Non riesco a pensare a nient’altro da dire,
«Non sto cercando di cambiarti. Può succedere che un giorno tu diventi un uomo molto saggio… ma quello non ti cambierà. Un giorno forse riuscirai a vedere gli uomini in un altro modo e allora ti renderai conto che non c’è alcun mezzo per cambiare nulla in loro.»
A Ram Manjari, Livello Chandra, 24 Settembre 2422:
Davvero mi immagini così gioiosa, Ram, così leggera e vivace? Oh, vorrei esserlo! Ma in realtà sono una persona penosamente vuota; ho bisogno di gente intorno a me, o sono immobile come la polvere. Ho bisogno di essere stimolata.
Ora sono agitata, ma non del tutto piacevolmente. Siamo arrivate a Portsmouth solo per trovare la città assediata dai suoni di un cielo brulicante; l’aria è satura di rumore, un tale frastuono che Ruthanan voleva tornare indietro immediatamente. Sono riuscita a farla restare, almeno per visitare un fuoco e provarne gli effetti. L’ha fatto, e forse oggi sta un po’ meglio.
Ho vagato tra le strade della vecchia Portsmouth, un po’ impressionata dalla grande precisione di questo ambiente. Strade così diritte, mai serpeggianti, e gli antichi alberi di Portsmouth disposti quasi geometricamente ai lati. È una città progettata nella nostra era di razionalismo, si capisce immediatamente, e le sue bellezze sono razionali. Molto appropriate per un grande centro di focalizzazione mentale, naturalmente, perché la geometria stessa della città scoraggia una mente errabonda.
Eppure, a dividere con noi queste strade austere ci sono le grida di queste nuove creature. (O queste vecchie creature che ci appaiono nuove.) Portsmouth è una sognante città del passato, dolorosamente riportata alla coscienza da clamori provenienti dal vuoto. Le foglie tremano alle esplosioni di suono, e la gente cerca di comportarsi come se non ci fosse assolutamente niente di anomalo.
Anche qui stiamo cominciando a vedere queste creature. Bisogna soltanto individuare il punto da cui proviene il suono fantasma, e là ci sarà un offuscamento dell’aria, la luce misteriosamente agitata e ribollente, come se le creature si sforzassero di attraversarla. E ci stanno riuscendo, perché solo pochi giorni fa non potevano essere viste, ed ora sono qui; ci invadono in massa.
Forse mi sono lasciata influenzare dalle paure di Ruthanan, perché a dire il vero le creature molto spesso sono belle, ed i loro suoni melodiosi. Credo che alcuni di questi suoni siano le loro voci, mentre a noi sembra di udire sibili e rintocchi perché i nostri sensi riescono ad interpretare soltanto quei suoni uditi mediante frazionamento, privi di referente. Oggi ho incontrato un uomo che si è detto sicuro che queste nuove creature siano divinità venute a liberarci dal nostro isolamento; che devono essere amate e venerate. Ne era convinto, lo potevo sentire sia dalla sua mente che dalla sua voce, ed era pieno di gioia. Ha detto che molti altri a Portsmouth ormai ci credono, e quando sentono le voci delle creature, queste hanno sempre un suono musicale, armonioso. Ed è vero che mi capita di vedere gente camminare per le strade e nei parchi con gli occhi socchiusi, ascoltando con gioia.
Quando la notte scorsa ho portato Ruthanan al suo centro di focalizzazione, le hanno detto subito che la sua prima disciplina sarebbe stata quella del silenzio: per creare la pace interiore e percepirla in ciò che la circonda. Dopo potrà sentire le armonie di questo silenzio. I suoi istruttori non hanno accennato alle nuove creature neanche una volta, ma è chiaro che il loro insegnamento è una risposta alla loro presenza.
Confesso che io le accetto volentieri, dèi o mostri che siano. Riempiono questo mondo, e almeno i loro suoni non echeggiano a vuoto. Se a volte mi spaventano, e anche se non sempre li sento come una melodia, almeno sommergono l’incessante strepito del mio pianto interiore.
Perché Portsmouth dovrebbe essere l’obiettivo di queste creature se non per il grande punto focale naturale che esiste qui? Sciamano verso una città dove le nostre menti sono più forti e aperte, e dove ci si aspetta una maggiore ricettività da parte nostra verso il bizzarro. In effetti, riempiono talmente gli spazi vuoti di Portsmouth che i frutti dell’aria sembrano pigiati e compressi. (Stamattina io e Ruthanan abbiamo bevuto della luce, e ci siamo chieste se per caso non stessimo distruggendo qualcuna di quelle creature!) Sono giunta a credere che questi esseri si mostrino soprattutto in questo luogo prché sono attratti dal vuoto della nostra solitudine, che si avverte chiaramente in questo punto focale; perché quelli di noi che sentono bisogno di concentrarsi, sono così di frequente spinti fin qui dal loro inevitabile isolamento.
La realtà, che non ho confidato a nessuno, è che ogni persona che incontro sembra solo un riflesso di me stessa, e per questo nessuna delle relazioni che ho avuto è stata completamente soddisfacente. Viviamo in questo livello perché questo è ciò che siamo; ma è la vicinanza stessa a rendere vuoto il nostro contatto. E così sentiamo la nostra vicinanza come isolamento, e qui sta l’ironia.
Tutto questo ha senso per te, caro Ram, o sto soltanto fantasticando? Sento che stiamo per arrivare ad una svolta, ma non riesco a definirne la natura; sta accadendo qualcosa di nuovo, ma cosa?
Capisco con tutto il cuore quando parli della frustrazione di essere così vicini eppure così inevitabilmente lontani, ora che tutti e due ci troviamo a Portsmouth. Ma perché dovremmo sentire questo bisogno di incontrarci personalmente? Perché dovremmo sentirci attratti l’una verso l’altro piuttosto che verso coloro che abitano i nostri rispettivi mondi? Credo che sia la nostra estraneità a definire il nostro attaccamento: perché io ti sento come un altro, come un non-me, con un’intensità che è impossibile sul mio livello.
Eppure, forse possiamo incontrarci, Ram, in un certo senso. Se siamo davvero nella stessa città di Portsmouth, proviamoci. Nella Portsmouth che vedo io c’è una lunga strada diritta che attraversa South Park, fiancheggiata da pioppi e cespugli di bacche, con una gigantesca quercia che troneggia all’imboccatura più a sud. Deve avere parecchie centinaia di anni, e perciò sicuramente risale a prima della diaspora. Conosci l’albero? Io sarò là domani a mezzogiorno; e se tu andrai nello stesso luogo, potremmo cercarci. Non chiedere come, perché non lo so. So solo che io sarò là, e spero davvero che ci sia anche tu.
Ascoltando, guardando,
A Cass Laureling, Livello Rosa, 24 Settembre 2422:
Devo risponderti immediatamente, Cass, perché il tuo messaggio mi trova eccitatissimo — molto più eccitato di quanto tu possa immaginare, perché ci sono notizie meravigliose. Sì, mi troverò sicuramente domani a mezzogiorno sotto la quercia; riconosco il viale che hai descritto e so qual è la quercia che intendi. Ma verrò là aspettandomi molto più che una romantica comunione su livelli separati — sopporterei di essere un’altro «Triste» per la tua «Isolata», ma credo che possiamo fare molto di più.
Cass, tu sai già cosa sono queste creature che ci invadono? Non sono mostri e non sono fantasmi — sono esseri umani! Due gambe, due braccia, cinque dita alle mani e ai piedi; occhi, orecchie, nasi, bocche, tutto. Ora li vediamo più chiaramente ad ogni ora che passa; le loro sagome si fanno nette e chiare e rimangono a fuoco più a lungo. Virna dice che riesce persino a sentirli, anche se io non sono certo di poterlo fare. Lei mi ha ripetuto una delle loro osservazioni: — L’aria è piena di forme.
La creatura che l’ha detto — la persona — ci stava guardando: sulle prime noi sentivamo la presenza di queste nuove persone come umori, tu le sentivi come suoni senza origine, e loro ci vedono come forme. Gli «invasori» sono persone di altri livelli, Cass. I livelli si stanno ricongiungendo.