«В этой книге пересеклись предметы актуального интереса, касающиеся любви и женщины, но освещенные с глубоких философских и богословских позиций» – К. Таддеи Ферретти, «Rassegna di teologia», 51 (2010), р. 487.
L'idea del libro Donna e amore nella Bibbia – Eros, agape, persona (Edizioni Dehoniane Bologna, 2008) è nata grazie a una vicenda che incrocia proprio la Russia. Cercando di aggiornare la bibliografa di un saggio prima che fosse pubblicato a Mosca in un prestigioso Annuario (Adam i Eva, n. 13, Mosca, 2007), mi sono chiesto se non era il caso di indagare maggiormente un grappolo di problemi che piщ si studiano e piщ intrigano moltiplicandosi a dismisura. Affollandosi le domande, bisognava accrescere l'impegno e il rigore della ricerca.
La dignitа nativa della donna, la sua uguaglianza e insieme la sua differenza dall'uomo o, in altre parole, i diritti dell'essere umano femminile e quelli dell'essere umano maschile, non sono apprezzati e vissuti sempre e dappertutto come traguardi saldamente raggiunti: restano ancora da conquistare in troppe parti di questa nostra terra turbata da mille confitti e grondante di tanto sangue innocente. Ma le culture e le religioni hanno ancora qualcosa di giovane e di valido da proclamare e mettere in atto a proposito di relazioni migliori da stabilire fra uomo e donna? Soprattutto, com'и stato insinuato da parte di circoli femministi, il Libro sacro degli ebrei e dei cristiani, la Bibbia, avrа contribuito nei secoli a soggiogare e tener sottomessa la donna? Il femminismo contemporaneo, in tutte le sue diverse sfaccettature, ha avuto sempre e completamente torto? E che cosa di proprio e distintivo ha a che fare la donna in rapporto all'amore in una religione come quella cristiana che assume l'amore come il primo e incondizionato comandamento, che ingloba e supera i dieci comandamenti? Giа, ma che cosa intende la Bibbia per amore? E, inoltre, sull'amore sappiamo davvero tutto o c'и ancora qualcosa da scoprire dopo tanti millenni, dalla prima comparsa dell'homo sapiens e dopo una ventina di secoli di una storia pur sempre segnata dal cristianesimo?
Adesso, con questa traduzione, anche i lettori di lingua russa potranno giudicare se e fno a che punto questo libro riesce a fornire qualche risposta seria, nuova e pertinente a tali interrogativi. Non sarebbe di poco conto e non privo di conseguenze fare qualche passo in avanti nella comprensione di questa 'cosa' chiamata tanto spesso e semplicisticamente 'amore', sempre inseguita e spesso inafferrabile, che seduce e tormenta la massima parte degli uomini come delle donne, celebrata nella letteratura, nella musica, nell'arte di tutti i tempi e di tutti i luoghi. Eppure, quando tra il III e il II secolo a. C., nel tradurre i testi sacri d'Israele, i cosiddetti Settanta, passano dall'uso della lingua ebraica a quello della lingua greca, essi compiono una stupefacente scelta di modalità espressiva: intendendo riferirsi a qualsiasi forma di amore, operano una netta presa di distanza dal linguaggio dell'eros a favore di un uso quasi totalitario del linguaggio dell'agape. Perché mai si bandisce drasticamente dalla Bibbia tradotta in lingua greca la terminologia dell'eros? A loro volta anche i seguaci di Cristo, nel primo secolo della loro storia, senza eccezioni, scrivendo essi pure dei testi in lingua greca, dai Vangeli alle lettere di Paolo sino all'Apocalisse, a proposito dell'amore fanno propria la stessa decisione che fu dei Settanta. Questo libro lo verifcherà puntualmente sondando i testi della Bibbia che, in un'ottica cristiana, si chiamano Antico e Nuovo Testamento e in tal modo cercherà di venire a capo della intricata questione del perché e del come sia i Settanta sia gli autori del Nuovo Testamento rifutano drasticamente il linguaggio dell'eros, preferendogli quello dell'agape.
Dovrebbe sorprendere non poco che a tale proposito un dibattito si sia aperto soltanto intorno agli anni '30 del secolo XX. Questo libro interviene nella controversia, senza dubbio non ancora esaurita, con una sua proposta e nella consapevolezza che qualsiasi conclusione 'scientifca' è anche gravida di conseguenze pratiche: per intenderci, non è indifferente agli orientamenti etici e pertanto spirituali almeno di tutti quelli che si dicono cristiani.
Certo, oso avvertire: questo non è un libro 'leggero'. Mi auguro tuttavia che, dopo aver seguito lunghe e talvolta ardue investigazioni, almeno qualche lettore sia lieto dell'attenzione profusa nel cimentarsi a scoprire insieme con l'autore quanto sia complesso il discorso su quel fenomeno all'apparenza così semplice com'è l' 'amore', come vi siano implicati l'uomo e, a proprio modo, la donna, e soprattutto quante ricchezze siano ancora da esplorare in quel libro che è una sorta di biblioteca antica e veneranda chiamata Bibbia e dalla quale può ancora giungerci acqua limpida e fresca purché le si consenta di sgorgare.
Ora, ecco anche perché sono molto lieto di questa traduzione in russo. Attraverso un intreccio di avvenimenti, la Russia amata fn dall'adolescenza, soprattutto quella dei grandi romanzieri, dei grandi musicisti e, perché no, del grande cinema è per me diventata pure la Russia di uomini e donne in carne e ossa con i quali ci si può considerare amici e con cui si può intensamente collaborare. In questo passaggio dalla Russia di ieri a quella di oggi non posso non evidenziare anche gli incontri più che cordiali con alcuni esponenti della Chiesa della Santa Russia, la Chiesa dei martiri, la Chiesa di un popolo che ha resistito per lunghi, tragici anni a un progetto di annientamento sanguinario e oggi vive una stagione di fervido slancio rinnovatore. Come sempre, il coraggio dei testimoni e il sangue dei martiri sono seme dei cristiani.