Quando la sfilata terminò i presenti occuparono i lucidi banchi della chiesetta. Ned scortò la cognata nella prima fila, poi prese posto sul pulpito, di fianco al sacerdote. Vera si comportava con notevole forza d’animo. L’intervallo di tempo tra la scoperta del cadavere e le esequie aveva costituito un opportuno cuscinetto che le aveva permesso di riprendersi dallo choc. Indossava un sobrio vestito nero, ravvivato soltanto da un medaglione al collo che racchiudeva la fotografia di Harry.
Dopo una breve preghiera Ned andò al leggio. Con voce insolitamente esitante, pronunciò l’unico panegirico del rito.
«Tutti amavano mio fratello», disse con voce tremante, in piedi dietro al leggio. «Non aveva nemici, nemmeno in affari. Non ebbe mai parole dure contro nessuno, inclusi i suoi concorrenti. Chiunque abbia posto fine ai suoi giorni è un pazzo, un essere malato, uno da assicurare alla svelta alla giustizia. Ma, conoscendo Harry, sappiamo che probabilmente chiederebbe che il proprio assassino fosse perdonato. Perché ecco com’era: buono e misericordioso. Ricordo che una volta, mentre stava passando accanto a dei ragazzi che giocavano a baseball, fu colpito alla schiena con violenza dalla palla. Un colpo estremamente doloroso, ma Harry si preoccupò assai più del ragazzo che l’aveva colpito. Andò da lui e gli assicurò che andava tutto bene, che si era trattato solo di un incidente. Questo era il nostro Harry. Sarà ricordato e rimpianto da tutti coloro che lascia sulla terra, qui e ovunque.»
Molti dei presenti annuirono. Dopo aver concluso con un tributo per Annie e Vera, Ned si mise alla testa di un gruppo di becchini che trasportarono il feretro su un’altura vicina. Il terreno era coperto di corone di fiori, alcune inviate da compagnie d’assicurazione di altri stati. Una veniva addirittura da un gruppo inglese d’indagine sui fenomeni dello spirito.
Era presente il fior fiore di Tarrytown, ma ancora una volta la solennità del momento fu distrutta dalla continua presenza di fotografi e cameraman, che protendevano come armi le loro macchine e i loro microfoni.
Vera sedette silenziosa presso la tomba, con Ned al fianco che le teneva la mano. In pochi minuti fu tutto finito. Il corpo di Harry McKay venne calato sottoterra, mentre un elicottero della polizia di Tarrytown sorvolava la zona, scattando foto dei presenti. Ed Simeon obbediva alla tradizionale convinzione che spesso gli assassini si divertono ad assistere ai funerali delle loro vittime.
Prima d’interrogare Vera, Simeon attese un altro giorno. Voleva muoversi rapidamente, ma non era insensibile al dolore dei McKay.
Su richiesta di Vera, il colloquio si svolse in cucina, in modo che Annie non sentisse. Ned insisté per assistervi, sia come membro della famiglia, sia come legale della cognata. I tre sedettero intorno al tavolo di formica. Dal soggiorno proveniva un profumo di fiori.
Simeon si era buscato una brutta tosse. Il suo viso sembrava più lungo del solito. Aveva l’aspetto di un uomo che non sarebbe arrivato in tempo alla pensione.
«Mrs. McKay», cominciò Simeon con la sua voce rauca, «mi rendo conto che è duro per lei, ma di suo marito ne sa più di chiunque altro al mondo, tranne forse Mr. McKay, e ci occorre il suo aiuto.»
Vera annuì; si era completamente ricomposta, sebbene avesse gli occhi ancora gonfi per il gran piangere.
«Vede, signora», proseguì Simeon, «a volte la gente in situazione come la nostra tace determinate cose perché è a disagio, o ritiene di potere danneggiare il ricordo di qualcuno. Le chiedo di non farlo. A lungo andare è controproducente.»
«Stia tranquillo», lo assicurò Vera.
«Signora, appena prima di scomparire suo marito non aveva qualche grossa preoccupazione: soldi, amici, famiglia?»
«No. Era assolutamente sereno. Non c’era niente che lo turbasse.»
«Gli capitava di dover parlar male di qualcuno?»
«No. Non lo faceva mai.»
«Mai, signora?»
«Mai», confermò Vera.
«Forse è un po’ esagerato», ribatté Simeon. «Mrs. McKay, sappiamo tutti che era un uomo come si deve, ma qualche volta deve essersi espresso aspramente, anche su cose di poco conto. Se ha avuto attriti con qualcuno dobbiamo saperlo.»
Vera sospirò e alzò gli occhi al cielo. Ne aveva passate tante che era difficile avere idee chiare. Ned notò il suo turbamento e intervenne immediatamente. «Signor Simeon, lei ha sentito il mio panegirico, di cui confermo ogni parola. Harry non aveva assolutamente nemici. In realtà, l’unico problema che aveva quando è scomparso era con un riparatore di macchine per scrivere, una sciocchezza, naturalmente.»
«Non lo metto in dubbio, signore», disse Simeon. «Se questa è la verità non voglio altro. Andiamo avanti. Nessun tipo sospetto era mai venuto in casa o in ufficio o nei paraggi?»
Ned e Vera si guardarono, stringendosi nelle spalle. «No», rispose lei, «non che io sappia.»
«Esatto», aggiunse Ned.
«Mr. McKay ha mai ricevuto minacce anonime?»
«No.»
«Nei mesi precedenti alla sua morte ha avuto qualche particolare difficoltà in casi assicurativi?»
Di nuovo intervenne Ned. «Casi difficili ce ne sono sempre», disse. «La gente si ritrova delusa dalle polizze. I danni vengono decurtati. Ma sono cose di ordinaria amministrazione, in cui di solito si raggiunge un accordo, e Harry si batteva sempre a favore dei suoi assicurati. Era famoso per questo.»
«Inoltre», aggiunse Vera, «non spettava a Harry prendere decisioni che potessero irritare gli assicurati. Toccava alle compagnie assicuratrici, e i clienti lo sapevano.»
«Be’», commentò Simeon, «la gente può e non può saperlo, signora. Lei resterebbe sorpresa di come si arrabbiano certe persone se il perito, per un parafango ammaccato, gli tira via dieci dollari dall’indennizzo che loro pensano di dover ricevere. Se la prendono col primo che capita.» Prese qualche appunto; la sua faccia malinconica ricordò a Vera il muso di un bassett hound.
«Non credo che lei approderà a qualcosa su questa direttrice», osservò Ned. «Se c’era qualche grosso problema, l’avrei saputo.»
«Bene, dovremo controllare i libri della sua compagnia», dichiarò Simeon.
«Nessun problema», rispose Ned.
Simeon si rivolse a Vera e fu evidente della tensione dei suoi muscoli del collo che il difficile stava arrivando. «Signora», disse, «la prego di non offendersi, ma devo rivolgere qualche domanda… personale.»
«Dica pure», replicò Vera.
«Be’, quando era più giovane, Mr. McKay era noto per i suoi… successi in società.»
Vera riuscì ad abbozzare un leggero sorriso. «Capisco a che cosa allude.»
«E, signora, be’… da giovane, qualcuno sgarra.»
«Ma andiamo!» scattò Ned.
«Mr. McKay, anche questo fa parte delle indagini.»
Ned si fece rosso di collera. «Ma mio fratello è appena stato seppellito!»
«Signore, non posso aspettare», ribatté Simeon. «Sono piste e indizi che si raffreddano presto, e Mr. McKay è stato ucciso mesi fa.»
Vera mise una mano su quella di Ned. «Non preoccuparti. Sono tranquilla. Non credo che Harry abbia fatto pazzie dopo che ci siamo sposati. Diceva a volte che i suoi giorni da leone se li era lasciati alle spalle.»
«Ma non c’è stata nessuna crisi nel vostro matrimonio?» domandò Simeon.
«No, direi proprio di no.»
«Nessuna diceria, nessun sospetto che Mr. McKay avesse trovato… nuovi interessi?»
«No. Rincasava e restava con noi tutte le sere, quando i suoi impegni glielo consentivano.»
«Si assentava per viaggi d’affari?»
«A volte.»
«Dove, signora?»
«Oh, Washington, Atlanta, a volte Chicago. Qualche puntata a St. Paul perché c’è una grossa compagnia d’assicurazioni.»