. Dia loro un’indipendenza priva di ostacoli e lasci che la nostra filosofia entri in contatto e si mescoli con la loro…»
Antyok l’interruppe, nervoso: «Non si può fare in un giorno».
«Ma si può cominciare in un giorno».
L’amministratore replicò lentamente: «Be’, non posso impedirle di provare a cominciare». E, mentre il suo sguardo pacato si accigliava un’altra volta: «Tuttavia, rovinerà il suo stesso gioco se pubblicherà il rapporto dei GrupSci 10 e lo denuncerà per motivi umanitari. Gli scienziati sono potenti».
«Anche noi della Filosofia lo siamo».
«Sì, ma c’è un modo più facile, senza sparar fuori proclami e denunce. Faccia semplicemente notare che un GrupSci non sta risolvendo i suoi problemi. Scriva senza emotività, e lasci che siano i lettori a meditare da soli sul suo punto di vista. Per esempio, il problema del calo delle nascite. Questo è qualcosa che fa per lei. In appena una generazione i non-umani potrebbero estinguersi, malgrado tutto ciò che la scienza può fare. Faccia notare che è indispensabile un approccio più filosofico al problema. Oppure scelga qualche altro punto altrettanto ovvio. Usi il suo giudizio, eh?»
Antyok sorrise in modo accattivante quando si alzò. «Ma per il bene della Galassia, non sollevi un gran polverone».
Bannerd era rimasto rigido e impassibile. «Potrebbe aver ragione», commentò.
Più tardi, Bannerd spedì un messaggio riservato, per capsula, a un amico: «Niente affatto intelligente, in nessun modo. È confuso e non ha nessuna linea precisa che lo guidi nella vita. Ed è del tutto incompetente per il suo lavoro. Ma è un armeggione, sa trovare il modo, i compromessi per aggirare le difficoltà, ed è disposto a far concessioni piuttosto che mantenere una rigidità adamantina. Sotto questo aspetto, potrebbe rivelarsi prezioso. Tuo in Aurelion.
Da: QGAm-Cef 18.
A: UfProEs.
Oggetto: Ritmo delle nascite di non-umani su Cefeo 18, Articolo su.
Riferimenti:
(a) QGAm-Cef 18 lett. AAA-LA/mn. data 174/977 LG.
(b) Direttiva Imperiale, Ja2374, data 243/975 LG.
Allegati:
1-G. Articolo di Bannerd, data e luogo Cefeo 18, 201/977 LG.
2-G. Articolo di Bannerd, data e luogo Cefeo 18, 203/977 LG.
1. La sterilità dei non-umani su Cefeo 18, riferita all’UfProEs in riferimento a (a) è diventata oggetto di artìcoli sulla stampa galattica. Gli articoli in questione vengono qui acclusi per informazione dell’UfProEs come Allegati 1 e 2. Malgrado detti articoli siano basati su materiale classificato confidenziale e vietato al pubblico, il giornalista in questione ha invocato i propri diritti alla libera espressione secondo i termini del riferimento (b).
2. In considerazione dell’inevitabile pubblicità ed equivoci da parte dell’opinione pubblica, si richiede che l’UfProEs decida una nuova linea politica da adottarsi sul problema della sterilità dei non-umani.
Da: UfProEs.
A: QGAm-Cef 18.
Oggetto: Ritmo di nascita dei non-umani su Cefeo 18, ricerche su.
Riferimenti:
(a) QGAm-Cef 18 lett. AA-LA/mn, data 209/977 LG.
(b) QGAm-Cef 18 lett. AA-LA/mn, data 174/977 LG.
1. Si propone d’indagare sulle cause e i mezzi per scongiurare lo sfavorevole fenomeno del ritmo delle nascite citato nei riferimenti (a) e (b). Viene perciò istituito un progetto, intitolato «Ritmo di nascita dei non-umani su Cefeo 18, ricerche su» al quale, vista la cruciale importanza dell’oggetto, viene attribuita una priorità AA.
2. Il numero assegnato al progetto di cui in argomento è 2910, e tutte le spese ad esso inerenti verranno addebitate al numero di finanziamento 18/78.
III
Se anche il cattivo umore di Tomor Zammo all’interno dell’area della Stazione sperimentale del GrupSci 10 si attenuò un poco, non per questo la sua affabilità aumentò in proporzione. Antyok si ritrovò solo, in piedi, a guardare attraverso un’ampia finestra d’osservazione il campo principale del laboratorio.
Questo campo principale era un ampio cortile dalle condizioni climatiche rese identiche a quelle dello stesso Cefeo 18, con grande disagio degli sperimentatori e piena comodità dei soggetti da esperimento. La luce del sole, bianca e caldissima, ardeva, aspra, attraverso l’aria asciutta, ricca di ossigeno, trasformando la sabbia in una distesa rovente. E immersi in queste vampate i non-umani color rosso mattone, nerboruti, la pelle rugosa, se ne stavano accovacciati nella consueta posizione di riposo, soli o in coppia.
Zammo comparve accanto ad Antyok, trangugiò, assetato, lunghe sorsate d’acqua. Poi alzò la testa, le labbra ancora stillanti, e lo fissò: «Vuol venir là dentro?»
Antyok scosse la testa, con fare deciso: «No, grazie. Qual è la temperatura, in questo momento?»
«Quasi cinquanta, se ci fosse un po’ d’ombra. E quelli… ancora si lamentano che fa freddo. Adesso è l’ora dell’abbeverata. Li vuol guardare mentre bevono?»
Uno zampillo schizzò alto dalla fontana al centro del cortile. Le piccole figure aliene si alzarono in piedi e, dondolando, avanzarono avide, con quel loro strano modo che era una via di mezzo fra il correre e il saltare. Si accalcarono intorno alla fontana, spingendosi l’un l’altro. I loro volti all’improvviso si deformarono estrudendo al centro un tubo carnoso, lungo e flessibile, che s’immerse nello spruzzo e ne fu ritirato tutto gocciolante.