Faceva freddo, in aria. Lessa era lieta di avere indosso una tenuta di volo foderata di pelliccia, e di sentire il calore del grande collo dorato sul quale era posata. Decise di non pensare al freddo assoluto del mezzo che aveva provato una volta soltanto. Abbassò lo sguardo verso destra, dove era librato Mnementh, e percepì il suo pensiero divertito.
F’lar mi dice di dire a Ramoth di dirti di fissarti bene in mente l’allineamento della Pietra della Stella. Poi. continuò amabile il drago, scenderemo al lago. Tu ritornerai dal mezzo in questo punto esatto. Hai capito bene?
Lessa sorrise puerilmente e annuì con forza. Quanto tempo risparmiato, perché lei poteva parlare direttamente con i draghi! Ramoth emise un brontolio seccato dal fondo della gola, e Lessa l’accarezzò, rassicurante.
«Hai bene in mente l’immagine, cara?» domandò. Ramoth emise un altro brontolio, meno irritato, perché l’entusiasmo della giovane donna cominciava a contagiarla.
Mnementh batté l’aria gelida con le ali che apparivano di un bruno-verdastro nella luce del sole, e scese elegantemente verso il lago, sul pianoro sottostante al Weyr di Benden. La linea di volo lo portò quasi a sfiorare l’orlo del Weyr. Dal punto in cui si trovava Lessa, sembrava quasi una rotta di collisione. Ramoth seguì da vicino il compagno. Lessa trattenne il respiro quando vide le punte delle ali della regina sfiorare quasi i macigni irregolari.
Era un’esperienza esaltante, si disse, doppiamente stimolata dall’entusiasmo che si irradiava da Ramoth.
Mnementh si arrestò sulla riva più lontana del lago, e anche la regina rimase librata in quel punto.
Mnementh trasmise a Lessa un pensiero fulmineo: doveva inquadrare con fermezza nella propria mente l’immagine del luogo dove voleva andare, e dire a Ramoth di andarvi.
Lessa obbedì. L’istante successivo, il tremendo freddo penetrante del nero mezzo le avvolse. Prima che lei o Ramoth potessero accorgersi d’altro che non fosse il morso rabbioso del freddo e l’oscurità invincibile, si ritrovarono al di sopra della Pietra della Stella.
Lessa lanciò un grido di trionfo.
È estremamente facile. Ramoth sembrava delusa.
Mnementh riapparve al loro fianco, un poco più in basso.
Ora devi tornare al lago per la stessa strada, ordinò Mnementh: e prima che quel pensiero si fosse concluso, Ramoth balzò.
Mnementh era accanto a loro, sopra il lago, e ribolliva della propria collera e di quella di F’lar. Non hai visualizzato prima di trasferirti. Non credere che basti un primo viaggio riuscito, per renderti perfetta. Tu non hai idea dei pericoli del mezzo. Non dimenticare mai più di visualizzare il punto d’arrivo.
Lessa abbassò lo sguardo su F’lar. Anche a quella distanza, poteva vedere chiaramente la collera che gli ardeva in volto, e quasi sentire il furore che gli sprizzava dagli occhi. E frammista alla furia, c’era un terribile, soffocante timore per la sua sicurezza, che era un rimprovero più efficace della collera. Per la sicurezza di Lessa, pensò lei, amaramente, o per quella di Ramoth?
Devi seguirci, stava dicendo Mnementh in tono più calmo, e controllare mentalmente i due punti di riferimento che hai già imparato. Questa mattina balzeremo dall’uno all’altro, così imparerai gli altri punti della zona di Benden.
Fu ciò che fecero. Volando fino alla Fortezza di Benden, annidata ai piedi delle colline sopra la Valle omonima, mentre il Picco del Weyr era un punto lontano che spiccava nel cielo meridiano, Lessa non dimenticò di visualizzare ogni volta impressioni chiaramente particolareggiate.
Era meraviglioso, eccitante, proprio come aveva sperato, confidò a Ramoth. La regina rispose che, sì, era certo preferibile ai metodi cui dovevano ricorrere gli altri, sprecando una quantità di tempo; ma secondo lei non era affatto meraviglioso balzare in mezzo dal Weyr di Benden alla Fortezza di Benden per poi ritornare di nuovo al Weyr di Benden. Anzi, era noioso.
Avevano incontrato di nuovo Mnementh al di sopra della Pietra della Stella. Il drago bronzeo comunicò a Lessa che quella prima lezione era andata benissimo. L’indomani avrebbero provato qualche balzo più lontano.
Domani, pensò cupa Lessa, succederà qualcosa, oppure il nostro indaffaratissimo Comandante del Weyr deciderà che con la lezione di oggi ha mantenuto la promessa, e tutto finirà lì.
C’era un balzo che lei poteva fare in mezzo, da qualunque punto di Pern, senza pericolo di sbagliare.
Visualizzò Ruatha per Ramoth, così come appariva dalle alture sovrastanti la fortezza… per stare alle regole. Per l’esattezza, Lessa proiettò l’immagine delle fosse delle pietre focaie. Prima dell’invasione di Fax, prima che lei fosse stata costretta a orchestrarne la decadenza, Ruatha era stata una valle prospera, incantevole. Disse a Ramoth di balzare in mezzo.
Il freddo, altrettanto intenso, sembrò durare per parecchi battiti del suo cuore. Quando Lessa stava già temendo di essersi perduta in mezzo, esplosero nell’aria, al di sopra della Fortezza. Si sentì invadere dall’esultanza. A dispetto di F’lar e della sua esagerata prudenza! Con Ramoth, lei poteva balzare dovunque! Riconobbe subito il profilo caratteristico delle alture di Ruatha, sventrate dal fuoco. Mancava poco all’alba, e il Passo tra Crom e Ruatha levava i suoi coni neri contro il cielo grigio che si andava schiarendo. Notò di sfuggita l’assenza della Stella Rossa che ormai sfolgorava nel cielo, al mattino. E, sempre di sfuggita, notò una differenza nell’aria. Era freddo, sì, ma non il freddo invernale: l’aria aveva l’umida frescura dell’inizio di primavera.
Abbassò lo sguardo, sbalordita, chiedendosi se, nonostante la sua sicurezza, non avesse commesso qualche errore. Ma no, quella era la Fortezza di Ruatha. La Torre, il Cortile interno, l’aspetto dell’ampia strada che portava ai quartieri degli artigiani erano come dovevano essere. Le spire di fumo che uscivano dai camini lontani indicavano che la gente si preparava a incominciare la giornata.
Ramoth sentì la sua insicurezza e cominciò a insistere per avere spiegazioni.
Questa è Ruatha, rispose decisa Lessa. Non può essere altro. Vola in cerchio sulle alture. Vedi, ecco là le file delle fosse per le pietre focaie che ti ho trasmesse…
Lanciò un gemito; il freddo le strinse lo stomaco, le raggelò i muscoli.
Sotto di lei, nell’oscurità che si dileguava lentamente, scorse molti uomini che s’inerpicavano, salendo dalle colline oltre Ruatha: uomini che si muovevano silenziosi e furtivi come criminali.
Ordinò a Ramoth di rimanere ferma il più possibile nell’aria, per non attirare la loro attenzione. La regina, sebbene incuriosita, obbedì.
Chi poteva assalire Ruatha? Sembrava incredibile. Lytol, dopotutto, era un ex dragoniere, e aveva già respinto energicamente un attacco. Possibile che i Signori delle Fortezze nutrissero ambizioni aggressive, ora che il Comandante del Weyr era F’lar? E quale Signore delle Fortezze era tanto pazzo da organizzare una guerra d’inverno?
No, non d’inverno. L’aria era decisamente primaverile.
Gli uomini avanzarono strisciando, superarono le fosse, giunsero al ciglio delle alture. All’improvviso Lessa si accorse che stavano calando scale di corda nel precipizio, lungo la parete di roccia, verso le imposte aperte della Fortezza Interna.
Si afferrò selvaggiamente al collo di Ramoth, ormai certa di ciò che vedeva.