— Ragazzini — disse. Jase emise un rumore ambiguo senza aprire bocca. Alzò lentamente la mano, batté leggermente le dita sullo schermo.
— Rintracciane l’origine, per favore.
— Perché? — chiese Nils sorpreso. — Non vale la pena…
— Per favore.
Nils si sedette nuovamente e cominciò a battere sulla tastiera, avvicinandosi come non mai a brontolare sottovoce. — Siete solo nervoso a causa di Terra Viridian — disse. — Qualcuno alla banca dati della Biblioteca, premendo tasti per gioco…
— Può darsi — disse Jase.
— Le vostre intuizioni fanno gli straordinari.
— Lo so, e tu pure. Vuoi fare una scommessa?
Nils smise di inseguire la richiesta attraverso una piramide di codici, per guardarlo fissamente. Riprese a muovere le dita. — Settore Costadoro, ha risposto alla domanda la banca dati della Biblioteca Pubblica 5. Quanto vorreste scommettere? — Abbassò la testa sul lavoro. — Terminale privato… Le scommesse sono chiuse… Codice di identità… — Una vampata di rossore gli inondò il viso fino alla radice dei capelli rossi. Jase si sporse in avanti. — È successo di nuovo — disse Nils, incredulo.
— Chi?
— Aaron Fisher. CI. n. 2146WOSS. Poliziotto di classe AIA del Settore Costadoro. — Guardò Jase, con le dita a mezz’aria. — E ora cosa facciamo? La consideriamo oziosa curiosità?
Jase scosse la testa. — Un poliziotto di quel livello sa già da anni tutto quello che c’è da sapere su Averno. — Le parole si formavano con difficoltà, per la rabbia, la frustrazione; sentiva che qualcosa stava per accadere, come se un tenebroso pianeta fosse sfuggito dalla propria orbita, ma il suo avvicinarsi era silenzioso, e più buio della notte che attraversava nella sua caduta. Nils lo fissava, perplesso, a disagio.
— Perché un poliziotto di prima classe dovrebbe stuzzicare Averno per scoprire le procedure di atterraggio?
— Trova il suo ruolino — disse Jase. — Chiama il suo superiore. E portami quassù questo poliziotto. Lo chiederemo a lui.
PARTE SECONDA
Averno
1
Migliaia di chilometri sopra la Terra il Pianto volante raggiunse l’orbita di Averno, segnalò il fatto con una sequenza musicale, spense i motori e cominciò la serena caduta libera per raggiungere il satellite. Il Mago, nient’affatto deliziato dall’assenza di peso, piantò gli stivali contro la grata del pavimento, si allacciò le cinture di sicurezza e sintonizzò lo schermo video sul notiziario. Nebraska sparì nella stiva per controllare che tutto fosse ben ancorato. Il Professore era steso su un fianco vicino al soffitto, con le braccia conserte, gli occhi chiusi, ascoltando un libro. Quasar si passava sulle unghie uno smalto color dell’uva nera, servendosi di un tubetto appositamente inventato per viaggiatori raffinati in caduta libera, e guardava da sopra la spalla del Mago. La Regina di Cuori abbassò lo schienale del sedile e schiacciò un pisolino.
— Non russa — commentò Quasar dopo mezz’ora, provocando la rapida rotazione del Mago.
— Come?
— La Regina di Cuori. Russate tutti. Ma lei non si tradisce mai, nemmeno quando dorme. Guardala. Comme le chat.
Suo malgrado il Mago lanciò un’occhiata alla Regina di Cuori. — Quasar…
— Merde - esclamò Quasar sorpresa. Il Mago si sentì sfiorare il viso da una minuscola gocciolina viola.
— Maledizione, Quasar!
Quasar se la prese con il tubetto di smalto, che tempestò delle sue antiche imprecazioni. — Une chose dérangée - concluse oscuramente. — Mi è costato una mano e un piede.
— Un occhio della testa.
— Ma perché?
— Quasar, vorrei guardare lo schermo.
— Tu non mi lasci fumare. Sono nervosa. Non mi piace lo spazio. È troppo grande, troppo vuoto. Il sole è troppo isolato, da qui. Voglio che domini il cielo, che esiga attenzione fra le nuvole. — Si soffiò sulle unghie. Il Mago sorrise, senza staccare gli occhi da un annunciatore del Settore Tramonto.
— Sei proprio una ragazza all’antica.
— C’era anche — disse Quasar, con un intervento inaspettatamente appropriato — una Coalizione Nazionale Regressista nel Settore Lumière. Ma a furia di litigare si sono smembrati. Parigi. Che razza di nome sarebbe?
— Città di amanti, di poeti — mormorò il Professore. Toccò il soffitto e fluttuò verso di loro, togliendosi l’auricolare del libro. — Cosa succede nel Settore Tramonto?
— Il GLM minaccia l’invio di truppe.
— Plus ça change, plus c’est la même chose - disse il Professore, ricevendo da Quasar un’occhiata sbalordita.
— La tua pronuncia — disse lei, riprendendosi — è orribile.
— La mia pronuncia è di Parigi, la tua dei bassifondi. Comprends? E inoltre non mi piace il tuo smalto.
Quasar sorrise mettendo in mostra i denti viola. — Vieni in cucina. Ti troverò qualcosa che ti piacerà.
— Sei in forma — disse allegramente il Professore. Il Mago alzò il volume.
«…Fonti ufficiali dicono che il GLM proseguirà nella linea dura per soffocare la CNR prima che le sue idee possano turbare altri Settori. Il nazionalismo, ha dichiarato oggi il segretario alla Difesa Marie Juneau, ha creato le armi che ci hanno costretti a istituire il Governo Libero Mondiale. Senza il GLM ci sarebbe stata la guerra totale. La Coalizione Nazionale Regressista, ha detto la signora Juneau, non vuole altro che il ritorno alla precaria situazione dalla quale è nato il GLM e che ha condotto alla storica presa di potere nell’ultimo summit mondiale. Il GLM, ha dichiarato il segretario alla Difesa, ha prevalso allora e prevarrà oggi, e non esiterà ad attuare la propria linea politica. «Nelle altre notizie di oggi…»
— Il pugno di ferro — mormorò il Mago.
— Che altro può fare? — disse il Professore. — Il GLM, per quanto doloroso possa essere, è riuscito a farci sopravvivere per più di cent’anni. Se non ci fosse stato, saremmo già saltati tutti in aria.
— Forse no.
— Certo, forse saremmo ancora vivi e continueremmo a litigare. Ma chi ha voglia di far la prova?
— Io no — disse il Mago. — Mi chiedo solo per quanto tempo ancora il GLM potrà mantenere il controllo sul mondo. È in parte democratico, in parte tirannico, in parte socialista, in parte apertamente paternalistico, e finora si è mantenuto in vita grazie al nostro ricordo del rischio di annientamento. Quando il ricordo sbiadirà, chissà se la burocrazia continuerà a funzionare.
— Magico Capo — disse il Professore con una smorfia. — Ogni governo della Terra ha cominciato così.
— Verissimo. — Abbassò di nuovo il volume, fissò lo schermo. — Se la sono vista brutta già qualche anno fa, per un mostruoso incidente… Chi era stato? Ah, sì, un militare di leva del GLM. Terra Viridian.
— La pazza del Settore Deserto.
— Prese un colpo di sole e massacrò un mucchio di gente, poi scomparve e quelli del GLM le scatenarono dietro tutti i loro segugi. Alla fine la trovarono in un bidone per la spazzatura del Settore Costadoro… Fu il processo più stupido della storia del GLM. Anche un bambino avrebbe capito che le erano saltate le valvole, ma la Corte la dichiarò sana di mente per poterla sbattere legalmente nell’Anello Scuro e placare…
— Magico Capo — disse nervosamente Quasar. — Chiudi il becco. Non mi piace sentir parlare di Averno. Ci suoniamo e andiamo via. È tutto quello che voglio sapere.
Il Mago la guardò. Dietro di lei vide il viso addormentato della Regina di Cuori. Il segreto che Quasar aveva intuito sotto quell’oro brillante e inespressivo attirò all’improvviso la sua attenzione: dietro le palpebre accuratamente verniciate c’era una mente sveglia, in ascolto.