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Era una questione che andava trattata con la massima delicatezza.

La mente di Weiner ronzava come un computer, mentre esaminava e scartava le diverse soluzioni, aprendo e chiudendo un circuito dopo l’altro. Non era soltanto per la sua veneranda età che ricopriva quell’importante posizione politica. Weiner era un uomo abile. Aveva acquisito grande scaltrezza dalla notte in cui, giovane bifolco ubriaco, aveva fatto il diavolo a quattro per le strade di New York.

Dopo tre ore e svariate migliaia di dollari in telefonate interplanetarie, Weiner aveva elaborato una soluzione soddisfacente.

La cripta era da considerarsi, a tutti gli effetti, proprietà del governo marziano. Pertanto, da quel momento in poi, Marte avrebbe rivestito un ruolo di grande importanza in merito all’attribuzione delle spoglie di Lazzaro. Nondimeno, poiché il governo marziano riconosceva il profondo valore simbolico della scoperta, al fine di dirimere la questione intendeva consultare le autorità religiose degli altri mondi. Sarebbe stato istituito un comitato, composto da tre esponenti armonisti, tre vorsteriani e tre marziani, nominati personalmente da lui. Era presumibile che i rappresentanti delle due religioni avrebbero agito nel proprio interesse, quindi i membri marziani del comitato si sarebbero mantenuti neutrali, al fine di garantire un giudizio imparziale.

Ovviamente.

Il comitato si sarebbe riunito per decidere il futuro della cripta. Naturalmente, gli armonisti avrebbero rivendicato le spoglie del loro profeta. I vorsteriani, avendo messo pubblicamente a disposizione le più moderne tecnologie scientifiche in loro possesso per riportare Lazzaro in vita, avrebbero chiesto di poter dimostrare di che cosa fossero capaci. Compito dei membri marziani del comitato sarebbe stato quello di valutare entrambe le richieste.

Poi, pensava Weiner, sarebbe giunto il momento della votazione.

Uno dei membri marziani avrebbe sostenuto gli armonisti, per salvare le apparenze. Gli altri due, invece, avrebbero votato a favore della richiesta vorsteriana, ponendo, come condizione, che qualsiasi esperimento sul corpo del presunto Lazzaro fosse eseguito sotto stretto controllo del comitato, per evitare imbrogli. Naturalmente, Mondschein si sarebbe opposto.

Ma fra le clausole alla base dell’accordo, sarebbe stata prevista anche la possibilità per un paio di rappresentanti di fede armonista di visitare i laboratori segreti di Santa Fe: questo sarebbe dovuto essere sufficiente per placare le ire dei venusiani, i quali, comunque, avrebbero masticato amaro. Ma se Kirby manteneva la sua parola e Lazzaro, una volta resuscitato, fosse potuto ritornare dai suoi seguaci, che cosa potevano avere in contrario gli armonisti?

Weiner sorrise. Non esisteva nodo così complicato che non si potesse sciogliere. Bastava rifletterci un po’. Era soddisfatto di sé. Se fosse stato quarant’anni più giovane sarebbe uscito a far baldoria per festeggiare. Ma adesso non poteva.

cinque

— Non andare — disse Martell.

— Sospetti che sia una trappola? — gli domandò Christopher Mondschein. — Ma è un’occasione per visitare il loro centro. L’ultima volta che ci ho messo piede ero un ragazzo. Perché non dovrei andare?

— Non abbiamo idea di che cosa potrebbe succederti là dentro. Immagino che non vedano l’ora di metterti le mani addosso. Tu sei l’asse portante di tutto il movimento venusiano.

— E pensi che mi faranno fuori con qualche raggio misterioso sotto gli occhi degli abitanti di tre pianeti? Sii realista, Nicholas. Quando il Papa va alla Mecca, stanno bene attenti che non gli succeda niente. Stai tranquillo, non corro nessun pericolo a Santa Fe.

— E gli esperiani? Sonderanno la tua mente.

— Verrà Neereol con me e mi farà da scudo — rispose Mondschein. — Non capteranno un solo pensiero. Lo frapporrò fra me e tutti i loro esperiani. E poi non ho niente da nascondere a Noel Vorst. Tu più di chiunque altro dovresti saperlo, visto che ti abbiamo accolto nonostante fossi imbottito di comandi-spia vorsteriani.

Allora Martell tentò un’altra strada. — Andando a Santa Fe tu ammetti implicitamente che il nostro ordine riconosce in quell’uomo il profeta Lazzaro.

— Adesso parli come fratello Emroy! Intendi dire che è tutto un imbroglio?

— Intendo dire che ti dovresti comportare come se lo fosse. Quell’individuo rappresenta la negazione della leggenda di Lazzaro. Potrebbe essere un piano vorsteriano per confonderci. Che cosa faremo quando ci restituiranno un Lazzaro che parla e cammina e saremmo costretti a riconcepire tutto il nostro ordine attorno a lui?

— È una questione molto delicata, Nicholas. Il nostro credo si basa sull’esistenza di un santo martire. Se adesso scopriamo che non è mai stato martirizzato…

— È quello che stavo dicendo io! Per noi sarà la rovina.

— Ne dubito — replicò Mondschein. Il vecchio armonista si toccò nervosamente le branchie. — Tu non sei abbastanza lungimirante, Nicholas. Fino a ora i vorsteriani sono stati più abili di noi, lo ammetto. Sono riusciti a mettere le mani su Lazzaro e stanno per restituircelo vivo e vegeto, mettendoci in una posizione di grave imbarazzo. Ma che cosa possiamo farci? In ogni caso, la prossima mossa spetta a noi. Se Lazzaro muore, ci basterà rivedere un pochino le nostre scritture. Se sopravvive e diventa una minaccia per il nostro ordine, noi sosterremo che si tratta di un impostore assoldato dai vorsteriani con intenti nefandi e lo distruggeremo. In questo modo, metteremo a segno un punto importante: ribadiremo la veridicità della storia del martirio di Lazzaro e accuseremo i vorsteriani di complottare contro di noi.

— E se quell’uomo fosse veramente Lazzaro? — domandò Martell.

Mondschein si illuminò. — Allora ci ritroveremo fra le mani un profeta, Fratello Nicholas. È un rischio che dobbiamo correre. Vado a Santa Fe.

sei

Al Centro Noel Vorst ferveva più che mai l’attività, mentre continuavano i preparativi per l’arrivo del prezioso carico da Marte. Agli scienziati, a cui spettava il compito di riportare Lazzaro in vita, era stato riservato un intero quartiere della cittadella scientifica. Per la prima volta dal giorno della sua fondazione, venivano ammesse al centro le telecamere. La cittadella sarebbe stata invasa da sconosciuti, fra i quali perfino una delegazione di armonisti. Per un vorsteriano di vecchio stampo come Reynolds Kirby, abituato alla segretezza, era una cosa impensabile. Ma l’ordine era stato impartito da Vorst in persona e nessuno poteva discutere con il Fondatore. — Credo che sia ora di scoperchiare qualche pentola — aveva detto Vorst.

Anche Kirby, per parte sua, aveva intenzione di scoperchiare qualche pentola, mentre il grande giorno si avvicinava. Aveva alcuni vuoti di memoria che lo lasciavano perplesso e, approfittando del suo grado di comandante in seconda, andò a spulciare gli archivi vorsteriani per riempirli. Il punto era che non ricordava un gran che della vicenda di Davide Lazzaro prima del suo martirio e, per contro, riteneva fosse importante sapere qualcosa di più oltre alla versione ufficiale della storia. Chi era Lazzaro? Come era entrato nella Confraternita della Radianza Immanente e come ne era uscito?