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«Mammina!»

«Non fare i capricci, Annie. La mamma tornerà.»

Ma Annie si slanciò verso la porta d’ingresso, mentre Mrs. Curtis esclamava: «Oh, no, cara. Non devi».

Non era ancora riuscita ad alzarsi dal divano che già Annie aveva spalancato la porta.

«Annie, torna indietro!» le ordinò Mrs. Curtis, attraversando ondeggiante il soggiorno.

La bambina corse fuori. Cominciò a gridare e ad agitare le braccia, mentre Vera si allontanava giù per la via.

«Mamma, fermati! Non andare, mammina! È terribile! È spaventoso!»

Mrs. Curtis le corse dietro, ma la gara era impari. Annie filava con velocità eccezionale, la voce che lacerava la quieta aria pomeridiana.

Vera era già abbastanza distante per vedere o sentire quello che stava succedendo. Ma, quando Annie sbucò di volata sulla strada, evitando per un pelo un’auto che passava, Vera arrivò a un segnale di stop. Sbirciò nel retrovisore e vide il viso sconvolto e terreo della figlia che correva verso di lei. Allora saltò giù dall’auto.

«Mammina, non andare!» gridò Annie. «La gente tossisce, mammina!»

Vera l’afferrò, spingendola sull’orlo della strada. «Ora calmati, tesoro», la implorò. «La mamma è qui.»

Ansimando, esausta, arrivò Mrs. Curtis. «Oh, Mrs. McKay, ho cercato di fermarla, mi creda. Ho cercato, ma…»

Vera, con un cenno, la tranquillizzò. «Adesso ci sediamo qui sull’erba», disse alla figlia sconvolta, «e tu racconti alla mamma che cos’è successo.»

La macchina era rimasta in mezzo alla strada, col motore ancora acceso. «Okay», disse Vera. «Ora parla.»

Annie tremava e singhiozzava. «Mammina», piagnucolò, «l’ho visto. C’è stato un grosso scoppio e la gente tossiva e cadeva per terra!»

«Dove?»

«Non lo so. Non l’avevo mai visto prima.»

«Era una casa?»

«No, era dove la gente lavora.»

«Che cosa stavano facendo quelle persone?»

«Stavano scrivendo con il lapis e avevano le macchine come quella di papà.»

«Addizionatrici?»

«Credo di sì. Ma sai una cosa?»

«Che cosa?»

«Ho visto un block-notes che qualcuno aveva in mano. E c’eri su tu. Diceva: ‘Vera McKay’ vicino a un ‘ore quindici’.»

Con un senso di vertigine, Vera capì che si trattava di un’altra visione. Annie stava parlando della ditta dove doveva avere il colloquio.

«Mammina, ho paura!»

Vera la strinse a sé. «Non aver paura, tesoro. Non ti succederà niente.»

«Ma a te?»

«Neanche a me accadrà nulla. In quel posto non ci vado.» Si alzò di scatto. «Vieni con me.»

«Dove?»

«Dai, vieni!» La prese per mano e ritornò rapidamente verso casa, inciampando più volte, ma senza mai fermarsi. Spalancò l’uscio d’ingresso e corse al telefono.

Compose il 911, il numero delle emergenze.

«Voglio segnalare un incendio al Mercantile Building», disse con voce tremante. «C’è stata un’esplosione!»

«Bene.» All’altro capo del filo la voce femminile era pacata, abituata a chiamate del genere. «Il suo nome, signora?»

Vera abbassò il ricevitore. Non poteva dare il proprio nome. Se Annie si era sbagliata?

Afferrò la bambina per mano e si precipitò fuori. Mrs. Curtis aveva riportato la macchina a casa e aspettava davanti alla porta. Vera le passò accanto, con Annie a rimorchio, come una freccia e risalì sull’auto. «Dove andiamo?» continuò a chiedere la piccola mentre sua madre metteva in moto.

«Vedrai», rispose Vera seccamente.

Filò per Tarrytown, ignorando i limiti di velocità e districandosi nel traffico. Accese l’autoradio, sperando vi fossero notizie, ma le emittenti locali stavano trasmettendo dischi rock, interrotti solo da comunicati pubblicitari. Passò alle stazioni di New York, alla ricerca di qualche accenno a un’esplosione e a un incendio nel Westchester, ma niente anche lì. Però cominciava a sentire ululati di sirena in lontananza.

Vigili del fuoco? Polizia? Si diresse rapidamente verso il centro direzionale e il Mercantile Building, un edificio di arenaria di cinque piani, costruito nel 1917, uno dei più alti di Tarrytown e che ospitava molte ditte importanti. Dominava un quartiere costituito da costruzioni più modeste e da negozi.

La polizia stava laboriosamente sbarrando al traffico tutta la zona, ordinando a negozianti e clienti di allontanarsi. Avvicinandosi, Vera scorse ampie volute di fumo, ma non individuò da quale edificio si levassero. Frenò e si fermò vicino a un poliziotto che deviava il traffico.

«Che cosa succede?»

«Incendio.»

«Dove?»

«Mercantile Building. Temiamo si stia propagando.»

«Posso parcheggiare qui?»

«Finché non intralcia il passaggio.»

Freneticamente, Vera cercò un buco dove parcheggiare, scovandolo alla fine in un’area di sosta vietata.

A piedi, abbordò un altro agente. «Sa com’è cominciato?» gli chiese, trattenendo il respiro.

«Sì. Uno scoppio. Non si avvicini troppo.»

«No», rispose lei, ripensando all’incredibile visione di Annie. «No, stia tranquillo.» Si allontanò, con un’espressione sbalordita, quasi trasognata sul viso. Dopo pochi passi, lei e Annie videro una squadra della Croce Rossa che stava approntando un posto di pronto soccorso e un centro notizie per le vittime e i parenti. Vera si avvicinò a una donna dai capelli grigi, con un bracciale della Croce Rossa, seduta davanti a un tavolino pieghevole.

«Mi scusi», le chiese, costringendola ad alzare gli occhi da alcuni moduli che stava compilando, «saprebbe dirmi se una certa Mrs. Cynthia Malone è rimasta coinvolta nell’incendio?»

«Lei è una parente o un’amica intima?» le domandò la donna.

«Né l’una né l’altra.»

«Be’, era dentro il palazzo. Temo sia morta, signora.»

Vera deglutì. «Capisco.»

«La conosceva?»

«In un certo senso.»

«Mi dispiace molto.»

«Sì», rispose Vera, «anche a me.» Senza altre parole, riprese Annie per mano e si allontanò, sempre più sconvolta dall’ululato delle sirene, tra la gente che evacuava il quartiere e le macchine della polizia e dei pompieri che arrivavano di continuo. Aveva trovato quello che voleva: Annie, ancora una volta, aveva preavvertito il dramma.

«Chi è morto, mamma?» le chiese la bambina.

«Una signora», le rispose lei, con la mente assente.

«Quale signora?»

«La signora con cui dovevo parlare.»

«Vedi? Avevo ragione», dichiarò Annie.

«Sì, avevi ragione», ammise Vera. Poi le balenò in testa un pensiero sconvolgente: Annie aveva saputo dell’incendio tanto da salvare sua madre. Forse la sua visione poteva salvare altra gente sorpresa in quell’inferno.

«Vieni!» disse Vera. Assieme alla bambina si avviò risolutamente verso il luogo dell’incendio.

Questione di minuti, e il Mercantile Building si profilò davanti a loro, appena visibile tra il fumo denso. I cordoni della polizia, rafforzati da transenne di legno, impedivano a Vera di procedere oltre. Guardò il caos davanti a lei: le vie ingombre da una ragnatela di tubi, le ambulanze che arrivavano e ripartivano, l’acqua degli idranti che inondava gli angoli e s’ingolfava nei tombini. Scorse cadaveri, coperti da teli, allineati lungo il marciapiede. Udì i gemiti dei feriti che venivano trasportati via, la pelle ustionata e coperta di vesciche.

E sentiva le urla di quelli ancora intrappolati dentro.

Come spiritata, tentò di passare al disotto delle transenne, insieme con Annie.

«Non si può!» abbaiò un agente di polizia.

«Devo!» ribatté lei senza fermarsi.

«Spiacente, signora.» Il massiccio poliziotto, la cui cintura conteneva a malapena il ventre prominente, si precipitò e l’afferrò rudemente, facendole male a un braccio. «Gli ordini sono questi. Se là dentro c’è qualcuno dei suoi, possiamo informarci. Ma lei di qui non si muove.»