«Siete tutti e due contenti del vostro lavoro?»
«Sì», rispose David.
«Siamo sollevati di avere ridato un certo ordine alla nostra vita», aggiunse Angela. «Per un po’ abbiamo vissuto nell’insicurezza.»
«So che entrambi avete vissuto un’esperienza difficile a Bartlet, nel Vermont.»
Tutti e due ridacchiarono nervosamente, poi Angela affermò: «È stato un incubo».
«Com’è iniziato?»
David e Angela si guardarono, non sapendo quale dei due dovesse cominciare.
«Perché non inizia lei, David?» suggerì Bradley.
«Da parte mia, tutto ha avuto inizio quando un certo numero di miei pazienti ha cominciato a morire del tutto inaspettatamente», raccontò David. «Erano pazienti che avevano sofferto di malattie gravi, come il cancro.»
«Per me, invece», disse Angela, «i problemi sono saltati fuori quando ho cominciato a subire molestie sessuali da parte del mio immediato superiore. Poi abbiamo scoperto il cadavere di un uomo assassinato e sepolto nel sottoscala della nostra cantina. Era il dottor Dennis Hodges, che aveva amministrato l’ospedale di Bartlet per tantissimi anni.»
Ponendo, come al solito, le domande giuste, Ed Bradley fece raccontare davanti alle telecamere l’intera storia.
«Queste morti improvvise dei pazienti ricoverati in ospedale erano dovute a interventi di eutanasia?» chiese a David.
«È ciò che abbiamo pensato all’inizio. In realtà, gli omicidi non erano compiuti per gesti di misericordia, bensì per apportare miglioramenti nei libri contabili dell’ospedale. I pazienti che soffrono di malattie potenzialmente mortali utilizzano intensamente le strutture ospedaliere. Questo vuol dire alti costi. Così, per eliminare quelle spese, si eliminavano addirittura i pazienti.»
«In altre parole, la motivazione alla base di tutta questa terribile vicenda era puramente economica», puntualizzò Ed Bradley.
«Esatto», concordò David. «L’ospedale aveva delle perdite e gli amministratori dovevano fare qualcosa per risanare i conti. La loro soluzione è stata quella.»
«Come mai l’ospedale si trovava in cattive acque, economicamente?»
«Era stato costretto ad accettare un regime di contributi individuali», spiegò David. «Questo significa fornire i ricoveri al principale ente mutualistico della zona per una tariffa pro capite fissa mensile. Purtroppo, l’ospedale aveva calcolato costi troppo bassi e i soldi che entravano erano meno di quelli che uscivano.»
«Perché l’ospedale aveva accettato quell’accordo economico?»
«Come ho detto, vi era stato costretto, a causa della competizione che c’è adesso nella sanità. In realtà, non era una vera competizione. In questo caso, infatti, era stato l’ente mutualistico a dettare i termini dell’accordo e l’ospedale ha dovuto accettarli, se voleva concorrere per aggiudicarsi il contratto. Non aveva scelta.»
Bradley annuì, consultò i suoi appunti e sollevò lo sguardo su Angela e David. «L’attuale amministratore del Bartlet Community Hospital dice che le affermazioni che state facendo sono, secondo le sue parole, ‘pura spazzatura’.»
«Lo sappiamo», disse David.
«Lo stesso amministratore ha aggiunto che, se anche fossero stati uccisi alcuni pazienti, sarebbe stata l’opera di un singolo individuo mentalmente disturbato.»
«Abbiamo saputo anche questo.»
«Ma voi non ci credete?»
«No.»
«Come sono morti i pazienti?» chiese ancora Bradley.
«A causa della massiccia esposizione a radiazioni su tutto il corpo», rispose Angela. «Hanno ricevuto enormi dosi di raggi gamma da una sorgente di cobalto-60.»
«È lo stesso materiale usato con successo nella terapia di alcuni tumori?»
«Sì, quando viene usato in dosi scrupolosamente controllate e prendendo di mira zone circoscritte», precisò Angela. «I pazienti di David sono stati esposti con tutto il corpo a un bombardamento incontrollato di radiazioni.»
«Come venivano somministrate le radiazioni?»
«Era stato predisposto un letto ortopedico con un contenitore ben protetto da diversi strati di piombo», spiegò Angela, «che era stato montato sotto il letto e conteneva la sorgente. Aveva un’apertura controllata a distanza con un telecomando simile a quelli con cui si aprono le porte dei garage. Tutte le volte che veniva aperta, il paziente rimaneva irradiato. È successo anche ad alcune delle infermiere che curavano quei pazienti.»
«E tutti e due avete visto quel letto?»
David e Angela annuirono.
«Dopo che abbiamo trovato la sorgente e l’abbiamo isolata come meglio abbiamo potuto», spiegò David, «ho cercato di capire com’erano stati irradiati i miei pazienti. Mi ricordavo che molti di loro avevano avuto letti che funzionavano male e avevano finito con l’essere trasferiti in un letto ortopedico. Così, dopo essere usciti dalla sala riunioni, siamo andati in cerca di uno speciale letto ortopedico. Lo abbiamo trovato nell’officina adibita alle manutenzioni.
«E adesso voi sostenete che quel letto è stato distrutto.»
«Non è più stato visto, dopo quella sera», disse Angela.
«Come può essere accaduto?»
«Le persone responsabili se ne sono sbarazzate», rispose David.
«E voi siete convinti che i responsabili fossero i membri del consiglio di amministrazione dell’ospedale?»
«Per lo meno alcuni di loro», sostenne David. «Di sicuro il presidente, il direttore generale dell’ospedale e il capo del personale. Abbiamo ragione di credere che il cervello di tutta l’operazione fosse il capo del personale medico. Era l’unica persona che avesse la preparazione tecnica necessaria per mettere in piedi un piano così diabolico. Se non lo avessero usato tanto di frequente, non sarebbe mai stato scoperto.»
«Purtroppo, nessuna di queste persone può difendersi», osservò Ed Bradley. «So che tutte sono morte a causa di gravi malattie dovute alle radiazioni, nonostante le misure estreme messe in atto per salvarli.»
«Purtroppo», ammise David.
«Se stavano così male, come hanno potuto distruggere il letto ortopedico?» domandò Bradley.
«A meno che la dose di radiazioni non sia talmente enorme da essere immediatamente letale, c’è un periodo di latenza variabile, prima che compaiano i primi sintomi. In questo caso, ci sarebbe stato il tempo per disfarsi del letto.»
«Non ci sono prove per suffragare queste affermazioni?»
«Noi due abbiamo visto il letto», rispose David.
«Nessun’altra?»
«Abbiamo trovato la sorgente», aggiunse Angela.
«Sì, l’avete trovata, ma sul tavolo delle riunioni e non accanto ai pazienti.»
«Werner Van Slyke ci ha confessato tutto quanto», disse David.
«Werner Van Slyke è l’uomo che voi ritenete fosse il braccio operativo di tutta l’operazione.»
«È così», confermò David. «In marina aveva ricevuto un addestramento in qualità di tecnico nucleare, così sapeva come si maneggiano i materiali radioattivi.»
«È lo stesso Werner Van Slyke che è schizofrenico e che ora si trova ricoverato in ospedale con gravi disturbi dovuti alle radiazioni», spiegò Ed Bradley a beneficio del pubblico. «Ed è anche la stessa persona che si trova in stato psicotico dalla sera in cui il consiglio di amministrazione dell’ospedale è stato sottoposto alle radiazioni e si rifiuta di parlare con chiunque. È destinato ben presto a morire.»
«Sì, è lui.»
«Inutile dire che non è certo il testimone più attendibile», osservò Bradley. «Avete altre prove?»
«Ho curato anche un certo numero di infermiere che avevano lievi disturbi dovuti alle radiazioni», disse David. «Erano state tutte vicino ai miei pazienti.»
«Ma lei all’epoca aveva pensato che avessero l’influenza e non c’è modo di provare che non l’avevano.»