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«Penso che sia doveroso.»

Si avvicinarono e Wadley fece le presentazioni, dipingendo Traynor come il miglior presidente del consiglio di amministrazione che l’ospedale avesse mai avuto e Angela come il patologo più brillante. «Felice di conoscerla», disse lei. Poi lui e Angela vennero reclamati dagli altri giocatori perché la partita stava per cominciare.

«Angela Wilson ha provocato nel vecchio dottor Wadley un bel cambiamento», osservò Helen nel guardarli allontanarsi. «Ha portato alla luce l’insegnante che è in lui e gli ha dato un nuovo interesse; è al settimo cielo da quando è arrivata lei.»

Traynor osservò Angela Wilson tirare qualche palla di prova in prima base. Poteva ben capire l’interesse di Wadley, ma, a differenza di Helen, non lo attribuiva puramente all’entusiasmo del mentore. Angela Wilson non aveva l’aspetto di un medico, per lo meno non dei medici che Traynor aveva conosciuto fino ad allora.

10

Autunno nel Vermont

Anche se David e Angela avevano trascorso quattro anni a Boston durante il loro internato, non avevano goduto in pieno la bellezza dell’autunno nel New England. A Bartlet era qualcosa che toglieva il respiro. Ogni giorno il colore delle foglie diventava ancora più splendido, come se volesse superare gli sforzi del giorno precedente.

Ma non era solo la vista a godere dell’autunno: l’aria era più tersa e più pura da respirare, fin dal mattino si provava un rinnovato senso di benessere e ogni giorno era colmo di energia ed eccitazione.

A Nikki piaceva andare a scuola e, come suo padre aveva previsto, Marjorie Kleber si rivelò una maestra superba. Nikki era sempre stata una brava scolara, ma con lei divenne eccellente. Ogni lunedì non vedeva l’ora di rientrare in classe e la sera raccontava contenta tutto ciò che aveva imparato durante il giorno.

La sua amicizia con Caroline Helmsford si approfondì e ben presto le due bambine divennero inseparabili; anche con Arni il rapporto divenne sempre più stretto. Dopo molte discussioni sui pro e sui contro, Nikki ottenne il permesso di andare a scuola in bicicletta, purché evitasse le strade principali. Dal momento che il percorso scelto passava proprio davanti alla casa degli Yansen, tutte le mattine Arni la aspettava, e pedalavano insieme per l’ultimo chilometro e mezzo.

La sua salute continuava a essere buona e l’aria fresca, pulita e asciutta sembrava un toccasana per il suo apparato respiratorio. A parte gli esercizi che faceva tutte le mattine, era come se non fosse affetta da una malattia cronica e questo dava grande conforto a David e Angela.

Uno dei grandi eventi dell’autunno fu l’arrivo dei genitori di Angela, verso la fine di settembre. Lei era stata incerta se invitarli o no, poi il sostegno di David l’aveva fatta decidere.

Il dottor Walter Christopher, il padre, apprezzò con la solita riservatezza la casa e la città, ma mostrò una certa condiscendenza verso ciò che chiamava «medicina rurale» e si rifiutò di visitare il laboratorio, con il pretesto che passava gran parte della vita negli ospedali.

Sua moglie Bernice non trovò niente di apprezzabile nella casa, che giudicò troppo grande e piena di spifferi. Secondo lei, le foglie avevano lo stesso identico colore di quelle di Central Park e non capiva perché bisognasse farsi sei ore di macchina per guardare degli alberi.

Tutti furono sollevati quando per i Christopher venne il momento di partire. David, Angela e Nikki si schierarono davanti alla casa, agitando le mani finché l’auto scomparve lungo la strada. «La prossima volta che propongo di invitarli, dammi un calcio», disse Angela a David, che rise e la rassicurò che non era andata poi così male.

Il tempo magnifico si prolungò anche in ottobre e, dopo qualche giorno piuttosto fresco, ritornò un caldo quasi estivo. La particolare combinazione di temperatura e umidità fece sì che le foghe restassero sui rami più a lungo del solito.

Un sabato di metà ottobre, durante una pausa di una partita di pallacanestro, David venne circondato da Steve, Kevin e Trent.

«Che ne direste di passare con noi il prossimo fine settimana, tu e la tua famiglia?» propose Trent. «Andiamo tutti a Waterville Valley, nel New Hampshire. Ci piacerebbe che veniste con noi.»

«Digli la vera ragione per cui vuoi che vengano», intervenne Kevin.

«Zitto!» Trent gli diede una pacca scherzosa sulla testa.

«Il vero motivo è che abbiamo affittato un appartamento con quattro camere da letto», continuò Trent, «questi spilorci farebbero di tutto per ridurre le spese.»

«Balle», esclamò Steve. «Più siamo, più ci divertiamo.»

«Perché proprio nel New Hampshire?» domandò David.

«Questo sarà certamente l’ultimo weekend con le foglie», spiegò Trent. «Nel New Hampshire il paesaggio è diverso, c’è chi dice che è più bello di qua.»

«Non riesco a immaginare qualcosa di più bello di qua», osservò David.

«Waterville è un posto divertente», intervenne Kevin. «La maggior parte della gente la conosce solo per gli sport invernali, ma in realtà c’è la possibilità di giocare a tennis, golf, di fare escursioni e c’è persino un campo da basket. Ai ragazzi piacerà.»

«Dai, David», insistette Steve. «Fra poco sarà inverno, godiamoci l’autunno, finché dura.»

«Per me va bene. Stasera lo propongo ad Angela e poi telefonerò a uno di voi.»

Angela non ne fu entusiasta, soprattutto ripensando all’esperienza del weekend al lago: non aveva nessuna voglia di sorbirsi altre battute spinte e allusioni più o meno velate al sesso, ma David insistette con gli stessi argomenti con cui avevano convinto lui.

«Costerà caro.» Angela cercava di trovare dei buoni motivi per non andare.

«Dai, mamma», la sollecitò Nikki. «Arni mi ha detto che Waterville è pulita.»

«Come può essere caro?» obiettò David. «Divideremo le spese per quattro. E poi, considera le nostre entrate.»

«E tu considera i nostri debiti. Abbiamo un mutuo sull’intero valore della casa, stiamo restituendo tutti e due il presalario di quando eravamo studenti e non so se la nostra auto ce la farà ad arrivare alla fine dell’inverno.»

«Non essere sciocca», ribatté David. «Sto tenendo strettamente d’occhio i nostri conti e vanno bene. Non ti propongo di fare una crociera! Con quattro famiglie in un appartamento si spenderà come se stessimo in campeggio.»

«Su, mamma!» gridò Nikki.

«E va bene», si arrese Angela. «Me ne accorgo, quando sono in minoranza.»

David trovò un medico che lo sostituisse il sabato e per le sei di venerdì pomeriggio i tre veicoli su cui si era distribuito il gruppo partirono. Gli Yarborough con i loro tre figli erano sulla loro macchina; gli Young si erano fatti prendere a bordo dagli Yansen e David, Angela e Nikki erano saliti sulla loro Volvo.

L’appartamento era enorme, infatti, oltre alle quattro camere da letto, c’era un abbaino dove i ragazzini potevano sistemarsi con i sacchi a pelo. Il viaggio era stato faticoso e tutti si misero subito a letto.

La mattina dopo fu Gayle Yarborough a svegliare tutti, di buon’ora, battendo un mestolo di legno contro una casseruola e invitando a fare presto per andare a colazione. Però ci volle almeno un’ora e mezzo prima che tutti si fossero lavati, dandosi il turno nei tre bagni che avevano a disposizione.

Distribuitisi nelle auto secondo lo stesso ordine della sera precedente, uscirono dalla vallata lungo l’interstatale 93. Lo spettacolo delle chiome rosse degli alberi che si stagliavano contro il granito grigio delle montagne era superbo.

«Sto morendo di fame», si lamentò Nikki.

«Anch’io», disse Angela. «Dove stiamo andando?»

«In un posto chiamato Da Polly. Sembra che servano ottime frittelle e Trent dice che è un’istituzione, in questa parte del New Hampshire.»