«Questo è vero.»
Bradley, poi, si rivolse ad Angela. «Mi risulta che lei abbia eseguito l’autopsia su una delle pazienti di suo marito. È vero?»
Angela annuì.
«Aveva sospettato che le radiazioni potessero essere la causa della morte, dopo l’autopsia? E se non è stato così, perché?»
«Non l’ho sospettata. Quella paziente era morta troppo in fretta perché si evidenziassero sintomi che avrebbero fatto pensare alle radiazioni. Ne aveva ricevute talmente tante che era rimasto colpito il sistema nervoso centrale a livello molecolare. Se ne avesse ricevute di meno, sarebbe vissuta abbastanza a lungo da sviluppare un’ulcerazione dell’apparato digestivo. Allora avrei potuto aggiungere le radiazioni alla diagnosi differenziale.»
«In conclusione, nessuno di voi due ha delle prove schiaccianti», osservò Bradley.
«Purtroppo è così», ammise David con riluttanza.
«Perché nessuno di voi è stato chiamato a testimoniare?»
«Sappiamo che ci sono state alcune denunce civili», spiegò Angela, «ma sono state tutte risolte prima che arrivassero in tribunale. Non ci sono state imputazioni penali.»
«Con il tipo di accuse che voi avete fatto, sembra incredibile che non ci siano state imputazioni penali. Secondo voi, perché?»
Angela e David si guardarono e fu David a rispondere.
«Pensiamo che ci siano due motivi di fondo. Primo, pensiamo che abbiano tutti paura di questo caso. Se venisse fuori tutto il marcio, probabilmente l’ospedale sarebbe costretto a chiudere e questo sarebbe disastroso per l’intera comunità di Bartlet. L’ospedale fa affluire un sacco di soldi in città, dà lavoro a tanta gente e fornisce a tutti l’assistenza medica necessaria. Secondo, i colpevoli, in un certo senso, sono stati puniti. Ci ha pensato Van Slyke, mettendo il cilindro al cobalto-60 sul tavolo delle riunioni.»
«Questo potrebbe spiegare come mai non ci sia stata una reazione a livello locale», osservò Ed Bradley. «Ma a livello statale? Il pubblico ministero?»
«A livello nazionale, questo episodio colpisce nel vivo i cardini su cui si basa la riforma sanitaria», spiegò Angela. «Se questa storia venisse fuori, la gente potrebbe cominciare a porsi domande sulla strada che abbiamo imboccato. Ottime decisioni manageriali non sempre coincidono con ottime decisioni mediche. L’assistenza medica è destinata a soffrire, se chi ha in mano il potere tiene d’occhio i libri contabili più che la salute della gente. La nostra esperienza al Bartlet Community Hospital può servire da esempio estremo di come agiscono i burocrati della sanità. Eppure è successo e potrebbe succedere ancora.»
«Le malelingue dicono che voi potreste ottenere dei vantaggi da questa faccenda.»
David e Angela si scambiarono un’altra occhiata nervosa.
«Ci sono stati offerti molti soldi per realizzare un film televisivo», ammise David.
«Avete intenzione di accettare?»
«Non abbiamo ancora deciso.»
«Siete tentati?»
«Certo che siamo tentati», sbottò Angela. «Siamo sepolti sotto una montagna di debiti che abbiamo contratto per seguire gli studi medici e adesso possediamo una casa a Bartlet che non siamo riusciti a rivendere. Per di più, nostra figlia ha speciali esigenze di tipo medico.»
Ed Bradley sorrise a Nikki, che immediatamente gli restituì il sorriso. «Ho sentito che sei stata un’eroina, in questa vicenda», le disse.
«Ho sparato con il fucile a un uomo che faceva del male alla mamma», spiegò lei. «Però ho colpito la finestra.»
Bradley rise. «Allora io mi guarderò bene dall’avvicinarmi a tua madre!»
Tutti risero.
«Sono certo», continuò Bradley, riassumendo un tono serio, «che ci sarà chi affermerà che vi siete sognati tutto per fare soldi con la televisione e per vendicarvi dell’ospedale e dell’ente mutualistico che vi hanno licenziati.»
«Sono sicura che chi non desidera che questa storia venga alla luce farà di tutto per screditarci», confermò Angela. «Ma davvero, in questo caso, non si dovrebbe dare la colpa al messaggero per la brutta notizia che porta.»
«E per quanto riguarda la serie di stupri avvenuti nel parcheggio dell’ospedale, faceva parte del complotto?» domandò l’intervistatore.
«No. A un certo punto pensavamo che fosse così e lo pensava anche l’investigatore privato che ha perso la vita indagando con noi, ma ci eravamo sbagliati. L’unica imputazione che è venuta fuori da tutta questa storia è stata a carico di Clyde Devonshire, un infermiere del pronto soccorso. Il test del DNA ha provato che è stato il responsabile di almeno due degli stupri.»
«Avete imparato qualcosa da questa esperienza?»
David e Angela risposero insieme di sì, ma fu Angela a parlare per prima. «Ho imparato che, poiché l’assistenza medica è cambiata, medici e pazienti farebbero meglio a conoscere tutte le regole di qualsiasi supposto piano di taglio alle spese, in modo da poter prendere le decisioni più appropriate. I pazienti sono troppo vulnerabili.»
«E io», aggiunse David, «ho imparato che è pericoloso permettere a considerazioni finanziarie ed economiche e ai burocrati che le portano avanti di interferire nel rapporto medico-paziente.»
«Mi sembra che siate contrari alla riforma sanitaria», osservò Bradley.
«No, anzi, pensiamo che ci sia disperatamente bisogno di una vera riforma sanitaria», lo contraddisse Angela.
«Pensiamo che ce ne sia bisogno», aggiunse David, «ma siamo preoccupati. Non vogliamo che sia una cura fatale, come in quella vecchia barzelletta sull’operazione che è stata un successo e in cui il paziente, però, sta morendo. Il vecchio sistema favoriva la sovrautilizzazione con incentivi economici. Per esempio, si ricompensava un chirurgo in base a quanto spesso eseguiva operazioni. Più appendici o tonsille toglieva, più soldi faceva. Adesso non vogliamo che il piatto della bilancia penda tutto dalla parte opposta, con l’uso d’incentivi per spingere alla sottoutilizzazione. In molti progetti di assistenza sanitaria i medici sono ricompensati se non prescrivono ricoveri o specifiche terapie.»
«Dovrebbe essere la necessità del paziente a determinare il livello e il tipo di terapia», affermò Angela.
«Giusto», concordò David.
«Taglio!» ordinò Bradley.
Gli operatori lasciarono le macchine da presa e si stiracchiarono.
«È venuto benissimo», esclamò Bradley. «C’è un bel po’ di materiale. Il mio lavoro sarebbe molto più facile, se tutti quelli che intervisto fossero chiari ed esaurienti come voi.»
«È gentile da parte sua», disse Angela.
«Ma adesso ditemi, secondo voi era davvero coinvolto l’intero consiglio di amministrazione?»
«Probabilmente la maggior parte», rispose David. «Tutti avevano qualcosa da guadagnare se l’ospedale prosperava e molto da perdere se avesse dovuto chiudere. L’impegno di molti dei suoi membri non era così altruistico come la gente poteva pensare, e questo valeva in particolare per il dottor Cantor, il capo del personale medico. Il suo Imaging Center sarebbe sparito, se l’ospedale avesse fatto bancarotta.»
«Accidenti!» esclamò Bradley, dando un’occhiata ai suoi appunti. «Mi sono dimenticato di farvi una domanda a proposito di Sam Flemming e di Tom Baringer.» Chiamò gli operatori perché voleva aggiungere ancora qualcosa.
David e Angela rimasero perplessi: quei nomi non li conoscevano.
Appena un operatore fece cenno che la macchina da presa era in funzione, Ed Bradley chiese informazioni su quelle due persone, ma loro gli risposero che non le avevano mai sentite nominare.
«Sono morti entrambi al Bartlet Community Hospital, con lo stesso complesso di sintomi dei pazienti di David», spiegò Bradley. «Erano pazienti del dottor Portland.»
«Non ne sappiamo niente», disse David. «Devono essere morti prima che abbiamo cominciato a lavorare in ospedale: il dottor Portland si è suicidato poco prima che noi ci trasferissimo a Bartlet.»