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Accanto al letto erano schierate due file di vorsteriani, intimiditi dalla presenza del Fondatore. — Morirà in meno di un’ora, vero? — domandò quest’ultimo.

Qualcuno annuì. Vorst si avvicinò alla ragazza e le afferrò il polso fra le dita avvizzite. Un altro esperiano si precipito al suo fianco e appoggiò una mano sul suo avambraccio e una sul corpo della giovane, chiudendo il cerchio. All’improvviso Vorst entrò in contatto con la ragazza morente.

Il cervello dell’esperiana era in fiamme. Avanzava a scatti poi retrocedeva bruscamente, e Vorst insieme a lei, trasportato alla stregua di un autostoppista, mentre nella sua mente balenava una luce, come se un fulmine stesse danzando attorno a lui. Passato e presente si fusero insieme. Lo scarno corpo del vecchio fu squassato come una canna battuta dal vento. Le immagini ballavano come demoni nel suo cervello, confuse figure del passato, cupe avatara del futuro. Dimmi, dimmi, dimmi, implorò Vorst. Indicami la strada! Era sulla soglia del sapere. Era così che aveva proceduto per settant’anni, passo dopo passo, lungo la linea mondiale del suo grande piano, sfruttando i corpi straziati e contorti di quelle povere creature come ponti verso il futuro, contando unicamente sulle sue forze.

Fa che io veda, supplicò Vorst.

Era la figura di Davide Lazzaro a dominare il mondo del futuro, come Vorst aveva previsto. Lazzaro era un colosso, inaspettatamente risorto a vita nuova, che protendeva le braccia verso i suoi fratelli nell’eresia. Vorst rabbrividì. L’immagine tremolò, poi si dissolse. La fragile mano del Fondatore allentò la presa.

— È morta — disse Vorst. — Conducetemi vìa.

quattro

Un vecchio uomo aveva impartito un ordine, un secondo aveva obbedito e un terzo era stato contattato affinché esaudisse un favore. Nat Weiner, del Presidio Marziano, era sempre disposto ad accontentare il suo vecchio amico Reynolds Kirby. Si conoscevano da così tanti anni, che ormai entrambi avevano perso il conto.

Weiner, come la stragrande maggioranza dei marziani non era né vorsteriano né armonista. I marziani non erano attratti da nessuna forma di religione e mantenevano al riguardo un atteggiamento neutrale, dal quale cercavano di trarre il massimo vantaggio. Sulla Terra, dove la maggioranza della popolazione era di fede vorsteriana, il potere era praticamente nelle mani dei seguaci di Vorst; pertanto, poiché Marte intratteneva importanti relazioni commerciali con la Terra, era una questione di buon senso mantenere buoni rapporti con l’alto comando vorsteriano. Venere, era un altro paio di maniche. Nessuno sapeva con certezza come stessero le cose su quel pianeta, a parte il fatto, ormai accertato, che negli ultimi trenta-quaranta anni gli armonisti vi avevano consolidato la loro presenza e che un domani avrebbero potuto rappresentare per esso ciò che i vorsteriani rappresentavano per la Terra. Weiner era stato ambasciatore a Venere e riteneva di conoscere abbastanza bene i pelleazzurra. Non gli piacevano troppo, ma lui ormai non si lasciava più prendere dalle passioni. Se le era lasciate alle spalle il giorno in cui aveva compiuto cento anni.

Da Santa Fe, spendendo una cifra da capogiro, Reynolds Kirby si mise in contatto visivo con Weiner e lo pregò di fargli un favore. Non si vedevano da dodici anni, dall’ultima volta in cui il marziano era andato a Santa Fe per sottoporsi a una terapia di ringiovanimento. Solitamente, i centri dell’eterna giovinezza non erano aperti ai non-credenti, ma Kirby aveva fatto in modo che Weiner e un ristretto numero di suoi amici marziani, fossero ammessi periodicamente nel complesso della cittadella scientifica.

Weiner sapeva benissimo che, accettando la cortesia dell’amico, firmava cambiali in bianco, che un giorno o l’altro, Kirby si sarebbe presentato a riscuotere. Ma per lui andava bene così: la cosa più importante era sopravvivere. Weiner sarebbe perfino stato disposto a convertirsi al credo vorsteriano, pur di avere accesso al centro di Santa Fe. Ma una simile decisione gli avrebbe certamente nuociuto dal punto di vista politico, perché su Marte sia i vorsteriani che gli armonisti venivano considerati sovversivi. In questo modo, godeva dei benefici senza correre rischi, e doveva tutto questo al suo amico Reynolds Kirby. Weiner era disposto a fare molto per ripagare il terrestre dei suoi favori.

Kirby disse: — Hai già visto la presunta tomba di Lazzaro?

— Sono stato a fare un sopralluogo un paio di giorni fa. Abbiamo allestito un imponente sistema di sicurezza attorno alla cripta. Sai, è stato mio nipote a scoprirla. Se potessi, lo ucciderei.

— Perché?

— Avevamo proprio bisogno di trovare quella mummia d’armonista sepolta vicino ai Laghi Beltran! Ma perché diavolo i tuoi amici non l’hanno seppellito su Venere, dove vive la sua gente?

— Che cosa ti fa pensare che siamo stati noi a seppellirlo?

— Non siete stati voi a farlo fuori? O a congelarlo o quel che accidenti gli avete fatto?

— È accaduto prima che io entrassi nella Confraternita — rispose Kirby. — Soltanto Vorst sa come sono andate realmente le cose, e forse nemmeno lui. Ma a seppellirlo in quella cripta devono essere stati per forza i suoi seguaci, non pensi?

— Niente affatto — replicò Weiner. — Perché avrebbero ingarbugliato la loro storia? Lazzaro è il loro profeta. Se fossero stati loro a metterlo lì dentro, se ne sarebbero ricordati e avrebbero predicato la sua resurrezione, non ti pare? E invece sono quelli che sono rimasti più sorpresi quando è stata scoperta la tomba. — Weiner aggrottò la fronte. — D’altro canto, il messaggio registrato è pieno di slogan armonisti. E ci sono simboli armonisti incisi sulle pareti della cripta. Mi piacerebbe capire come stanno le cose. Anzi, mi piacerebbe ancor di più se non l’avessimo mai scoperto. Ma perché volevi parlarmi Ron?

— Vorst lo vuole.

— Vuole Lazzaro?

— Esattamente. Vuole riportarlo in vita. Porteremo l’intera cripta a Santa Fe, l’apriremo e lo faremo risorgere. Vorst ha intenzione di annunciarlo domani, a tutto il mondo.

— Non è possibile, Ron. Se c’è qualcuno che avrebbe diritto di reclamarlo, sono gli armonisti. È il loro profeta. Come posso consegnarlo ai tuoi ragazzi? Voi siete accusati di averlo assassinato e adesso…

— Adesso abbiamo intenzione di farlo resuscitare, cosa che gli armonisti non sono assolutamente in grado di fare, e questo lo sanno tutti. Sono liberi di provarci se vogliono, ma il fatto è che loro non hanno a disposizione laboratori sofisticati come i nostri. Noi siamo pronti a riportarlo in vita. Dopodiché lo restituiremo ai suoi discepoli e lui sarà libero di predicare quello che vorrà. A noi basta poter avere accesso alla sua tomba.

— Voi chiedete molto — osservò Nat.

— Noi ti abbiamo dato molto, Nat.

Weiner annuì. In quel momento si rese conto che le cambiali, che aveva firmato in tutti quegli anni, erano scadute.

— Gli armonisti chiederanno la mia testa, se vi accontento.

— La tua testa è ben salda sul collo, Nat. Trova il modo di consegnarci Lazzaro. Penso che potremmo arrabbiarci molto, se non lo facessi.

Weiner sospirò. — Sia fatta la sua volontà.

Ma in che modo, si domandò il marziano quando il collegamento si interruppe? Per "ragioni di causa maggiore"? Doveva consegnare Lazzaro ai vorsteriani e mandare al diavolo l’opinione pubblica? E se i venusiani se la prendevano? Non c’era mai stata nessuna guerra interplanetaria, ma forse adesso i tempi erano maturi. Una cosa era certa: gli armonisti reclamavano il corpo del loro profeta e avevano tutto il diritto di farlo. Proprio la settimana precedente, Martell, il missionario che era andato su Venere per fondarvi un tempio vorsteriano e poi era passato nel campo armonista, era venuto su Marte a vedere la cripta e aveva accennato all’idea di prenderne possesso. Martell e Mondschein, il suo superiore sarebbero saltati in aria quando avessero scoperto che la reliquia di Lazzaro era stata spedita a Santa Fe.