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Lessa lo fissò con tanto timore che F’lar si mise a ridere, imbarazzato.

«È sconvolgente in ogni caso,» proseguì poi, «pensare di ritornare indietro e vedere se stessi… più giovani.»

«Deve essere proprio di questo che F’nor ha parlato a proposito di Kylara,» mormorò Lessa. «Ha detto che vuole tornare indietro e guardare se stessa… bambina. Oh, che disgraziata!» Era furibonda per l’egocentrismo di Kylara. «Disgraziata egoista! Rovinerà tutto.»

«Non ancora,» le ricordò lui. «Rifletti. Sebbene ci abbia avvertito che la situazione, nel suo tempo, si sta facendo disperata, F’nor non ci ha spiegato ciò che è riuscito a fare. Ma tu hai notato che la sua ferita è guarita senza lasciare cicatrici; quindi devono essere trascorsi parecchi Giri. Anche se Pridith ha deposto un buon numero di uova una volta soltanto, e se i quaranta figli di Ramoth sono abbastanza adulti per combattere, abbiamo ottenuto un risultato positivo. Perciò, Dama del Weyr,» concluse, e notò che lei si raddrizzava nell’udire il suo titolo, «dobbiamo ignorare il ritorno di F’nor. Quando volerai con lui domani verso il Continente Meridionale, non alludervi mai. Mi hai capito?»

Lessa annui, gravemente, con un lieve sospiro.

«Non so se sono felice o delusa nel constatare, prima ancora di arrivare là domani, che il Continente Meridionale potrà ospitare un Weyr,» disse, malinconica. «Era più eccitante non saperlo.»

«In ogni caso,» le disse F’lar, con un sorriso sardonico, «abbiamo trovato soltanto soluzioni parziali per i problemi numero uno e numero due.»

«Bene, tu faresti meglio a trovare una soluzione al problema numero quattro,» suggerì Lessa. «E subito!»

IV

IL FREDDO IN MEZZO

Arpista, Fabbro, Pellaio, Tessitore, Minatore, Pastore, Bracciante e Signore, radunatevi tutti e udite attentamente dell’Uomo del Weyr il consiglio prudente.

Riuscirono entrambi a non farsi sfuggire neppure un’allusione al suo ritorno prematuro quando parlarono con F’nor la mattina seguente. F’lar chiese a Canth di mandare il suo cavaliere nell’alloggio della regina non appena si fosse svegliato e fu soddisfatto nel vedere che F’nor arrivò quasi subito. Forse il cavaliere marrone notò lo sguardo stranamente intento lanciato da Lessa al suo volto fasciato, ma non diede segno di essersene accorto. Anzi, nel momento in cui F’lar espose l’ardito piano di esplorare il Continente Meridionale, con la possibilità di crearvi un Weyr dieci Giri di tempo prima, F’nor sembrò dimenticare le proprie ferite.

«Ci andrò volentieri, purché tu mandi T’bor insieme a Kylara. Non posso aspettare che N’ton e il suo bronzeo siano abbastanza cresciuti per occuparsi di lei. T’bor e Kylara sono…» F’nor si interruppe, rivolgendosi a Lessa con una smorfia. «Beh, sono una coppia, per quanto lo si può essere. Non mi dispiace venire… importunato, ma ci sono certi limiti che non sono disposto a superare, neppure per amore dei draghi.»

F’lar riuscì a nascondere a fatica il divertimento per la riluttanza del fratellastro. Kylara cercava di esercitare il proprio fascino su tutti i dragonieri, e poiché F’nor non si era dimostrato molto malleabile, era decisissima a spuntarla prima o poi.

«Spero che due bronzei siano sufficienti. Può darsi che Pridith abbia idee tutte sue, al momento del volo nuziale.»

«Non puoi trasformare un marrone in un bronzeo!» esclamò F’nor, così preoccupato che F’lar non riuscì più a trattenersi.

«Oh, piantala!» Quell’esclamazione scatenò l’ilarità di Lessa. «Siete proprio una bella coppia!» scattò F’nor, alzandosi. «Se dobbiamo andare a Sud, Dama del Weyr, faremmo meglio a muoverci. In particolare se dobbiamo dare a questo pazzo il tempo di ritornare serio prima dell’arrivo dei Signori. Mi farò consegnare le provviste da Manora. Allora, Lessa? Vieni con me o no?»

Soffocando le risate, Lessa prese la tenuta di volo foderata di pelliccia e lo seguì. Se non altro, quell’avventura sembrava incominciare bene.

Portando con sé la caraffa di klah e il boccale, F’lar entrò nella Sala del Consiglio, cercando di decidere se doveva parlare o no di quella spedizione al Sud con i Signori e i Maestri delle Arti. La capacità di volare in mezzo nel tempo, oltre che nello spazio, non era ancora ben conosciuta. Forse i Signori non avrebbero capito che era stata sfruttata íl giorno precedente per liquidare il primo assalto dei Fili. Se avesse potuto avere la certezza che il progetto sarebbe riuscito… certo, avrebbe aggiunto una nota ottimistica alla riunione.

Avrebbe lasciato che a rassicurare i Signori provvedessero le carte su cui apparivano chiaramente le ondate ed i tempi degli attacchi dei Fili.

I visitatori non impiegarono molto tempo a radunarsi; e non tutti riuscirono a nascondere l’apprensione e il turbamento causati dalla ricomparsa dei Fili, discesi dalla Stella Rossa per minacciare tutte le forme di vita su Pern. Sarebbe stata una riunione molto difficile, si disse F’lar, cupamente. Represse il rimpianto di non essersi recato con F’nor e Lessa nel Continente Meridionale, e ricominciò a studiare con impegno le carte che aveva davanti.

Poco tempo dopo gli ospiti erano tutti arrivati, tranne due, Meron di Nabol, di cui avrebbe preferito fare a meno perché era un piantagrane, e Lytol di Ruatha. F’lar lo aveva mandato a prendere per ultimo perché non voleva che s’incontrasse con Lessa. Lei era ancora chiaramente irritata, a torto, secondo l’opinione di F’lar, per aver dovuto rinunciare alla signoria di Ruatha in favore del figlio postumo di Dama Gemma. Lytol, come Connestabile di Ruatha, aveva diritto a presenziare alla conferenza; era un ex dragoniere, e il suo ritorno al Weyr era già abbastanza doloroso, senza bisogno che Lessa facesse pesare il proprio risentimento. E Lytol, insieme al giovane Larad di Telgar, era l’alleato più prezioso del Weyr.

S’lel entrò seguito da Meron. Il Signore era furioso per quella convocazione: lo dimostrava nel modo di camminare, nello sguardo, nel portamento altezzoso. Ma era incuriosito. Salutò soltanto Larad, tra tutti i Signori, e andò a sederglisi a fianco. I modi di Meron fecero capire a F’lar che considerava insufficiente la distanza tra loro due.

Il Comandante del Weyr ricambiò il saluto di S’lel e gli accennò di accomodarsi. Era stato lui stesso a decidere l’assegnazione dei posti nella Sala del Consiglio, e aveva sistemato con cura i dragonieri bronzei e marroni in mezzo ai Signori e ai Maestri delle Arti. Adesso, benché l’ambiente fosse molto ampio, c’era a malapena lo spazio per muoversi; ma non ce n’era abbastanza per sguainare le daghe, se l’atmosfera si fosse riscaldata troppo.

Nella sala scese il silenzio, e F’lar alzò gli occhi. Vide che il robusto ex dragoniere, divenuto Connestabile di Ruatha, si era fermato sulla soglia. Alzò lentamente la mano, salutando con rispetto il Comandante del Weyr. Mentre ricambiava il saluto, F’lar osservò il tic che faceva contrarre in continuazione la guancia dell’altro.

Con occhi rabbuiati dall’angoscia e dall’inquietudine, Lytol scrutò i presenti. Salutò con cenni del capo i suoi ex compagni di squadrone, poi Larad e Zurg, capo della sua Corporazione dei Tessitori. Si avviò a passo rigido verso l’unico posto rimasto libero, mormorando un saluto a T’sum, seduto alla sua sinistra.

F’lar si alzò.

«Vi ringrazio di essere venuti, buoni Signori e Maestri delle Arti. I Fili hanno incominciato a cadere. Il primo attacco è stato liquidato. Nobile Vincet…» Preoccupato, il Signore di Nerat alzò gli occhi. «Abbiamo inviato una pattuglia nella foresta pluviale per un sorvolo a bassa quota, a controllare che non vi siano Fili interrati.»