Peter Fong era un tipo energico, di origini asiatiche, dagli occhi scurissimi, e ad Angela fu immediatamente chiaro che lui e Robert erano molto amici.
Robert gli porse l’elenco dei nomi e gli spiegò che cosa volevano. Lui si grattò la testa, pensandoci sopra.
«Certo, le banche dati della sicurezza sociale sono un ottimo posto da dove cominciare», concordò, «ma anche quelle dell’FBI non sarebbero una cattiva idea.»
«È possibile?» domandò Angela, inesperta del mondo dell’informatica.
«Non ci sono problemi. Quand’ero a Washington ho lavorato con una collega a un progetto di protezione delle banche dati e lei è in collegamento con tutte e due le organizzazioni.»
Peter scrisse con il computer un messaggio che inviò via fax. «Di solito comunichiamo con il fax, ma a questo lei risponderà con il computer: i dati saranno talmente tanti che sarà più veloce così.»
Nel giro di pochi minuti, i dati si riversarono sul computer di Peter, che li fece subito apparire sullo schermo.
Restando alle spalle di Peter, Angela esaminò le informazioni. Erano una parte del dossier della sicurezza sociale su Joe Forbs e indicavano i lavori che aveva svolto di recente e i contributi da lui versati. Angela rimase molto colpita. Era anche sgomenta dalla facilità con cui si potevano ottenere quelle notizie.
Peter attivò la stampante laser, che cominciò a sfornare una pagina dopo l’altra di dati. Prendendo un foglio a caso, Angela vide che riguardava Werner Van Slyke.
«Interessante», disse. «È stato in marina. Forse è lì che si è fatto fare il tatuaggio.»
«Molti militari considerano il tatuaggio come un rito di passaggio», commentò Robert.
Peter attivò una seconda stampante, su cui giunsero i dati riguardanti le fedine penali e Angela rimase davvero stupita: la tranquilla cittadina di provincia in cui era andata ad abitare riservava non poche sorprese. Le informazioni più interessanti, da questo punto di vista, riguardavano Clyde Devonshire, che era stato arrestato e condannato per stupro sei anni prima. L’incidente aveva avuto luogo a Norfolk, in Virginia, e gli era costato due anni in un penitenziario di Stato.
«Tipo affascinante!» commentò Robert con sarcasmo.
«Lavora al pronto soccorso dell’ospedale», disse Angela. «Mi chiedo se qualcuno sappia dei suoi trascorsi.»
Robert tornò alla prima stampante e, dopo aver frugato un po’ fra i fogli, trovò le informazioni su Clyde Devonshire.
«Anche lui è stato in marina», riferì ad Angela, che era rimasta inchiodata a guardare il mare di dati sui precedenti penali dei suoi concittadini. «Confrontando le date, si nota che è stato condannato per stupro proprio mentre era in marina.»
Lei gli si avvicinò e guardò il foglio.
«Guarda qui», le indicò Robert. «C’è una serie di vuoti nel suo curriculum della sicurezza sociale, dopo che è uscito di galera. Ho già visto dossier simili. Queste lacune indicano che è stato in prigione altre volte, oppure che ha usato nomi falsi.»
«Buon Dio!» esclamò Angela. «Calhoun mi aveva avvertita che sarei rimasta sorpresa da ciò che avrei scoperto. Aveva proprio ragione.»
Mezz’ora dopo, lei e Robert uscirono dall’ufficio di Peter con parecchie scatole piene di stampati e si diressero verso l’ufficio di Robert, che era molto simile all’altro.
«Ora procuriamoci un po’ d’informazioni finanziarie», propose lui, sedendosi davanti a un terminale. Poco dopo, sullo schermo cominciò ad affluire un mare di materiale, come se fosse stato fatto un buco in una diga.
Entrò in azione la stampante e le pagine volarono nei raccoglitori con una rapidità sorprendente.
«Sono sopraffatta», ammise Angela. «Non avrei mai pensato che si potesse ottenere così facilmente una tale quantità di informazioni personali.»
«Tanto per divertirci un po’, vediamo che cosa possiamo scoprire su di te», le propose Robert. «Qual è il tuo numero della sicurezza sociale?»
«No, grazie, sapere quanti debiti ho sarebbe troppo deprimente.»
«Stasera cercherò di ottenere altro materiale sui tuoi sospetti. Di sera c’è meno traffico elettronico e può essere più facile.»
«Ti ringrazio tantissimo», disse Angela, mentre cercava di prendere i due scatoloni in cui avevano raccolto tutto il materiale.
«È meglio se ti do una mano», si offrì Robert e l’accompagnò alla macchina, dove sistemarono tutto nel bagagliaio. Lei lo abbracciò e lo ringraziò un’altra volta. Mentre si allontanava, lo vide agitare un braccio per un ultimo saluto.
Angela non vedeva l’ora di poter mostrare le sue scoperte a David e a Calhoun e, quando finalmente arrivò a casa, entrò dalla porta posteriore, portando il primo scatolone di stampati. «Ehi, sono arrivata!» gridò, ma nessuno le rispose. Allora uscì a prendere il secondo scatolone e, quando rientrò, la casa era ancora immersa nel silenzio. Con un crescente senso di ansia, Angela attraversò la cucina e la sala da pranzo, diretta verso le scale, e vide David seduto a leggere nel salottino.
«Perché non mi hai risposto?» gli domandò.
«Hai detto che eri arrivata, non mi è sembrato che ci volesse una risposta.»
«Che cos’hai?»
«Niente. Allora, com’è andato l’incontro con il tuo ex ragazzo?»
«Oh, allora è per questo?»
David alzò le spalle. «Mi sembra strano che tu mi abbia tenuto nascosto quell’uomo per i quattro anni che abbiamo vissuto a Boston.»
«David!» Angela aveva un tono esasperato, ma poi si avvicinò al marito e gli si sedette in grembo, mettendogli le braccia intorno al collo. «Non intendevo tenerlo segreto. Se fosse stato così, pensi che lo avrei tirato fuori adesso? Non lo sai che amo solo te e nessun altro?» Lo baciò sul naso.
«Promesso?» chiese lui.
«Promesso. Come sta Nikki?»
«Bene, sta schiacciando un pisolino. È ancora sconvolta per Caroline, ma fisicamente sta proprio bene. Allora, com’è andata?»
«Non ci crederai. Vieni!»
Angela trascinò David in cucina e gli mostrò le scatole. Lui prese qualche pagina e la scorse. «È vero, da non crederci. Ci vorranno ore per passare in rassegna tutto quanto.»
«Meno male che siamo disoccupati, così abbiamo un sacco di tempo.»
«Sono contento di vedere che ti è ritornato il buon umore», commentò David.
Prepararono insieme la cena e, quando Nikki si svegliò, li raggiunse al piano di sotto, anche se per lei era difficile muoversi a causa della flebo che aveva ancora attaccata. Prima di sedersi a tavola, David chiamò il dottor Pilsner e insieme decisero che ormai si poteva staccare la flebo e che la terapia antibiotica poteva continuare per via orale.
Dopo cena, Nikki andò a guardare la televisione e David e Angela si misero al lavoro sugli stampati. Lui era sempre più stupito e allarmato nel vedere la ricchezza di materiale accessibile ai pirati informatici.
«Ci vorranno giorni e giorni», si lamentò, pensando alla mole di lavoro che li aspettava.
«Forse dovremmo concentrarci su quelli che hanno dei collegamenti con l’ospedale», propose Angela. «Sono soltanto cinque.»
«Buona idea.»
Anche David trovò interessanti le informazioni sui crimini commessi e fu particolarmente colpito nello scoprire che Clyde Devonshire non solo era stato condannato per stupro, ma era stato arrestato nel Michigan perché si aggirava intorno alla casa del dottor Kevorkian. Pensando che il suicidio assistito e l’eutanasia potevano avere analoghe giustificazioni etiche, si chiese se poteva essere lui il loro ‘angelo della misericordia’.
Rimase anche sconcertato nello scoprire che Peter Ullhof era stato arrestato sei volte davanti a consultori famigliari per la contraccezione, tre volte davanti a cliniche dove si praticava l’aborto e una volta per avere aggredito un medico.